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Bologna FC

Noi non siamo lo Young Boys

Essere 33esimi in classifica di Champions League, lascia l’amaro in bocca, soprattutto per l’occasione persa dopo 60 anni di attesa.

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Jhon Lucumì, primo gol in Champions League (© Bologna FC 1909)
Jhon Lucumì, primo gol in Champions League (© Bologna FC 1909)

Finiti i 90 minuti del quinto turno di Champions League, l’occhio non poteva non cadere sulla classifica del super girone e non poteva non constatare il nostro essere 33esimi in questa particolare classifica. 33esimi davanti all’RB Lipsia, allo Slovan Bratislava e agli svizzeri dello Young Boys.

E se si vuole approfondire questo trio di squadre, un paio non appartengono a campionati di prima fascia mentre il Lipsia vive un momento particolare di transizione, se così vogliamo chiamarlo. Il “problema” di questa classifica, dalla 32esima posizione a salire, è che esprime abbastanza distintamente i valori calcistici di questo continente pallonaro, valori in cui al momento, non è ricompreso il Bologna.

Una Champions League che ci vede 33esimi

Essere fra le prime10-15 squadre europee non si improvvisa ed ha un costo, in termini di esperienze, pianificazioni, competenze e, ovviamente, di budget. E alla base di un programma di crescita ci deve essere una forte determinazione e ambizione nel voler sviluppare un piano stagioni in cui l’obiettivo sia un percorso che porti la squadra stabile nelle prime posizioni. In Italia come in Europa.

Quel 33esimo posto, tre sopra al modesto e ultimo Young Boys (squadra della capitale svizzera, Berna), non può accontentare le suddette ambizioni di società e tifoseria. E a poco valgono le considerazioni sul fatto che, ribaltando la classifica e partendo dall’alto, fra le prime dieci posizioni, oltre a Inter e Atalanta, ci sono 5 avversarie che il Bologna ha incontrato o incontrerà. Liverpool (1), Dortmund (4 e vicecampione in carica), Monaco (8),AstonVilla (9), Sporting (10) sono, per espressione di gioco, fra le migliori realtà europee. Mentre Lille (12) e Benfica (14) potrebbero entrare a breve in questa “top ten”.

Il progetto “green” poteva deviare di poco il suo percorso

Se pensate che, all’inizio del secondo tempo di ieri, c’erano solo 3 over 30 e con l’ingresso di Miranda (24), Odgaard (25), Castro (20), Iling Junior (21) e Holm(25), la squadra  di media è scesa molto, confermando  l’obiettivo del progetto societario, non si possono non fare alcune riflessioni.

Comprare giocatori futuribili che, con il trading player, possano creare un futuro solido alla squadra e alla società è sempre stato un obiettivo dichiarato della compagine con sede a Casteldebole. Ma per questa stagione si poteva optare per una deroga all’obiettivo e acquisire quella esperienza, che non ci vedesse, in classifica, vicini ai  “Giovani Ragazzi” svizzeri. Perchè ieri sera la squadra, pur tenendo alto l’impegno, aveva perso i punti cardinali e sembrava andare senza un piano partita preciso, che si acquista anche con l’esperienza. E dopo 60 anni di attesa, ci sarebbe piaciuto andare in Europa da attori protagonisti e non da semplici comparse.

(Fonte G. Marchini, RdC)

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