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The Day After – 23 Dic

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Caos calmo

All’indomani della pesante disfatta di Firenze, il caos e l’anarchia avevano ancora una volta preso il  sopravvento sul cielo di Casteldebole: per tutta la settimana, una delle più surreali della recente storia rossoblù, se ne erano dette di cotte e di crude, arrivando talvolta a mischiare finzione e realtà per una commedia alla bolognese dal risvolto tragicomico.

La società, mantenendosi coerente all’inettitudine già dimostrata in passato, tentennava mostrando ancora una volta tutti i propri limiti, senza avere il coraggio di prendere una decisione in un senso o nell’altro: e così, mentre i contatti con vari allenatori disponibili si moltiplicavano a dismisura, un Pioli sempre più sfiduciato dalla alte sfere dirigenziali, conduceva i suoi verso un massacro ed una disfatta sulla carta preannunciate.

Il tutto nella cornice di presunti ammutinamenti a mo’ di Bounty e ritorni quantomeno imprevisti di ex nemici fino all’altro giorno avversari di tribunale: insomma le premesse per il grande ribaltone, dopo una settimana all’insegna di un’ordinaria e per nulla lucida follia, c’erano tutte.

Già, ma qualcosa è andato ( fortunamente) storto.

Perché il Bologna, a discapito di quanto detto da tanti nei giorni scorsi, ha giocato per il suo mister, ritrovando quella compattezza e quell’unità da tempo perse: sospinta dal solito straordinario pubblico, la vittoria inattesa è arrivata grazie ad una rete dalla distanza del suo uomo di spicco, Alino Diamanti, il fuoriclasse della rosa, da tempo in cerca della forma migliore.

E così, con i pronostici della vigilia inesorabilmente ribaltati, Pioli si è tolto di dosso quell’etichetta di “ dead man walking” affibiatagli in settimana e, notizia di maggior importanza, ha ricevuto la conferma all’unisono di tutto il pubblico bolognese, ormai letteralmente innamorato del mister parmense ed in guerra aperta con una società senza capo né coda.

La tragicommedia non finisce però di certo qui: perché il tecnico, ormai consapevole della poca stima nei suoi confronti da parte della dirigenza, potrebbe terminare anzitempo un rapporto che, in ogni caso, avrebbe la sua naturale conclusione nel giugno dell’anno prossimo per tutta una serie di elementi fin troppo chiari.

Lo sguardo commosso con cui il mister a fine gara ha salutato la curva, è parso quantomeno ambiguo: più da addio che da arrivederci. Insomma, il trambusto è tutt’altro che finito: e nel mezzo c’è una squadra che, nonostante la vittoria odierna, deve comunque sudare ancora le sette camicie per ottenere una difficile salvezza.

Dalle parti di Casteldebole e dintorni sarà un Natale tutt’altro che placido…

 

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