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The Day After: Il sapore della Vittoria – 13 set

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La domanda sorge spontanea: da quanto non si vinceva? Occhio e croce, la cifra oscilla tra le nove e le dieci partite ufficiali: un’infinità, calcisticamente parlando. O forse anche di più, se si vuol aver l’ardore di risalire all’ultima vittoria in trasferta, datata 9 febbraio (!) in quel di Torino. Numeri da brividi: numeri che, almeno per una notte, sono stati cancellati dall’armadio degli incubi del tifoso rossoblù. Ah, vittoria, quanto ci eri mancata: si torna a gioire , dopo un’astinenza quasi surreale, per i dolci tre punti, vocabolo per troppo tempo rimasto fuori dal dizionario di fabbrica bolognese.

Tre punti, come dicevamo, d’oro, necessari non solo per cacciare via una volte per tutte quella “ sindrome da sconfitta” trascinatasi pericolosamente dallo scorso anno, ma anche per diradare una volta per tutte le nubi sopra il cielo di Casteldebole: dense, come quelle createsi, ad esempio, non solo attorno alla figura di mister Lopez, già messo in discussione dopo i primi due passi falsi, ma anche al resto alla squadra, accusata non troppo velatamente di un’ipotetica dipendenza di andamento dalle tristemente note vicende societarie. Via, uccellacci del malaugurio!

Poi, sia chiaro: non che quella scaturita all’”Adriatico” di Pescara sia stata la classica vittoria capace di metter tutti d’accordo ( anzi…), ma per il momento, va bene così. Eccome se va bene.

Sulla partita, pensandoci, ci sarebbe un intero libro da scrivere: da tempo, da queste parti e dintorni, non si vedevano trame del genere, quasi cinematografiche.  3-0 dopo il primo tempo, roba da non crederci: se poi segna pure Acquafresca, vien da chiedersi, per citare Shakespeare se “ sogno o son desto ? ” ( a proposito, gran bel goal quello di Robert, come del resto gli altri di Casarini e, soprattutto di Buchel). Dopo appena quaranticinque minuti sembra finita, ma il Bologna è pur sempre il Bologna. Ecco che allora ci pensa il buon vecchio Nando Coppola, memore di vecchie infelici esperienze tra i pali, a riaprire il tutto: goal e rigore regalato, con espulsione annessa. Nel tempo di neanche venti minuti il Pescara torna in partita: sembra il preludio dell’apocalisse, ma così non è, grazie ad un super Stojanovic e ad una squadra dotata di un grande cuore atto a colmare i buchi lasciati da evidenti lacune tecniche.

Perché di orrori calcistici, nonostante la vittoria se ne sono visti in abbondanza: ma questo poco importa al momento. Ci sarà il tempo per parlarne e discuterne attentamente, ma non stasera, per favore.

Stasera godiamoci il ritorno alla vittoria: il sapore di tre punti accarezzati per tanto, troppo tempo. Sperando, chiaramente, di rompere fin da sabato prossimo anche il tabù del Dall’Ara.

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