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Chicco sempre con noi: omaggio a Enrico Ravaglia – 23 Dic

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Era il 2 Dicembre del ’96, forse una delle date più importanti della sua carriera. Quel giorno comunicarono a Chicco che avrebbe vestito la maglia della Virtus, la società con la quale aveva già giocato, ma solo nel settore giovanile. A Varese andò Morandotti in prestito, alla Virtus tornava Ravaglia.

 

Enrico ama il basket: la passione gli è stata trasmessa dal padre Roberto (Bob) anche lui giocatore e tiratore micidiale. Guardando una partita ci vuole poco ad innamorarsi di Ravaglia e delle sue giocate sul parquet, ci vuole poco per l’imprevedibilità del giocatore, per il suo carisma. Ci vuole poco per lo spirito di sacrificio e per il cuore che Chicco mette in ogni partita. Lo ha capito il pubblico virtussino nella gara vinta contro la Polti Cantù, lo ha capito anche nella gara vinta contro Trieste. In quella partita Ravaglia mise a referto 20 punti e 2 assist risultando il top scorer della gara.

 

Ravaglia ci mette davvero poco ad entrare nel cuore dei tifosi della Virtus e per uno come lui non potrebbe essere altrimenti. Che fosse un predestinato lo hanno capito tutti, perchè se a quella età giochi cosi e per di più con la maglia della Virtus non puoi non esserlo. Se entri dalla panchina e riesci subito ad entrare in partita risultando decisivo in molte azioni, non puoi essere un giocatore qualsiasi. Ravaglia, infatti, fu fondamentale anche per la conquista della Coppa Italia con Brunamonti allenatore. Proprio quel Brunamonti ammirato da Chicco, che diceva di voler ripercorrere le sue gesta alla Virtus. Dopo le annate con le V nere lo acquista Cantù, l’ultima squadra nella quale Chicco ha giocato.

 

Ha avuto molti idoli nella sua carriera, uno su tutti Esposito, di cui Chicco parlava così in un’intervista: “Mi rifaccio ad Esposito. Enzino è il mio modello, caratterialmente siamo molto simili. Così, quando segno una tripla, mi viene da fare l’aeroplano. è il mio istinto che mi guida”. Sono passati 15 anni da quella maledetta notte in cui Enrico Ravaglia perse la vita a soli 23 anni. Ritornava dalla gara vinta dalla sua Cantù contro Reggio Emilia, stava finalmente ritrovando la forma migliore, stava tornando ai suoi livelli dopo l’infortunio, stava tornando protagonista finalmente. Il destino beffardo, però, ha deciso che la carriera di un grande campione si dovesse interrompere su un’autostrada dopo un incidente stradale. Stesso destino di un altro dei suoi idoli, ovvero Drazen Petrovic.

Grinta, carisma e cuore, sono queste le caratteristiche che mi hanno fatto amare Chicco. Un giocatore indimenticabile. Ciao Chicco, grazie per le emozioni che ci hai regalato ogni volta che scendevi in campo.

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