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CALCIO E LETTERATURA – La fede rossoblu di Pier Paolo Pasolini – 2 nov

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Letteratura e calcio, un connubio diventato, spesso, inscindibile. Noi, in questo articolo, vogliamo raccontarvi il legame fra Pier Paolo Pasolini e i colori rossoblu. Un grande autore, forse uno degli artisti più completi all’interno del Novecento italiano, nato proprio a Bologna nel 1922. Un autore che è sempre stato innamorato dello sport, che lui stesso ha definito “l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo”. Tifosissimo del Bologna (“sono naturalmente tifoso del Bologna, essendo Bologna la mia città natale”), quando poteva nelle partitelle con gli amici indossava spesso e volentieri la maglietta rossoblu. La indossava con orgoglio, la sentiva quasi come una seconda pelle, come un segno di appartenenza alla sua città. Lo stesso Franco Citti in “Vita di un ragazzo di vita” ammise: “Solo una volta l’ho visto incazzato davvero. È stato quando andammo all’Olimpico a vedere Roma-Bologna e la sua squadra perse per 4-1“. Poi, Pasolini si allontanerà da Bologna, a causa di una successione di eventi, che ora non prenderemo in esame. Ciò non sminuisce la sua fede calcistica, tutt’altro. Pasolini incarna perfettamente il tifoso del Bologna e lo dimostra anche quando scrive pezzi come: “Mi viene quasi il nodo in gola se ci penso. Allora il Bologna era il Bologna più potente della sua storia: quello di Biavati e Sansone, di Reguzzoni e Andreolo (il re del campo), di Marchesi, di Fedullo e Pagotto. Non ho mai visto niente di più bello degli scambi tra Biavati e Sansone (Reguzzoni è stato un po’ ripreso da Pascutti). Che domeniche allo stadio comunale!“.
 
IL COMPLEANNO DI BERTOLUCCI – E, a  proposito della sua fede calcistica: mi piace pensare (ipotesi più che probabile) che sia stato proprio Pasolini a imporre alla sua squadra di indossare le maglie rossoblu in una partita particolare. Era il compleanno di Bertolucci e a Parma, per l’occasione, fu allestita una partita tra due squadre. Era “Pasolini vs Bertolucci“, come titolò il giorno seguente la Gazzetta di Parma. Una gara che andò in scena al campo della Cittadella, non distante dallo stadio Tardini.
 
BOLOGNA-INTER: PASOLINI E SERENI – Tornando al Bologna, curiosità vuole che, quando Pasolini viveva a Casarsa, anche la carta da parati fosse rossoblu. Da buon tifoso, poi, non mancavano neanche gli sfottò. Celebri restano quelli a Sereni, soprattutto quando la sua Inter perdeva contro il Bologna.
 
GLI IDOLI – Ha avuto due grandi idoli nel Bologna: il primo è Amedeo Biavati, del quale Pasolini provava a imitare il “doppio passo” nelle partitelle con gli amici e il secondo, neanche a dirlo, è Giacomo Bulgarelli. Pasolini in un suo articolo lo definì come colui “che gioca calcio in prosa“, facendo una distinzione fra lui e Rivera, esponente del “calcio in poesia“. Due definizioni meravigliose che sembrano andare di pari passo con quelle, altrettanto splendide, che provenivano dall’arguta penna di Gianni Brera. Bulgarelli visto come un mito, tanto che, “quando Pasolini lo incontrò sembrava avesse visto Gesù“, come rivelò Sergio Citti. Già, perché Giacomo Bulgarelli decantava calcio in mezzo al campo, con un’eleganza fuori dal comune e, forse, è proprio questa la caratteristica che colpì Pasolini. Due artisti, due geni: l’uno nell’ambito letterario, l’altro in quello calcistico. Bulgarelli interpretò anche un ruolo (sè stesso) in un film-documentario di Pasolini dal titolo Comizi d’amore (vedi foto, ndr). La passione per il calcio e gli aneddoti relativi al Bologna non finiscono qui, infatti come rivela Italo Cucci: “Pier Paolo andava al Littoriale con Bulgarelli e Pascutti, metteva la sua bella maglia rossoblu e giocava, giocava da Dio, leggero ma taraghigno, veloce e incisivo proprio come quel Biavati inventore del passo doppio cui si ispirava”.
Non è casuale che questo articolo sia uscito oggi. Infatti il 2 novembre 1975 Pasolini venne assassinato. Questo articolo, dunque, vuole essere un omaggio ad un grandissimo autore italiano.

Foto: Pasolini intervista i giocatori del Bologna durante le riprese di Comizi d’amore, ottobre 1963, foto Angelo Novi. Centro Studi – Archivio Pier Paolo Pasolini / Archivio Fotografico – Cineteca del Comune di Bologna.

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