Seguici su

Fortitudo Bologna

Hic Sunt Leones – Il Dottor Jekyll e Mr. Hyde

Hic sunt leones- La Fortitudo sbaglia tutto nel finale a Rieti e porta a casa l’ennesima sconfitta in trasferta. Serve cambiare passo fuori casa

Pubblicato

il

Hic Sunt Leones Fortitudo
Hic Sunt Leones (©Luca Feletti)

Hic Sunt Leones – “Mamma, mamma, ho il mal di trasferta“. E va bene, Fortitudo, è chiaro che quest’anno servirà entrare in ogni singolo palazzetto d’Italia con elmo e scudo, ma è anche vero che ci sono sconfitte e sconfitte. Se da un lato si possono capire le cadute, meritate, in quel di Milano e a Rimini (ancora capolista), le ultime due trasferte hanno messo in luce che questa squadra, evidentemente, soffre un po’ troppo il mal d’auto nei viaggi lunghi.

É troppo recente la trasferta di Nardò per non associarla a quella di Rieti. Lasciando stare le posizioni in classifica delle ultime due ospitanti (Nardò ora è a pari punti con la Effe, Rieti è nel gruppone delle seconde), si può dire che la Fortitudo, quando esce di casa, riesce a tirare fuori il peggio di sé, un po’ come Jekyll e Hyde. Nardò si era battuto con le unghie e con i denti, risalendo la china fino al finale, dove una Fortitudo spompata aveva dovuto chinare il capo davanti alla garra dei ragazzi di Dalmonte. Due sere fa, invece, a Rieti, si è visto di tutto, con un copione non diverso da quello pugliese, ma più sanguinoso.

Hic sunt leones anche in trasferta?

Finalmente il raduno alpini ha liberato San Riccardo Bolpin, che dopo un avvio di stagione non difficile ma sicuramente sottotono ha potuto finalmente liberare la propria onda energetica davanti e dietro. Segna, difende, sicuramente Bolpin si può definire la bandiera della scellerata avventura laziale. Hic sunt leones stavolta non sarebbe appropriato, perché probabilmente il cosiddetto “alpino” si può considerare l’unico a tirare la carretta e a capirci qualcosa fino in fondo. E, alla fine, il tabellino dice 22, con un +/- di valutazione che tocca quota 24. Montagna scalata, ora è bene restare su queste altezze.

Riccardo Bolpin

Riccardo Bolpin (©Mauro Donati)

Altra faccia della medaglia. Va bene, Gabriel, è bello esultare davanti alla Fossa, soprattutto dopo una schiacciata al volo con assist da centrocampo come contro Verona. Ma se nel curriculum dell’americano ci fossero meno highlights e più palle-vittoria, o perlomeno finalizzate, probabilmente il mondo fortitudino sarebbe più contento. Dallo statunitense ci si aspetta di più, e soprattutto maggiore continuità: contro gli scaligeri si era vista una prova matura, autorevole, composta, che aveva fatto ben sperare che lo scolaro avesse preso in mano il gessetto per mettersi a spiegare alla lavagna. Invece, l’alunno è finito fuori dalla porta: fallo e fuori nell’ultimo possesso, liberi laziali con 3″ sul crono, titoli di coda con la colonna sonora di Profondo rosso.

Kenny Gabriel in Hdl Nardò - Fortitudo Flats Service Bologna (© Fortitudo Flats Service Bologna)

Kenny Gabriel (© Leric Taboboca – Fortitudo Flats Service Bologna)

Effetto Paladozza

Chiaramente, Gabriel non è né il primo né l’ultimo degli indagati della sfida con Rieti. Anzi, come detto poche righe fa, probabilmente l’unica sufficienza in pagella se la merita solo Bolpin, gagliardo fino all’ultimo. E certo, sappiamo bene della situazione in panchina, con Aradori e Panni che al momento non possono dare di più di quanto visto sul parquet nelle ultime uscite. Ma in casi come questi non possono bastare.

Jekyll in casa, Hyde in trasferta. Pare che l’andazzo sia così: nel momento stesso che vede l’avversario ricomporsi e reagire, la Effe non solo va in difficoltà, ma si rovina direttamente da sola. Cosa che non accade invece al Paladozza, dove i biancoblù hanno dimostrato di saper soffrire: l’esempio più recente può essere la sfida con Verona, prima scivolata dalle mani bolognesi, poi ripresa con autorità. Ma l’effetto Paladozza è un fenomeno a parte, che non può portare la Effe così lontano quanto gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Per arrivare serve qualcosa di più.

La cosa che fa più male è il fatto che la Fortitudo ha guidato ad ampi tratti la sfida, raggiungendo e superando anche la doppia cifra di vantaggio. Stesso copione a Nardò. E va bene, ripetiamo che quest’anno non si può andare nemmeno al bagno con la sicurezza di vincere, specialmente in trasferta, ma diciamo che morire così grassi in due uscite consecutive deve essere una sirena d’allarme da ascoltare. E certo, i cali di lucidità ci stanno, anche in momenti delicati. Difficile, però, pensare di arrivare in fondo senza limare almeno qualcosina (eufemismo) nella voce trasferta.

La prossima: arriva il Torino di Boniciolli

E ora Torino, guidato da uno che la Fortitudo la conosce bene. Matteo Boniciolli, accanto a un altro che un po’ di storia alla Effe ne ha fatta, Matteo Montano. Anche i gialloblù non se la passano benissimo, con una vittoria in meno all’attivo e un dispiacere recente, come la Fortitudo, da smaltire: Forlì ha espugnato il Pala Gianni Asti con un sonoro 67-92. Difficile, anzi impossibile pensare che Torino arrivi a Bologna già battuto, annichilito dal -25 di marca forlivese, soprattutto in una sfida delicata e con punti in palio pesanti come questi. Ma serve anche ricordare che al Paladozza ci sono i leoni: hic sunt leones.

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *