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RS-STADIO: Grande Bologna l’Inter ha tremato – 06 Apr

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Dalle colonne di Stadio, si legge di un Bologna coraggioso che trova un punto di platino e un pieno di fiducia in chiave salvezza. Nonostante la prima doppietta nerazzurra di Icardi, né il rigore – in verità leggero – assegnato dopo trentatrè giornate e mille lagne.

Nelle formazioni iniziali Mazzarri ricolloca Ranocchia in difesa, sostituisce l’infortunato Jonathan con D’Ambrosio, preferisce Alvarez a Kovacic e l’allinea a Palacio dietro Icardi, unica punta. Tra adeguamenti al 3-4-2-1 interista e ripensamenti tattici dopo il ko con l’Atalanta, Ballardini dilata la mediana e accorcia l’asse difensivo, optando per un 3-5-1-1 con Kone trequartista e Cristaldo centravanti. Garics avanza così sulla fascia, nel cuore del centrocampo Pazienza sfratta Perez, riappare Cech titolare dopo cinque mesi.

C’è un’altra novità: Mantovani per Cherubin. Normale alternanza che costa carissima, poiché è il centrale a smarrire Icardi e spianare il vantaggio al pronti-via: indisturbato, sul cross di Nagatomo, l’argentino uccella Curci in controbalzo. Sembra l’incipit di una partita senza storia, suffragato dai ripieghi rossoblù e dai brividi provocati da Alvarez e Hernanes, invece il Bologna riacciuffa il filo del match, alza il pressing, guadagna campo e convinzione. Non sorprende, nel contesto, la trama del pareggio, griffato… solo casualmente da Cristaldo: Garics – scatenato – mortifica Nagatomo e centra per l’attivissimo Lazaros, la paratona di Handanovic è inutile perché Pazienza, da fuori area, scaglia forte e il tocco di Cristaldo sorprende il portiere. Bologna in gol dopo 870’.

L’Inter, prima e dopo, raccatta un paio d’opportunità con Palacio e Cambiasso, ma si tratta di lampi nel buio: trascorsi una ventina d’accettabili minuti, diventa ostaggio d’un gioco prevedibile, preda delle ormai abituali amnesie di una difesa a tre che non convince. La lucidità è minata, la qualità discutibile. Manca soprattutto quella cattiveria che nutre invece le azioni del Bologna. Il tempo nerazzurro si chiude con un moto d’orgoglio infruttuoso e un rigore invocato per mani di Mantovani: non c’è e a dirla tutta rischia di più Juan Jesus, prima di lasciare il campo per infortunio, quando contrasta in area Kone. Al momento del the, il popolo fischia. E in avvio di ripresa non s’intravvedono scosse, anche perché il Bologna copre bene gli spazi.

Per sbucare dalla densità a centrocampo, ci vuole però una magìa di Icardi: servito da Hernanes, calcia in porta da venti metri, la palla sbatte sul palo e va dentro. Sembra la svolta, invece occorre fare i conti con l’apprezzabile coraggio di Ballardini (dentro un’altra punta, Acquafresca, al posto di Khrin che si fa male) e con una nuova frittata dell’Inter. Stavolta è di Rolando, Cambiasso non ripara e Kone, da un passo, ringrazia e pareggia. Il risultato si fissa, le emozioni proseguono: Mazzarri tira dentro Milito – fuori Cambiasso – Ranocchia viene graziato per un fallaccio su Lazaros (solo giallo), poi Mantovani contrasta Palacio e Milito spreca un rigore attesissimo e per nulla nitido. C’è ancora spazio per un liscio di Lazaros, per una punizione-suspance di Nagatomo, per un miracolo di Handanovic su Acquafresca che sulla ribattuta incredibilmente manda fuori. Poi solo i sorrisi del Bologna e i dubbi dell’Inter, sommersa dai fischi di San Siro.

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