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MauriViet – “Il Bianchi visto da Torino” – 21 Luglio

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Dalla penna del Nostro MauriViet, rossoblù doc di Torino, un ritratto inedito “torinese” del nuovo centroavanti del Bologna. Buona lettura


“Il Bologna ha preso un buon centroavanti ma soprattutto un grande uomo”. 

“Proprio al Bologna!!!! Speriamo che i suoi gol non bastino per evitare una inevitabile retrocessione”.

Questi i primi commenti ricevuti su FB da due amici granata, rispettivamente Sergio e Vito, quest’ultimo dovrà tra l’altro togliere dal proprio angolo di lavoro i poster dei suoi due giocatori più amati: Ogbonna passato alla Juve e, appunto, Bianchi il nuovo puntero del Bologna. Due diversi modi di interpretare la passione sportiva e di come viene vissuto dal popolo torinista il divorzio con il proprio capitano. Del resto, robe già viste anche dalle parti di Bologna con l’addio di Di Vaio.

Questi addii, queste lacrime sotto le curve mi suonano sempre un po’ indigeste, anche alla luce di ciò che è accaduto in questi giorni per Cavani: se un calciatore si dice “innamorato” della squadra in cui gioca e della città che lo ospita, e che per questo afferma di voler rimanere…RIMANE! Chissà perché la colpa è sempre scaricata sui presidenti? E il tifoso, e noi,  da che parte stiamo? Purtroppo quasi sempre da chi afferma di non essere “apprezzato”, traduzione elegante del “voglio più soldi”. Ma, come dice Lucarelli, questa è un’altra storia.

L’amarezza dei tifosi granata è comunque comprensibile: Bianchi era diventato la bandiera della squadra dopo anni avari di giocatori-simbolo. Ci sono solo 65 km che dividono la brianzola Roncello dal comune di Lovere, paese natio del neo bomber rossoblù. Ambedue lombardi, il primo indossava la maglia numero 11 negli anni settanta mentre il secondo quella con il 9, il granata come colore principale della loro carriera, una leggenda per il popolo della Maratona quello di Roncello, mentre l’altro non lo sarebbe diventato, troppo diverso il calcio di 30-40 anni fa da quello di adesso,  eppoi le statistiche dicono che a renderli differenti agli occhi e ai cuori granata è la differenza dei gol realizzati nel Toro: 95, naturalmente a svantaggio di Bianchi. Ma a renderli ben distinti nel Pantheon granata c’è soprattutto quel pezzo di stoffa tricolore che si chiama scudetto e che il brianzolo di Roncello, di nome Paolino Pulici “Puliciclone”, contribuì fortemente a far vincere. 

Eppure era tanta la voglia di trovare un nuovo idolo, simbolo del riscatto dopo anni bui contrassegnati da retrocessioni e da gestioni disastrose targate Vidulich, Aghemo, Romero-Ciminelli e culminate con il fallimento del 2005. E quell’idolo poteva essere proprio Rolando Bianchi.

No, i tifosi torinesi “sponda granata” dovranno ancora attendere un bel po’. Puliciclone, il Poeta del gol Claudio Sala, l’indimenticabile Gigi Meroni, o il capitano Giorgio Ferrini (senza scomodare il “grande Torino”) sono ancora irraggiungibili. Nella nuova e costituenda formazione non credo si intraveda nulla che possa scaldare i cuori della metà di Torino che non è “gobba”.

E comunque erano in tanti i tifosi che avevano ormai individuato Rolando Bianchi “uno da Toro”, uno che la partita se la giocava fino alla fine, l’ultimo ad arrendersi, tecnica un filino meno di Messi ma con tanta grinta in corpo.

E se anche i tifosi granata si ritengano presuntuosamente una sorta di “popolo eletto” del mondo del calcio, arriverà anche per loro il momento dell’oblio. Anzi, qualcuno se ne sta già facendo una ragione. Dal canto mio vorrei che Vito (un amico con la A maiuscola) provasse nel prossimo futuro due grandi dispiaceri: il primo, che Bianchi segnasse il gol della vittoria del Bologna contro il Toro; il secondo, che l’ormai – per me – grande Bianchi, dopo aver segnato 23 reti, realizzasse anche la rete che significherebbe  l’Europa Legue per il Bologna.

  

PS: Giuro, se due anni fa mi avessero chiesto quali fossero i due centravanti che mi erano meno simpatici avrei risposto Gilardino e Bianchi (!?!?!?) 


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