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Virtus Bologna

Rieti-Virtus 98-110

Il 14 novembre 1982, sul campo neutro di Roseto degli Abruzzi, un grande Fredrick trascina le V nere al successo in Rieti-Virtus

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Rieti-Virtus. Virtus 1982/83: Brunelli, Bonamico, Ragazzi, Villalta, Masetti, Goti, Fredrick, Rolle, Generali, Brunamonti
Virtus 1982/83: Brunelli, Bonamico, Ragazzi, Villalta, Masetti, Goti, Fredrick, Rolle, Generali, Brunamonti (Foto Virtuspedia)

Era il 14 novembre del 1982, decima giornata, Rieti-Virtus. La Sinudyne viaggiò verso il campo neutro di Roseto degli Abruzzi, per incontrare la Sebastiani Binova Rieti che aveva il campo di casa squalificato. Roseto, la città che aveva dato i natali ad Emidio Testoni, due stagioni in Virtus a cavallo degli anni Sessanta, quel Testoni che appena arrivato a Bologna incamminandosi dalla stazione verso il centro vide via Testoni e si sentì a casa; era la Virtus di Gambini, Alesini, Calebotta, Canna, Fletcher Johnson, Lucev, Pellanera, e Lombardi e di quest’ultimo Emidio diventò cognato, sposarono infatti le due sorelle Rubbini. Roseto che ha visto per quattro volte la Virtus conquistare il Trofeo Lido delle Rose, nel 1958, 1997, 1999 e 2017.  La città abruzzese portò fortuna alle V nere anche in quel 1982, vinsero infatti 110 a 98.

Il migliore in campo in Rieti-Virtus

Il grande protagonista fu Zam Fredrick che, dopo una stagione passata a fare il playmaker tiratore, con l’arrivo di Roberto Brunamonti, poté dedicarsi a sfruttare ancora di più la sua arma migliore, anche se la sua media punti rimase pressoché invariata. Zam segnò 40 punti, suo massimo in maglia bianconera. Andarono in doppia cifra anche Villalta (22), Rolle (18), Brunamonti (12) e Bonamico (10). Completarono il bottino i 4 punti a testa di Villalta e Generali.

Vittoria benefica: Rieti-Virtus 98-110

Fu una vittoria salutare, infatti le V Nere avevano urgente bisogno di un successo. Avevano vinto cinque delle prime sei gare (unico tonfo in casa contro il Bancoroma). Erano poi  venute tre sconfitte consecutive, di cui due interne, di un punto contro Pesaro e molto nettamente contro Cantù (80-100), con in mezzo la gara persa a Torino. Quella vittoria salvò momentaneamente la traballante panchina di George Bisacca, ma fu una salvezza effimera. Tre giorni dopo, nel turno infrasettimanale, la Sinudyne uscì sconfitta dal campo di Livorno e il cambio di guida giunse inesorabile.

Da Bisacca a Di Vincenzo

La panchina fu affidata al vice, Mauro di Vincenzo. Bisacca chiuse con sei vittorie in undici gare, Di Vincenzo migliorò molto la media, ne vinse quindici su diciannove, ma non fu premiato dalla classifica avulsa. Bancoroma e Billy finirono a 44 punti, Pesaro, Cantù e Virtus a 42, ma le V nere risultarono quinte e costrette agli ottavi di finale, nei quali eliminarono Forlì in due partite. Nei quarti si trovarono di fronte Cantù. La Virtus vinse gara uno in trasferta, ma perse a Bologna al supplementare, poi di nuovo fuori casa la bella.

La classifica finale

La Sinudyne concluse così mestamente il campionato al quinto posto, come nel 1973/74, dopodiché era sempre stata tra le prime quattro. Oltretutto quella stagione 1982/83 vide la Virtus partecipare solo al campionato, avendo rinunciato alla Coppa Korac. Coppa che era ritenuta non abbastanza nobile rispetto alla Coppa dei Campioni e alla Coppa delle Coppe. L’ultima volta che le V Nere non avevano giocato una coppa europea era stato sempre nel 1973/74, quando però avevano vinto l’ultima edizione della Coppa Italia (riprese poi nel 1983/84). I bianconeri si ritrovarono quindi, in quell’annata, a disputare una sola manifestazione. Non avveniva dal 1967/68, anno della prima Coppa Italia, che in pratica non giocarono, perché le V Nere furono sconfitte da Roseto per rinuncia.

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