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A tu per tu con Beppe Nuti – 3 mag

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La nostra inviata, Valentina Cristiani, alla vigilia della delicata sfida Genoa-Bologna, ha incontrato Beppe Nuti, un giornalista che ha contribuito a scrivere la storia del giornalismo genovese. Due volte direttore della cronaca delle due maggiori tv liguri, Primocanale e Telegenova, e responsabile sportivo di tutte e quattro le tv locali. Alle già citate aggiungiamo Telecittà e Telenord, dove collabora attualmente. Scrive per varie testate, tra cui “Il Pubblicista“, distribuito allo stadio Luigi Ferraris in occasione delle partite di Samp e Genoa.

Beppe, il tuo pronostico sulla sfida che si disputerà tra poche ore?
“Un pareggio. La posta in palio è ovviamente più importante per il Bologna, ma anche Gasperini ed il presidente Preziosi, dal canto loro, ci terranno a fare bene nel penultimo confronto tra le mura amiche. Soprattutto perché, strano gioco del destino, i rossoblù liguri saranno “arbitri” della corsa salvezza dato che, in una settimana, affronteranno prima i felsinei e poi il Sassuolo. Poi, non dimentichiamolo, per una sorta di “rivincita” del passato con i felsinei. Il Grifone recrimina il decimo scudetto, quello che viene ricordato come il “furto della stella”. Il Genoa avrebbe potuto vincere il suo decimo scudetto nel 1925, ma “perse” la finale contro il Bologna. (Ricordiamo cosa successe, per onor di cronaca: la gara d’andata a Bologna la vinse il Genoa che però, incredibilmente, perse in casa la gara di ritorno. Fu necessario lo spareggio che vedeva il Genoa vincitore per 2-0 fino a quando, in seguito a una deviazione in corner del portiere del Genoa, vi fu un’invasione di campo dei tifosi bolognesi capeggiata da alcuni gerarchi armati di rivoltelle che sostenevano che la palla fosse entrata in rete e che costrinsero l’arbitro a convalidare il gol. Poco dopo il Bologna pareggiò e la partita finì 2-2. L’arbitro aveva promesso al Genoa che lo avrebbe fatto vincere a tavolino per l’invasione di campo, ma davanti a Leandro Arpinati, vicepresidente della FIGC , non mantenne la parola. Fu necessaria una seconda gara di spareggio finita 1-1. La FIGC decise che la terza gara di spareggio si sarebbe disputata a settembre e invitò le squadre a mandare i giocatori in vacanza ma all’improvviso cambiò idea e decise che la partita si sarebbe giocata ai primi di agosto alle 7 del mattino. Il Genoa era fuori forma mentre il Bologna, probabilmente avvisato in anticipo da Arpinati, si era continuato ad allenare e la partita fu vinta dal Bologna. E così alla finale scudetto ci andò il Bologna che conquistò il suo primo scudetto battendo l’Alba (4-0 all’andata e 2-0 al ritorno)”.


Il Genoa, oltre a Kucka, Matuzalem, Centurion e Calaiò, sarà privo per squalifica del difensore Portanova (uno degli ex insieme a Gilardino) e dell’esterno De Ceglie (lesione del legamento crociato), per lui stagione finita. Incideranno parecchio queste assenze?

“No, assolutamente. A prescindere dalla squalifica il rapporto tra Portanova e Gasperini si è incrinato (basti pensare che la fascia da capitano, anche al rientro dal suo infortunio, è passata a Gilardino e che lunedì Daniele ha twittato un enigmatico “L’ultima notte al mondo” di Tiziano Ferro, ndr)”. E’ comunque tornato Antonini (recuperato dall’influenza, ndr) e, al centro della difesa, vi sarà De Maio al posto di Burdisso. Il Grifone schiererà un tridente offensivo, Sculli esterno di sinistra con Gilardino, supportati da Fetfatzidis. Grifone in campo con il 3-4-3: Perin; Antonini, De Maio, Marchese; Vrsaljko, Sturaro, Bertolacci, Antonelli; Fetfatzidis, Gilardino, Sculli”.


Ballardini è anche una “vecchia” conoscenza genoana. Nel 2010 subentrò a Gasperini, chiudendo la stagione al decimo posto, per poi ritornarci nel 2013 subentrando a Delneri.

“Ballardini è uno pratico, vorrei smentire la teoria che le sue squadre non hanno gioco e pensano solo a difendersi. E’ uno capace, non è facile prendere le compagini in corsa, quando non le hai preparate. Davide è una persona intelligente, tranquilla e concreta, che lavora con serietà. E qui a Genoa conosciamo bene i risultati che ha ottenuto…”.

Dulcis in fundo, dopo un mese di allenamenti a porte chiuse (e silenzio stampa dei giocatori, ndr), la societá felsinea ha deciso di riaprire le porte ai tifosi..

“Sono da sempre contro il calcio a porte chiuse, il calcio è dei tifosi”.

 

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