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Hic Sunt Leones – Non è ancora tempo di pandori

Hic sunt leones – La Effe mantiene il Paladozza inviolato e si porta sul 4-3 in campionato. Ora testa alla trasferta a Rieti

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Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones (©Luca Feletti)

Hic Sunt Leones – La prima cosa da dire è che ieri sera nessuno ha visto la definizione di “bella partita”. Anzi, probabilmente ciò che più si distanzia da essa, dato che di pallacce ed errori se ne sono potuti ammirare a bizzeffe. Il menù, a fine partita, ha previsto lasagne e tortellini. Non è ancora il momento di darsi ai pandori. 

Hic sunt leones a stelle e strisce

Dulcis in primis, perché abbiamo detto che a fine pasto non sarà servito il pandoro. Diciamo che se la partita di ieri sera tra Fortitudo e Verona avesse un volto sarebbe senza dubbio The-Show Freeman, accompagnato dal brother in army Kenny Gabriel. Dopo qualche tribolazione, il veterano ex Brescia ha recitato il ruolo che gli veniva richiesto: essere un leader.

La voce rimbalzi è eloquente (10), così come quella dei punti segnati a fine gara. Il risultato è una doppia doppia che urla carattere, carisma, leadership, essere nel posto giusto al momento giusto. E allora si possono perdonare le raffiche di triple tentate (3/10), soprattutto quando entrano quelle chiave, in piena rimonta, mentre Verona stava scappando sul +8. La rimonta la guidano in pochi, ma chi traina il carro ha davvero il turbo.

Kenny Gabriel crediti Valentino Orsini

Kenny Gabriel, ieri un fattore (©Valentino Orsini)

Bonny e Clyde, Clyde e Bonny, decidete voi, ma sul sedile accanto a Gabriel si trova un altro che di basket, ieri sera, ne ha fatto vedere. Sotto al ferro Freeman è una furia, dietro una parete liscissima dove nessuno si riesce ad arrampicare. A voler vedere i nei con la lente d’ingrandimento, sì, certo, le percentuali al liberi si potrebbero migliorare, ma per adesso va bene così. Gioca praticamente sempre, tra Cusin infortunato e qualche ingresso dalla panca che non rende quanto dovrebbe, ma il rendimento resta costante dal primo all’ultimo minuto. E quindi, che gli vuoi dire…

Arrivi, stop e rientri

Come già detto, Cusin è ai box da qualche giorno, e per qualche giorno ancora ci resterà. Un bel colpo di sfortuna, soprattutto nella sfida dove, finalmente, si sarebbe vista finalmente la Fortitudo al completo. Anzi, quasi: giusto il giorno prima della partita con gli scaligeri è stato ufficializzato Leo Menalo, arrivo di spessore e centimetri per l’economia della Effe.

Il ragazzone che gioca col 12, ieri assente, starà quindi fuori per un po’, ma intanto la Fortitudo può godersi il rientro di “Doggy” Aradori, finalmente di nuovo sul parquet. Forse Cagnardi ieri ha osato un po’ troppo, ed è proprio lui a dirlo in conferenza stampa a fine gara. Ma d’altronde, ieri sera serviva qualcuno che trainasse carro e buoi, e Pietro si è dimostrato spesso un’ottimo facchino. Bentornato.

Pietro Aradori crediti Valentino Orsini

Pietro Aradori finalmente rientrato in campo (©Valentino Orsini)

Puntando il binocolo su un altro tasto dolente d’inizio stagione, l’operazione di Panni, si può dire che il riposo della settimana scorsa sia stato un balsamo per il giocatore. Primi minuti sono stati “un po’ così“, poi una tripla che è ossigeno per una Fortitudo alla ricerca di vie di fuga nella bagarre di metà partita e, finalmente, un bel po’ di difesa. Come Aradori, il giocatore che Fortitudo e fortitudini conoscono sembra lontano, ma con l’occhio giusto si capisce che i due stanno cucinando per tornare. Let them cook.

Ora Rieti

La domenica al Paladozza. Da quanto non succedeva? Prima il Liverpool, poi l’alluvione, il tutto unito alle 4 trasferte consecutive nel giorno del Signore. Il rientro a casa fa benissimo alla Fortitudo, che come sempre ha le spalle coperte da quell’Hic sunt leones che sventola senza sosta. Sarebbe andata diversamente, ieri, sotto di 8, senza il famoso “effetto Paladozza”? Chi scrive non lo sa, ma non serve nemmeno porsi il problema, dato che era gremito come non mai in questa stagione. D’altronde, il mercoledì sì, è bello, ma la domenica… 

Quindi vittoria, altri tre punti. A fine primo quarto sembravano scontati, a metà terzo un miraggio. D’altronde Verona è Verona, una di quelle vecchie volpi che difficilmente abbandonano l’uva, soprattutto se dall’altra parte c’è sì un volpone come Penna, oasi nel deserto per i gialloblù nel finale. Una Penna non fa le ali di un’Aquila, però, quindi eccoci a parlare di un bilancio positivo (4-3) e l’aggancio in classifica degli scaligeri (e con una gara in meno).

Certo, non si sta rivelando propriamente facile fare i conti in un classifica come quella della serie A2 al momento, dove a quota 8 ci sono ben 6 squadre. Cucinare, cucinare. E testa a Rieti, quindi, che nel giro di un paio di giorni accoglierà una Effe munita, forse, dell’arma Menalo per espugnare in fortino della Sebastiani, a quota 12 punti. Rieti che viene, guarda caso, da una sconfitta in casa del Nardò. Ma ne abbiamo già avuto la dimostrazione: quest’anno, in questo campionato, chi ci capisce è bravo.

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