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Bologna

Grandi Pensieri di Mattia Grandi

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La soglia di preoccupazione resta alta come ogni estate da tempo immemorabile al Bagno Bologna. La preparazione estiva ed il conseguente programma di amichevoli preparatorie alla nouvelle saison si conclude con una marcata sconfitta in terra inglese. Evidente non tanto nello score finale quanto nell’analisi cinica di una prestazione platealmente insufficiente nella sua globalità. Un amaro tè delle cinque nel quale l’alibi del cubettino di zucchero in meno non funziona, così come quello del ritardo di preparazione o dell’atteggiamento mentale sbagliato. Ci sono limiti tecnici belli evidenti, poche storie. Il bilancio dell’amichevole estate 2013 del Bologna Calcio denota un comune denominatore: rappresentative montane e bimbi del Liverpool a parte, i rossoblu non convincono. Spesso perdono. Capita al triplice fischio con il Kalloni e con il West Bronwich Albion, sulla carta le più titolate avversarie del summer tour 2013 della Pioli Band. Vittoria di rigore e tanta fatica con il neopromosso, in cadetteria, Carpi. Non si tratta mica di guardare solo il bicchiere mezzo vuoto o quello che fa comodo annotare, si fa un’analisi, si scrutano due numeri e si capisce al volo che qualcosa non gira. Squadra più debole di quella dell’anno passato? Sì, è innegabile. Dalla difesa al centrocampo passando per l’attacco. Senza Cherubin, il migliore degli arretrati, lentezza e sbandamenti finiscono per porgere il fianco all’avversario di turno. Sorensen ha i suoi motivi personali e vola in Danimarca, situazione da Agatha Christie. Sulle fasce siamo da anni ai canditi, giù il pensiero. Se Taider parte (mettiamoglielo questo “se” fino all’ufficialità) la zona mediana è ulteriormente declassata nelle sincronie tattiche propositive e contenitive di un reparto aggrappato alle giocate dei singoli anche lo scorso anno. Cure palliative già avviate ed un paio di operazioni in entrata (ci saranno con formule pirotecniche di ingaggio, partecipazioni, prestiti e “clamorosi” ritorni) consegneranno a Pioli il giocattolino 2013/2014 placando sommariamente il malcontento generalizzato. La posizione del Mister è enigmatica. Io, semplicemente, lo reputo una persona intelligente forzatamente condizionata da un corposo contratto di lavoro. Serve aggiungere altro? A queste condizioni si vive nella Terra di Mezzo anche in caso di nausea e mal di stomaco. Poi ci sono state storie diverse, scelte diverse in tempi diversi. Giusto o sbagliato? Non giudico, preferisco osservare. Capitolo attacco. Lo dichiaro adesso così potrò essere tacciato di eresia o venerato come un santone. Siamo leggerissimi e Roland deve dimostrare di valere un Gilardino se no è un casino. In una società dove l’ingaggio di Gimenez purtroppo blocca il mercato offensivo in entrata, basterebbe questo per chiudere l’articolo qui. Aggrappati agli eroi della mitologia greca, ieri peraltro nulli, confidiamo nella buona salute e nella lucidità psichica di Diamanti (ieri nervosissimo, come tanti rossoblu, brutto sentore) perchè altrimenti si gode pochino. Poi ci sono le convocazioni delle Nazionali, grandissima pippa se non ti chiami Juventus, Milan, Inter che hanno la panchina iper lunga. Sabato è già Coppa Italia con il Brescia a meno 14 dalla prima in campionato a Naples. Diciamo che sono meno ottimista dell’11 di agosto di un anno fa.

Mattia Grandi     

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