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Bologna

RS – STADIO: Irrompe Zanetti, sfuma Tacopina – 26 set

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In appena 24 ore il futuro del Bologna cambia, smonta l’appena accennata bandiera americana per tornare a sventolare quella italiana. Sfuma Tacopina, ritorna a sorpresa Massimo Zanetti che si riprende un po’ di rossoblù.
Succede tutto in una giornata che convulsa è dire poco: al mattino il CdA analizza le carte degli americani e riscontra che non ci sono le condizioni per andare avanti, quelle richieste per evitare i rischi di un fallimento pilotato che effettivamente mancando certe garanzie è più che una possibilità e che farebbe il gioco di chi comprerebbe la società. Non esiste, per Guaraldi, lasciare la possibilità agli americani di controllare la società fino a ridurla sull’orlo del fallimento per poi prenderla con due spiccioli: delle garanzie erano state chieste e delle garanzie non sono state date. Nel gruppo di soci però c’è una spaccatura: i fratelli Romani, Zucchini e Serafini infatti possono anche concordare con la possibilità, ma l’alternativa qual’è? Un fallimento sicuro. Per cui il ragionamento è questo: meglio rischiare con gli americani che certamente fallire senza di loro. Poi arriva, come un colpo di teatro, la telefonata di Massimo Zanetti. Che è impegnato con l’ingresso in borsa della sua società, ma allo stesso tempo non vuole né svendere né vedere fallire il Bologna. Ed ecco la soluzione: il patron della Segafredo copre il buco in essere con il suo patrimonio personale. Gli americani si allontanano, e c’è chi dice che sia per lo sdegno per una società che dice di voler vendere ma poi non lo fa e chi perché a queste condizioni il Bologna diventa troppo costoso. Il Bologna va avanti con l’attuale società, Guaraldi rimane in sella e ritorna Baraldi, uomo di fiducia di Zanetti ai tempi della sua breve presidenza.  

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