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Bologna FC

A tu per tu con Marica Giannini – 2 mag

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A poche ore dalla delicata sfida Genoa-Bologna, la nostra inviata, Valentina Cristiani, ha incontrato l’affascinante giornalista Marica Giannini. 

Marica, quali sono state le tappe principali della tua carriera?  

“La mia passione per il giornalismo ha radici nel mio passato. Da piccola sognavo di diventare  inviata di guerra. La Gruber è sempre stata il mio esempio di giornalista anche se poi ho intrapreso la carriera del giornalismo sportivo. Sono stata spinta dal mio amore per lo sport. Ho assaporato il gusto del giornalismo sportivo avvicinandomi al mondo del basket lavorando in una tv locale napoletana ai tempi del Carpisa Basket. Dopo questa parentesi durata due anni, ho iniziato a lavorare per Dahlia tv alla guida del telegiornale sportivo. Dopo altri due anni per la pay tv sono passata alla televisione in chiaro con Sportitalia. E’ stata una grande esperienza formativa e sono cresciuta professionalmente. Poi purtroppo sappiamo tutti come sia andata. Ora sono pronta per nuove avventure…”


A tre giornate dal termine, Bologna al terz’ultimo posto. Come spieghi questo “andamento lento” rossoblù? 

“Questa classifica credo sia frutto di una stagione difficile fatta di alti e bassi e fatta di scelte societarie. Credo che ora l’unico obiettivo sia cercare, con il coltello tra i denti, di salvare la permanenza in serie A.  Cercare di tirar fuori quello che è mancato in questa stagione e affidarsi al supporto di tutti e all’esperienza di Perez e Bianchi”.


A tuo avviso, chi si salverà tra Chievo, Sassuolo e Bologna? E soprattutto chi ha il migliore organico e sta scendendo in campo con il “piglio giusto” in questo rush finale? 

Una crisi evidente quella del Bologna che è stata non agevolata soprattutto dagli scontri diretti: il trittico di scontri  con Sassuolo,  Livorno e Cagliari in cui il Bologna ha conquistato appena un punto – in casa coi neroverdi –  ha complicato oltremodo la corsa verso la salvezza. Credo che potrebbe avere più chance per storia, carattere ed esperienza, Bologna e Chievo anche se, in forza, al Sassuolo ci sono giocatori forti come Sansone e Berardi”. 


Pioli-Ballardini. Cos’ha portato questo cambio in panchina?

“Credo che la scelta del cambio panchina sia stato dettato dal desiderio di dare uno scossone all’ambiente. Sicuramente la società non ha agevolato il lavoro di Ballardini non portando un sostituto di Diamanti che ha scelto di volare in Cina”.


Quanto incidono i tantissimi gol subiti nell’ultimo quarto d’ora dai rossoblù e l’aspetto psico-motivazionale sugli ultimi risultati della Ballardini band?

“Credo che Ballardini non abbia tutte queste colpe. Ha preso la squadra a campionato in corsa e, come spesso accade, chi subentra, deve adattarsi a quello che è stato fatto prima. Sicuramente il lato psicologico, la poca sicurezza in se stessi da parte dei giocatori, visti gli scarsi risultati, hanno peggiorato una situazione in casa Bologna che già era in parte compromessa”.


Per la sfida col Bologna, Genoa privo del difensore Portanova (uno degli ex insieme a Gilardino, ndr) e dell’esterno De Ceglie (lesione del legamento crociato), fuori tre mesi.

“Il Genoa non ha più nessuno obiettivo da centrare, il Bologna deve invece lottare per la salvezza. Sulla carta, assenze a parte, potrebbe sembrare una sfida agevole per la truppa di Ballardini ma sappiamo che nel calcio ormai nessuno regala nulla”.


Dopo un mese di allenamenti a porte chiuse, la società felsinea ha deciso di riaprire le porte ai tifosi che, è bene ricordarlo, domenica scorsa hanno sostenuto ed incitato i propri beniamini fino al fischio finale, nonostante la pesante sconfitta casalinga con la Fiorentina (3-0).

“Le insistenti richieste degli ultrà e della stampa ma soprattutto, come hai sottolineato tu, il sostegno dei tifosi nel finale della sconfitta con la Fiorentina, hanno convinto Ballardini a rivedere la scelta di allenamento a porte chiuse. Anche perchè un isolamento, che a dirla tutta, non ha portato a nessun evidente risultato. Intanto dovrebbe finire anche il silenzio stampa dei giocatori”.

 

Nota non trascurabile, da febbraio, nella squadra, con l’addio di Diamanti manca un leader in campo, ossia un giocatore positivo, propositivo, nonché carismatico e trascinatore. L’allenatore può sostituirsi ad esso? E soprattutto, leader si nasce o si diventa?

“Come già detto, l’addio di Diamanti ha compromesso la strada del Bologna in questo campionato. Gli errori magari sono stati fatti nel mercato invernale ma credo che, comunque andrà, la prima cosa da fare in casa Bologna dovrà essere quella di intervenire sul mercato estivo. Leader si nasce. Si può diventare, ma solo con l’esperienza e la maturità”.


Dulcis in fundo, nel rush finale per la salvezza il Bologna ha deciso di affidarsi al mental coach Giovanni Gabrielli, condividi la scelta? Cosa può portare a tuo avviso?

“In questo rush finale credo che una guida come il mental coach possa aiutare i ragazzi nell’affrontare al meglio queste ultime gare decisive per la salvezza ma credo al tempo stesso che non possa salvare una stagione”. 

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