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VIRTUS – Finale Virtus Granarolo 85 vs Acea Virtus Roma 89 – 2 Mar

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Inizia con Noi la sua avventura giornalistica Stefano Ramini, head coach delle giovanili della Murri basket (e se non sei head coach per Noi sei head coach lo stesso). La Redazione compatta gli fa un grandissimo “in bocca al lupo”!


Il ritorno dello Zar non basta, Roma piega Bologna al supplementare

 

“A m’arcord”. Il pensiero che unisce gli ottomila della Unipol Arena nel ricordare le gesta di uno dei personaggi più carismatici ed incisivi della storia bianconera: Sasha Danilovic.  L’uomo del “tiro da 4”, dei quattro scudetti, dell’Eurolega del lontano ’98. Lo stesso che due anni prima deliziava il Madison Square Garden con un 7/7 da tre punti, lasciando il segno anche nel basket d’oltre oceano. Un ritorno per ricevere l’abbraccio caloroso di un pubblico che non l’ha mai dimenticato. La maglia numero 5 viene oggi ritirata per sempre, esposta in bacheca accanto a quelle di altri due grandi del passato virtussino come Brunamonti e Villalta. Un commosso Predrag ringrazia i presenti, sottolineando come tutto ciò sia per lui motivo di grande orgoglio. Terminato il tempo del nostalgico passato, gli occhi sono ora rivolti al campo. Va in scena la 21esima giornata di Serie A che vede la Granarolo Bologna opporsi alla quinta forza del campionato, l’Acea Roma. La contesa offre da subito un ritmo piacevole e accende i riflettori sulle prestazioni di tre giocatori. Nello specifico Hardy per i padroni di casa e lo scatenato tandem capitolino Goss-Jones, sono perfetti dal campo rispondendo l’uno ai colpi dell’altro. Le lacune difensive e qualche persa di troppo archiviano la prima frazione sul 22-18 ospite. L’ingresso di un influenzato King consente a Bologna di alzare il quintetto e guadagnare centimetri sotto le plance. Mossa azzeccata di coach Valli, che frutta un immediato parziale di 6-2 dopo appena due primi dall’inizio del secondo periodo. Fisicità e dinamismo sono però l’arma in più per l’Acea, di cui il già citato Jones continua ad essere il terminale principale. Un chirurgico Walsh non vuole essere spettatore: retina bruciata un paio di volte dalla lunga distanza e -6 all’intervallo.

Al rientro in campo ci si attende una reazione, spinta dall’ovazione che accoglie la celebrazione del Sasha moment. Purtroppo il calore che avvolge il rettangolo di gara ha effetto contrario. E’ Roma a beneficiarne portandosi sul massimo vantaggio (+13). Troppe le amnesie difensive bianconere e sanguinose le palle perse dal duo Ware-Walsh che consentono agli uomini di Dalmonte di correre agevolmente in contropiede. La V nera è però un diesel, carbura lentamente ma in maniera efficace. Un imprescindibile Hardy guida la rimonta, segnata in particolar modo dall’incredibile buzzer beater di Gaddefors sulla sirena del terzo periodo. Svantaggio dimezzato e Bologna ancora in partita. L’ultimo periodo vive emozioni forti. Con una solida difesa e un Ebi in formato playoffs, la Virtus agguanta il pareggio a quota 65. I capitolini non ci stanno e si rimettono a distanza di sicurezza. Non hanno fatto i conti con uno scatenato Hardy, che a 1’ dalla fine si inventa il canestro della nuova parità. Una persa di Walsh a 10” dall’ultima sirena sembra l’epilogo di un’emozionante contesa, ma Ware regala altri cinque minuti di speranza con una rubata a tempo ormai scaduto. Supplementare. Il quinto quarto vede una Valli band esausta soccombere lentamente sotto i colpi di Roma. La perdita di fluidità offensiva e il ferro che non aiuta guidano Jones e compagni sulla strada del successo. La reazione d’orgoglio finale non basta alle V nere. Al minuto 45 l’Acea si impone per 89-85.

L’assenza di Imbrò e la mancanza di un vero e proprio regista, non aiutano un collettivo che ha necessariamente bisogno di ritrovarsi. I capitolini giocano semplice ma concretizzano cinicamente, rovinando parzialmente la festa bianconera. 

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