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RS-STADIO: Intervista a Renè Krhin – 17 Nov
Nella spalla all’intervista di Renè Krhin che oggi campeggia sulle prime pagine del Corriere dello Sport (di cui proponiamo un riassunto a seguito di questa introduzione), Furio Zara fa un breve ritratto del giocatore: con i suoi 23 anni lo sloveno può già comunque dirsi un veterano, perché sono ormai 4 anni che è un professionista e gioca in Serie A. Arrivato dal Maribor all’Inter, Mourinho lo vede come un predestinato, uno che è nato giocatore, vista la visione di gioca, il fisico, il modo di stare in campo e la facilità con cui calcia. Però Khrin è a Bologna da 4 anni, due dei quali persi tra acciacchi di varia natura ed un brutto infortunio al crociato del ginocchio sinistro. Un talento interrotto, non solo secondo Zara, un giovane con tanta esperienza che trova nel suo pregio, l’essere nato giocatore, il suo difetto, non può accontentarsi di quello che è, ma lavorare sodo, migliorarsi, e crescere ancora.
Ecco un riassunto della bella intervista a Renè Khrin:
Renè Khrin, 23 anni ormai veterano del Bologna con 41 presenze ed un gol segnato, dice di sentirsi responsabilizzato per essere uno dei pochi superstiti del Bologna di Malesani e confessa che per lui Bologna ormai significa casa. Gli infortuni lo hanno privato di una buona fetta delle partite da quando è in rossoblu ed il suo obiettivo è imparare non più solo dagli infortuni ad essere più forte, ma anche dal campo, cercando di giocare una stagione intera, magari questa, approdando alla salvezza col Bologna, magari battendo l’Inter, già domenica. Khrin ha passato tre allenatori in questi anni, Malesani lo considerava un giovane talentuoso ma non lo faceva mai giocare, poi Bisoli lo volle tenere a Bologna, quando la società pareva indirizzata a renderlo all’Inter. Quindi Pioli, che a detta di Renè gli ha insegnato egli sta insegnando tanto, anche a livello mentale e comportamentale. Il giocatore poi non fa mistero di sapere perché con Pioli non giocava inizialmente e conferma di aver dovuto cabiare mentalità per avere una chance. Dice anche di sapere quale sia il suo peggior difetto, lo è da sempre, da quando era al Maribor: è poco “cattivo”. E’ Renè stesso a dire “Quando vedo Perez che fa certe scivolate mi dico: ecco, dovrei farle io quelle cose là”. Lo sloveno poi si dice certo della salvezza ma spera che invertita la tendenza si possa puntare ad un campionato ancora migliore. Elogia Diamanti che crede essere più forte pure di Sneijder e chiude l’intevista ricordando il suo idolo Zahovic (uno dei più forti sloveni giocatori di sempre), di come sia nuovamente nel giro della nazionale e stia già pensando alle qualificazioni europee, visto che la Slovenia non parteciperà al Mondiale in Brasile.
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