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Bologna

The Day After – 7 Gen

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Anno nuovo, vecchio Bologna

La vittoria col Genoa, in fondo, non era stata che una dolce ed illusoria parentesi: i tre punti prima della sosta, tralasciando l’allegro e festivo clima pre-natalizio nel quale erano scaturiti, avevano in fin dei conti riportato il sorriso ad una squadra reduce da una terribile serie di batoste.

Già, almeno sulla carta: perché quando c’è il Bologna di mezzo, non si sa mai che piega prenderanno gli eventi. Oppure, vedendola da un altro punto di vista, ma pur sempre sulla stessa onda di pensiero, è di una prevedibilità quasi disarmante: perché, nonostante qualche vittoria consolante, sai che la disfatta, come tante volte è accaduto quest’anno, è sempre nell’aria, pronta ad incombere da un momento all’altro.

La partita di Catania doveva essere un punto di partenza, una nuova rinascita per iniziare bene l’anno di grazia 2014 e scordarsi, almeno temporaneamente, le figuracce e le disfatte collezionate nel girone d’andata: doveva essere il metaforico “ vecchione” bruciato per guardare speranzosi al futuro.

Invece, conforme a quanto visto negli ultimi mesi, il Bologna ha gettato la maschera mostrandosi per quel che realmente è: ovvero una squadra senza attributi e con la sconfitta nel dna. Un’armata Brancaleone mandata allo sbaraglio che, priva del suo condottiero e uomo di punta alias Alino Diamanti, non è mai riuscita a mettere in seria difficoltà un Catania fino a ieri ultima squadra della graduatoria: uno spettacolo censurabile del cui ricordo, tra i panettoni e gli champagne natalizi, il tifoso rossoblù si era momentaneamente scordato e che la sconfitta riportata in terra siciliana ha invece rimarcato e riportato in auge in tutta la sua drammaticità sportiva.

Ma d’altronde, a pensarci bene, il risultato odierno non è che lo specchio del modus operandi delle due società: perché, nonostante i tanti errori fatti in estate, il Catania, a differenze dell’immobilismo regnante a Casteldebole, un primo passo verso la salvezza l’ha fatto riprendendo Lodi, oggi a dir poco decisivo. Sotto le Due Torri invece, il massimo che si è saputo fare è stato riportare in patria un Salvatore Bagni di facciata, per calmare i bollenti spiriti del popolino: e tutto ciò in attesa delle annunciate cessioni per sistemare i deficitari bilanci.

Se il buongiorno si vede dal mattino…il Bologna è davvero in un mare di guai, come recita il famoso striscione.

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