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Bologna FC

A tu per tu con Fabio Di Piero – 15 mar

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Fabio di Piero: “Mi sono innamorato di loro, del loro modo di “fare calcio” e dello scopo che lo animava ed anima tuttora. Ora eccomi qui…con le “Mamme in Campo per la Fanep”
Fabio Di Piero, classe ’65, mister del Corticella “Mamme in campo per la Fa.Ne.P.”, a undici anni ha giocato negli esordienti e subito dopo nei giovanissimi all ‘U.S. Urbetevere, come esterno destro, dato che la velocità è sempre stata il suo punto di forza. Successivamente agli allievi Romani al G.S. Montespaccato per finire al Fiamma Azzurra l’anno successivo. A 17 anni ha iniziato dapprima la preparazione con l’Under 19 per poi concluderla con gli Scaligeri, società di terza categoria.

“Gli impegni scolastici e le botte che si cominciavano a prendere a quei livelli in quei tempi mi hanno dissuaso dal proseguire e mi sono dedicato più che volentieri a fare Atletica Leggera a livello agonistico con la società sportiva U.S.I. in varie specialità fino all’età di 20 anni dopodiché ho cominciato a fare sport solo a livello amatoriale. Trasferitomi a Bologna sono tornato a giocare a calcio con una prima società di amatori in un campionato CSI, ma quell’anno mi sono rotto il crociato al ginocchio sinistro ed ho dovuto desistere, ma solo per un paio di anni. Infatti, nel Novembre 2003 mi sono operato, e dopo 10 mesi sono tornato in campo grazie ad un mio amico, (F. Bergamaschi) con una squadra di amatori che mi ha dato veramente tanto e che ha vinto tanto il Corticella gestito dal mitico Renato Ghermandi (per tutti Rena). Otto anni tra Amatori Uisp, Eccellenza e Master, abbinati sempre al campionato Over 35. Ho pestato insomma più di una volta il manto del Dall’Ara uscendone molte volte vincitore grazie soprattutto ai miei compagni, la maggior parte dei quali, a differenza di me, ha giocato a livelli alti calcisticamente parlando. Da questa squadra di amatori è nato il mio incontro con la squadra delle “Mamme”. Rena, carpendo la mia passione e sapendo della ricerca di un Mister da parte loro, me lo ha proposto ed io ho subito accettato: mi sono innamorato di loro, del loro modo di “fare calcio” e dello scopo che lo animava ed anima tuttora. Ora eccomi qui…” E sul Bologna afferma che.. “Cristaldo deve giocare sempre perché, del parco attaccanti attuale, è l’unico in grado di fare reparto anche da solo…”

Mister, come giudichi il cammino stagionale sino a qui intrapreso dalle “mitiche” Mamme del Corticella?

“Entusiasmante, con prestazioni sempre all’altezza dell’avversario e delle loro potenzialità. Non sempre abbiamo raccolto quanto per il gioco espresso. In un paio di partite abbiamo pagato caro qualche piccola immancabile distrazione. Comunque tutte ottime prestazioni, collezionando 4 vittorie e 2 sconfitte (di cui una rocambolesca)”.

 

Durante il percorso quali sono stati gli ostacoli più grandi da superare e le squadre più ostiche da battere?

“Le squadre più ostiche: il Basca Galleria ed il Circolo Pizzi……a detta loro. Secondo me, il Basca ed il Castenaso”.

 

Ci riveli le caratteristiche tecnico tattiche della squadra che alleni e la “forza” del vostro gruppo?

“Il nostro modulo di partenza, giocando a 8 prevede un centrale dietro con due laterali bassi stretti , un mediano centrale davanti la difesa a definire un rombo, due esterni alti e la punta. Durante le fasi della partita a seconda se siamo in possesso o no di palla lo schieramento varia passando da un 1 1 4 1 offensivo ad un 1 4 2 difensivo. Normalmente proviamo sempre a fare il nostro gioco senza snaturarlo troppo in relazione all’avversario. Qualche accorgimento in più spostando e sfruttando le pedine giuste che una rosa ampia e di qualità mi permette. Questo è il nostro segreto. Il resto lo fa il gruppo che si è creato e fortificato alla base negli anni. Con i giusti innesti di quest’anno poi….. Tutte meravigliose”

 

Due aggettivi riguardanti le caratteristiche che rispecchiano le calciatrici della tua squadra …

“Due aggettivi sarebbero pochi.. Spirito di sacrificio, tenacia, caparbietà di e soprattutto il cuore che mettono in campo dando tutte se stesse. Si vinca o si perda si festeggia sempre …..l’importante è essersi divertiti e quando c’è il divertimento il gioco viene da se… Inutile dirti che sono orgoglioso di loro, anche se in campo sbraito come se allenassi il Real Madrid…. ….e mi riescono a sopportare pensa tu!!! Il “nostro motto” anzi il mio….”du tokki du kose”…”

 

E soprattutto il “progetto benefico” di Mamme in campo … per la Fanep?

“Il legame è nato pensando ad una raccolta fondi all’entrata dei campi dove giochiamo ma, visto il pubblico molto scarso, che ormai ci ritroviamo, organizziamo cene ed eventi e supporti pro Fanep con pubblicità che facciamo tramite giornali, interventi in radio all’interno dello sport”.

 

Passando alle dolenti note rossoblù, a cosa pensi sia dovuta la scarsa incisivitá offensiva della squadra di Ballardini? Come si può fare per cambiare rotta?

“La squadra ha perso Gilardino, Gabbiadini e Diamanti, non ci sarebbe da aggiungere altro. Ricostruita con attaccanti di secondo piano, aggiungendo che dal centrocampo e dalle fasce non arriva quasi mai uno straccio di assist, Cristaldo deve giocare sempre perché, del parco attaccanti attuale, è l’unico in grado di fare reparto anche da solo”.

 

I numeri parlano da soli: sono 450 i minuti giocati senza Diamanti ed i rossoblù non vedono la porta da ben 426. Era un Bologna Alino dipendente? I pareri sono discordanti a riguardo …

“Purtroppo si, ma l’ultimo Diamanti era troppo solista/egoista e rischiavamo seriamente che se uno dei suoi tiri da centrocampo non si trasformava in rete, per il Bologna era notte fonda. Era semplicemente da cedere prima e con i soldi incassati sostituirlo degnamente”.


Domenica scorsa, contro la Samp, abbiamo visto un Livorno dai due volti: ottimo primo tempo con due reti all’attivo e irriconoscibile nella ripresa dove ha insaccato 4 reti (2 autogol).

“Domenica il Livorno ha dimostrato troppa “fragilità mentale”. La paura di retrocedere e forse pensare di avere già vinto hanno fatto il resto. Il Livorno aveva cominciato il campionato alla grande, poi però ha infilato una serie di risultati negativi che l’hanno riportato alla stato di neopromossa”.


Dulcis in fundo, cosa dovrà temere il Bologna della corazzata livornese?

“Beh, i punti di forza del Livorno sono gli attaccanti, quindi il Bologna dovrà preoccuparsi di giocare una partita a viso aperto perché se domenica non dovesse segnare nemmeno un gol, come ci ha tristemente abituato, sarà durissima racimolare punti…”.

 

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