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Bologna-Monaco, il doppio ex Raggi: «Non seguo più il calcio dal mio ritiro. Montecarlo? Un paradiso» (Repubblica)

Il doppio ex della sfida non segue più il calcio e vive serenamente lontano dai grandi centri insieme alla famiglia

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Andrea Raggi, con la maglia del Bologna
Andrea Raggi in rossoblù (© Bologna FC 1909)

Andrea Raggi si è ritirato nel 2020, dopo tanti anni di onorata carriera. Il difensore ha chiuso la carriera con la maglia del Monaco, squadra in cui era arrivato nel 2012 dopo la seconda esperienza Bologna. Infatti, ha vestito sì la maglia dei monegaschi per 8 stagioni, ma prima in due occasioni distinte era stato anche in rossoblù.

L’ex difensore rossoblù però col calcio ha chiuso completamente. Non segue più nulla, preferisce giocare a tennis e padel e dedicarsi ad altre attività come la raccolta dei funghi. «Mai più seguita una partita da quando ho smesso». Domani forse farà un’eccezione e probabilmente si metterà di fronte alla tv per vedere l’inatteso “derby” tra le ultime due squadre della sua carriera.

Raggi, una vita lontana dal calcio

Il mondo del pallone gli ha dato tanto e gli ha permesso, oggi, di vivere serenamente anche lontano dai campi da gioco. Così Andrea ha deciso di allontanarsi dal pallone e godersi la famiglia: «Gioco solo a padel e tennis, non uso social. Vivo in provincia di La Spezia in un paesino. Sto bene così – racconta Raggi –. Mi godo la famiglia, vado a pesca e cerco funghi nei boschi. Mi considero fortunato. Quando ti ritiri e non sei un campione, conta solo una cosa: quanto hai messo da parte in banca».

La fortuna di giocare a calcio

L’ex difensore di Monaco e Bologna parla a cuore aperto della sua carriera: «Sono stato a Montecarlo sette stagioni. E ho giocato in una squadra che aveva giocatori come Ricardo Carvalho, Fabinho, Falcao e Mbappé. Non è poca cosa». Si ritiene fortunato Raggi, che però non sente la mancanza del calcio: «Mi manca la busta paga, ma sto bene dove sono ora. L’importante è trovare un equilibrio quando smetti, io però l’ho sempre avuto».

Il Monaco gli è rimasto nel cuore, tanto che se un giorno dovesse tornare ad occuparsi di calcio lo farebbe solo per il club del Principato: «Se dovessi tornare, lo fare solo per il Monaco. In Italia ci sono troppe menate, troppe chiacchiere. 60 milioni di allenatori seduti sul divano. In Francia c’è meno tensione. A Montecarlo poi lo stresso è sotto lo zero. È un paradiso».

L’esperienza al Monaco

Durante l’esperienza nel Principato, Andrea Raggi ha conosciuto anche il Principe: «Il Principe Alberto è uno del popolo, uno di noi. Bravissima persona, tifosissimo, era quasi sempre allo stadio, scendeva negli spogliatoi a salutarci e parlare. Per la promozione in Ligue1 ha organizzato una festa al Palazzo».

Ma come cominciò la sua esperienza con il Monaco, immediatamente dopo il Bologna?: «Potevo rinnovare coi rossoblù, – dice Raggi – ma il progetto Monaco con Ranieri mi piaceva. Col senno di poi è stata la scelta giusta».

Raggi e il Bologna

L’ex difensore rossoblù, oltre all’esperienza col Monaco, ha parlato anche del Bologna: «Di quel Bologna sento ancora Viviano e il dottor Sisca». Loro e nessun altro, solamente una volta ha sentito l’attuale direttore sportivo del Bologna, Marco Di Vaio: «Mi ha chiamato per una gara tra vecchie glorie, mi ha fatto piacere sentirlo, ma ovviamente ho detto no». Insomma, una lontananza dal calcio pressoché totale: «Sono un tipo da montagna ormai. A 4 mila metri, senza TV e wi-fi, Le vacanze a Ibiza e Formentera non fanno per me».

Del calcio conserva solo i cimeli, le maglie che è riuscito ad avere durante la carriera. Una collezione importante: «Ho tante maglie, ne vado orgoglioso. Ho quelle di Ronaldinho, Maldini, De Rossi, Aguero. Pure la maglia di Messi, anche se è l’unica che non ho chiesto di persona – racconta Raggi –. Supplicai Romero, quando era al Monaco, di chiedere la maglia a Messi quando sarebbe andato in Nazionale. Pensavo si dimenticasse, invece me l’ha portata autografata. Ero felice come un bambino».

fonte: Luca Baccolini, Repubblica

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