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STADIO: Rossi: “Siamo in crescita”. Colantuono: “Ecco come ho vinto” – 28 set

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“Io penso a lavorare, è quello il mio mestiere. Non faccio il farmacista, ma l’allenatore. Non sono un vivaista che innaffia le piante e sa quando e quanto cresceranno, io ho a che fare con uomini e situazioni, tra cui infortuni e squalifiche. Sentirmi in bilico? Nel momento stesso in cui io firmo un contratto so che sono in bilico.” “STADIO” riporta le parole di un Delio Rossi ovviamente contrariato per una sconfitta evitabile e che porta in molti a interrogarsi sul suo futuro. A spegnere sul nascere le voci di esonero ci pensa Corvino, che annuncia che Rossi resta e resterà, che c’è un progetto. Ma è chiaro che qualcosa dovrà cambiare, anche se per il tecnico qualcosa è già cambiato: “Ho visto la squadra in crescita. Sull’1-1 abbiamo avuto l’occasione di chiudere la partita. Per me è stata la migliore nostra prestazione. Il risultato ci è andato contro” spiega, ma è certo che questa gara tra due panchine in bilico il Bologna doveva vincerla, o perlomeno non perderla. Ma la sua fortuna, che ha contribuito non poco a portarla in A, questa squadra sembra averla persa, e lo si capisce anche dall’infortunio occorso a Giaccherini dopo mezz’ora, lo stesso guaio di Genova: “Giaccherini alla vigilia stava a posto, era pronto, l’ho visto durante gli allenamenti. Mi spiace per questo infortunio, soprattutto per lui” dice Rossi, che poi snocciola i problemi: giocatori importanti arrivati in ritardo, la ricerca di un amalgama, il calo del centrocampo. E Destro? Destro deve migliorare come tutti, dice il tecnico, ma “mi fanno ridere quelli che dicono che se questa squadra avesse un attaccante da venti gol a stagione allora cambierebbe tutto. Ma chi ce l’ha un attaccante da venti gol? Il Real Madrid, forse…”

E poi ecco Colantuono: anche la sua panchina scricchiolava, ma la vittoria di oggi l’ha rinsaldata. Vittoria in rimonta, di corsa e testa, ma anche grazie ad un cambiamento tattico. “Siamo partiti con il 4-3-1-2 perché era il modulo con cui avevamo giocato il buon secondo tempo contro il Milan nell’ultimo turno di campionato. Ma mi sono accorto subito che qualcosa non andava” racconta il tecnico, che non è un integralista e anzi è stato abile nel fare mea culpa e trasformare la squadra: “Non mi piaceva come avevo messo la squadra, così nella ripresa ci siamo presentati con Lodi in regia, la difesa a tre e un centrocampo a cinque.” E l’Udinese ha sfondato, sostenuta anche da una condizione atletica che “il Cola” sottolinea e che manca al Bologna: vittoria scaccia-crisi, la panchina rimane salda. “Ma essere in bilico fa parte del gioco, lo è anche Mourinho che è il migliore al mondo, figuriamoci se non posso esserlo io” conclude prima di andarsene sorridente.

foto: Valentino Orsini – 1000 Cuori Rossoblù

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