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Juan Miranda: «Ndoye mi ha folgorato. Champions? Proviamoci»

Le parole di Juan Miranda in una lunga intervista a Il Resto del Carlino: «Spagna e Italia si assomigliano dell’accoglienza: Bologna è stata una piacevole sorpresa»

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Juan Miranda (© Bologna FC 1909)
Juan Miranda (© Bologna FC 1909)

Juan Miranda si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Il Resto del Carlino. Tra amore per il calcio e passione per il flamenco, il difensore spagnolo è approdato a Bologna. Adesso vuole riprendersi la Champions.

Le parole di Juan Miranda

Gli idoli di Juan Miranda – «Sono cresciuto nello stadio del Betis. I miei idoli? Sicuramente mio zio, Manolo Pena, il fratello di mio padre Juan Jesus, che la maglia del Betis l’ha indossata. Poi Joaquin, che mi ha seguito nella mia infanzia da tifoso. Poi Rafael Gordillo, che però ho visto giocare solo nei video che mio padre mi mostrava in casa. Uno dei più grandi del passato».

Juan Miranda, la chiamata a Bologna: il salto dalla Liga alla Serie A – «In Spagna è tutto più tattico. La Serie A è un campionato molto più fisico. La difficoltà iniziale è stata capire cosa volesse da me Vincenzo Italiano, mi disse che voleva cose molto diverse da quelle a cui ero abituato. Il mister vuole che io vada sul fondo e metta in mezzo tanti palloni, e in effetti è la cosa che mi riesce meglio. Però prima di tutto sono un difensore e devo pensare a difendere».

Il marchio di fabbrica di Vincenzo Italiano? – «Intensità e uno contro uno».

Sulle ultime tre vittorie in campionato – «Se è successo solo adesso è perché in estate sono cambiate tante cose. Allenatore nuovo e tanti ragazzi nuovi. Serviva un po’ di tempo, ma stiamo arrivando».

Il punto sulla Champions League: tanti complimenti, solo un punto – «In Champions la musica è diversa: vai e sfidi i migliori del mondo. Adesso dobbiamo sfruttare la crescita che stiamo dimostrando sul campo. Mercoledì arriverà il Lilla e per qualificarci l’aritmetica ancora non ci condanna. Per questo dobbiamo provarci».

Se non avessi indossato la maglia da calciatore? – «Probabilmente avrei indossato la divisa della Guardia Civil. Mio padre e i suoi due fratelli la indossano, anche la più piccola delle mie sorelle, Amalia, sta studiando per entrare nella Guardia Civil. È una vocazione di famiglia, mi piacciono i valori a cui quel corpo si ispira».

Juan Miranda e l’amore per il flamenco – «Per noi andalusi il flamenco è molto più di un semplice ballo. È la nostra cultura, una delle più belle al mondo».

Sul disastro causato dall’alluvione in Spagna – «Il mio paese, Olivares, si è salvato. Ma intorno è la devastazione. Io l’ho vissuta da qui e quando in tv facevano vedere le immagini del disastro mi sono commosso. Ma il popolo spagnolo ha dimostrato di essere un grande popolo: tanta solidarietà, tanti volontari accorsi da tutte le parti del paese per dare una mano a chi ha perso tutto».

In cosa Spagna e Italia si assomigliano? – «L’accoglienza è ciò che le accomuna. Bologna è stata una piacevole sorpresa: la città non è grande, ma è piena di bellissime persone. Mi sono subito sentito a casa».

Dopo aver scoperto lasagne e tortellini, hai depennato la carbonara come tuo piatto preferito? – «Qui tutta la pasta è buona, c’è l’imbarazzo della scelta».

Sui due assist nelle ultime due partite: per Orsolini con il Lecce e per Karlsson con la Roma – «Spero di farne tanti altri ancora e di riuscire anche a segnare. Con la Roma è stato bello mandare in gol Jesper: in allenamento lavora tanto, si meritava questa soddisfazione».

Il Bologna a maggio di merita un’atra Europa? – «Non nego che ripetere la stagione dello scorso anno sarà molto complicato. Ma se sono qui è perché il progetto ambizioso che abbiamo in mente mi ha convinto. Quindi si, sono qui per continuare a giocare in Europa».

Due compagni che ti hanno folgorato? – «Il primo è Ndoye: ha qualità impressionanti, doti che da avversario conoscevo, ma giocargli vicino è un’altra cosa. Poi dico Castro: davanti a se ha un grande futuro».

Su Lykogiannis, suo rivale come terzino sinistro – «Lyko è un grande, sia come calciatore che come persona. Quando è stato chiamato in causa ha sempre giocato ottime partite. Ascolto molto i suoi consigli».

Pochi calciatori possono esibire un oro e un argento olimpico, uno è Juan Miranda – «Vero, non siamo in tanti. Quelle medaglie ce le siamo sudate, valgono tanto. Guai a chi me le tocca».

Chi è Juan Miranda fuori dal campo? – «Un ragazzo tranquillo, che esce poco. Mi piace stare in casa, soprattutto dopo aver conosciuto il freddo di Bologna. In casa ho anche allestito una palestra».

Lazio-Bologna: un’occasione da cogliere? – «La Lazio sta giocando benissimo, sarà una partita difficilissima. Ma se vogliamo essere protagonisti, dobbiamo tornare a casa con un grande risultato».

(Fonte: Massimo Vitali – Il Resto del Carlino)

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