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Alé Bulåggna! – L’âcua cèra in båcca – 28 mar
Questa settimana raccogliamo un po’ di modi di dire relativi a sensazioni corporee spiacevoli. Ogni riferimento alla squadra, nella persona del suo presidente, dei suoi dirigenti, dello staff tecnico, dei suoi giocatori non è puramente casuale.
As fà vgnîr ståmmg arvêrs, in modo molto semplice e pittoresco indica che qualcosa ci induce il rovesciamento delle viscere.
As fà vgnîr l’ingåssa, ci provoca un nodo alla gola che ci impedisce di deglutire; curiosamente nel bolognese abbiamo due termini con derivazione latina comune, che, simili negli effetti descritti, si differenziano per l’origine del disturbo, l’angósstia che proviene dallo spirito e l’ingåssa che proviene dal corpo:
As fà spadîr i dént, l’espressione si associa a cibi che allappano, ovvero ch’i lîghen, come per esempio un rusticàn aṡêrb o peggio un prugnôl.
As fà vgnîr al lât ai żnûc’, questa espressione non è esclusivamente bolognese e potrebbe fare riferimento al lungo tempo di mungitura manuale perché il latte, nel secchio tenuto fra le gambe, raggiunga il livello delle ginocchia. Preferiamo però un’altra interpretazione che considera che i lât sono anche pancreas e/o altre interiora ghiandolari del maiale che un tempo venivano gustate il giorno stesso dell’ inftidûra dal ninén. Per assonanza con altre ghiandole del tifoso rossoblù che hanno raggiunto per l’appunto il livello delle ginocchia.
As fà vgnîr só i bilén dla craiṡma, è una delle espressioni iperboliche tipiche della nostra lingua per una nausea così profonda che ripropone addirittura i confetti dell’ormai lontano giorno della cresima.
As fà vgnîr l’âcua cèra in båcca, è espressione ambivalente che da un lato significa avere l’acquolina in bocca, quindi pregustare un piacere e dall’altro la senzazione di salivazione eccessiva che precede l’atto del vomitare, ovvero ed gumitèr anc äl budèl.
Alé Bulåggna !!!
28 ed mèrz 2014
Gallo
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