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Bologna, un livello forse ancora troppo alto

il giorno dopo Bologna-Lille i pensieri e le domande fioccano: il livello è alto, e i Rossoblù non esitano a farsi, anche, male da soli

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Lewis Ferguson (© Bologna FC 1909)
Lewis Ferguson (© Bologna FC 1909)

Il giorno dopo, fa ancora male. La spinta di un Dall’Ara che si è fatto sentire alla grande non ha evitato la quarta sconfitta consecutiva dei Rossoblù in Champions League: Bologna-Lille è finita 1-2, e ha lasciato messaggi forse inequivocabili. La sqaudra di Vincenzo Italiano è riuscita finalmente a trovare la via del gol, ma quella gioia, per tutti, è durata giusto un paio (o poco diù) di giri di lancette.

Per un Lille che, possiamo dire, non è di certo una corazzata europea, abbiamo visto un Bologna fin troppo sofferente, seppur capace di crearsi le occasioni per andare a segno. E, questo, fa riflettere ancor di più, visto che le partite diventano sempre meno.

Bologna-Lille, lo squilibrio si è notato

Il Bologna, contro il Lille, non si può dire che non ci abbia provato. In gol dopo 4′, annullato però ancora per fuorigioco. Il segnale era stato forte: c’era la voglia di incidere sin da subito per portare la partita dalla propria parte. Ma poi, quando il Lille andava dalle parti di Skorupski, i brividi raddoppiavano. La squadra di Genesio che impegnato il portiere polacco svariate volte, tirando fuori una delle migliori prestazioni del numero 1 Rossoblù. Ogni azione sembrava essere molto più pericolosa di quelle del Bologna.

Se poi, i Rossoblù, commettono errori come quello sul primo gol dei francesi, di certo non si aiutano. Vuoi la sfortuna, ma l’errore di Posch rimane comunque un errore marchiano. E gli errori, in questa Champions, li paghi a caro prezzo, proprio come ieri sera. Anche la seconda marcatura del Lille è abbastanza rivedibile: tutti fermi, con Mukau che si può tranquillamente inserire e insaccare. No, il Bologna non si aiuta di certo. Il gol di Lucumì è una manna dal cielo: lo stadio esplode, ma tutto dura poco, proprio per il raddoppio francese dopo qualche minuto. E allora, due domande sorgono.

Una squadra che più di così non può fare?

Noi, come altri, siamo i primi, spesso, a concordare con Vincenzo Italiano: la squadra, tutto sommato, ha messo in campo tutto quello che aveva, e di certo non ha sfigurato. Ma evidentemente, anche contro il Lille, tutto quello che aveva non è bastato. Ed è questo, a più di uno, a far sorgere delle domande. Il mercato, la scorsa estate, non ha portato ciò che molti – e forse anche qualcuno a Casteldebole – si aspettavano. Il livello della squadra si è abbassato? Forse sì, ma ormai piangere sul latte versato non risolve la situazione.

Nella serata di ieri le opportunità ci sono state, ma il Bologna le ha sprecate. Dallinga, nel secondo tempo, poteva fare tutto su quel colpo di testa, tranne che consegnarla al portiere. E, dall’attaccante che è arrivato per sostituire un totem come un altro olandese, ci si aspettava, a questo punto, tutt’altro. E se il Bologna non riesce a farsi del bene, non può nemmeno però farsi del male.

Forse il livello della Champions League è un’altra cosa. Senza forse, potremmo aggiungere. Un po’ tutti erano consapevoli dentro di sé, ma nessuno voleva dirlo. Bolonga-Lille, però, l’ha confermato. Il ritmo, l’intensità, la concretezza: i francesi (non una top europea, seppur una buonissima squadra, come dimostrato ieri) ne avevano più del Bologna. Non serve abbattersi, serve prendere questo e migliorarsi più che si può: la strada è lunga, in stagione, e la testa non deve concentrarsi su questo, ma immagazzinare l’esperienza di queste serate per fare meglio.

Fonte – Alberto Polverosi, Corriere dello Sport – Stadio

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