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Lo “SMontaTutto” atto secondo ….con Marco Montanari – 22 nov

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Ciao Marco,
sono due settimane che abbiamo sospeso la rubrica; Tilde è scomparsa una settimana fa (ma da dieci era ricoverata in ospedale, con poche speranze per i medici).
Occorre guardare avanti e continuare e, se Ti va di aiutarmi a lenire un pò del mio dolore, io vorrei ricominciare con una puntata diversa, in stile Amarcord? Che dici?

1) Bologna una settimana fa sembrava al bivio, scontro di potere fra lo Yankee e il Canadian (che poi sono Tacopina e Saputo). CI racconti un episodio, nella Tua lunghissima esperienza di cronista, dove il Bologna fu conteso dall’interno per la poltrona del numero 1?

1) Fermo restando che il dolore per la scomparsa di una persona cara non può essere lenito da una chiacchierata a sfondo calcistico, ci provo comunque. Secondo me, il presupposto è sbagliato: nessuno scontro fra Saputo e Tacopina. Questi due signori sono uomini d’affari venuti a Bologna per fare business. Davvero qualcuno ha creduto che rompessero fra loro perché in disaccordo sul nome del direttore sportivo? Dai, siamo seri…


2) Il Mercato di Gennaio si avvicina: si parla (fra i 10mila ruoli da coprire, nelle nostre iperboli tipiche di noi petroniani) di una punta che “porti goal” e di un portiere. Ci racconti il portiere che più ti ha impressionato nella storia dei rossoblù e la punta che ti ha ispirato maggiore simpatia sotto le due torri ma che non è passato alla storia per il suo numero di goal, portati alla causa del Bfc?

 2) Il Bologna ha avuto ottimi portieri. Fra questi, il primo nome che viene in mente è quello di Pagliuca, che qui è nato anche se i successi è andato a raccoglierli altrove. Per quanto riguarda gli attaccanti, difficile prescindere dagli ultimi, Gilardino, Diamanti, Di Vaio, Signori, Baggio, Andersson, o dagli storici Nielsen e Pascutti, per non andare ai tempi di Sansone, ma tutti hanno raccolto per quanto meritavano. Il bomber “incompreso” potrebbe essere Cruz: in rossoblù faceva incazzare, poi direi che si è tolto belle soddisfazioni.

3) Il restyling delDall’Ara è solo questione di mesi e forse diventerà un pezzo di grande architettura mondiale.
Torniamo indietro agli anni 70: come si viveva in quegli anni il nostro stadio? Che cosa hanno tolto a quel modo di vivere il calcio le televisioni globali?

3) Non so che cosa diventerà il Dall’Ara, ma odiando le iperboli lascerei perdere l’architettura mondiale. Quello che era è quello che mi auguro torni a essere in fretta: uno stadio a misura di famiglia, dove si poteva esprimere il proprio tifo senza remore e dove le squadre giocavano sul miglior manto erboso d’Italia.


4) Corvino o Fusco? Un dilemma forse irrisovibile, che creerà non poche spaccature fra i tifosi rossoblù. Anche qui torniamo indietro di qualche anno: ci racconti chi era Carlo Montanari, come uomo e come grande direttore sportivo dei nostri colori?

4) Fusco ha lavorato bene in condizioni disastrose, Corvino è un ottimo professionista: comunque vada, da questo punto di vista il Bologna sarà in buone mani. Chi era mio padre non te lo posso certo riassumere in poche righe. Era un uomo onesto, che ha sempre fatto il bene della società senza cercare le luci della ribalta. Il fatto che il suo nome sia sconosciuto alla massa dei tifosi è il segno che ha centrato l’obiettivo: lavorare per la società e non per sé stesso.


5) E’ di ieri la presentazione di Claudio Fenucci, nostro nuovo amministratore delegato della società felsinea. Voltiamo indietro il nostro pensiero: chi fu e perchè il più grande dirigente rossoblù che tu hai conosciuto nella Tua lunga carriera di cronista di sport e non solo?

5) Il calcio negli ultimi anni è cambiato totalmente. Dal passato del Bologna, pescherei mio padre (e non perché sono suo figlio, ma perché so quanto ha fatto per il Bologna), Gipo Viani – guarda caso il “maestro” di mio padre – è un presidente che non è mai stato apprezzato dalla piazza pur gestendo in limpidezza il club e mantenendolo sempre in Serie A: Luciano Conti. Un altro grande uomo di calcio passato da queste parti è Lele Oriali, uno degli ultimi gentiluomini di un calcio che non c’è più e che tutti rimpiangiamo.

Abbiamo cucito questa piccola intervista con gli occhi girati indietro, rivolti al passato, sapendo che questo non tornerà mai più. Grazie caro Marco e ciao, per l’ultima volta, Tilde.

 

 

 

 

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