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Amarcord: il Bologna del 1965

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Era il 1965. Non lo sapevamo che sarebbe stata quella l’ultima volta che avremmo visto i nostri beniamini con lo scudetto cucito sul cuore. Non lo sapevano neppure loro, che lasciarono il trono all’Inter, chiudendo addirittura venti punti sotto, al sesto posto! La reazione, ancora nel ’65 – ma con epilogo nel ’66 – condusse fino al posto d’onore, a 4 punti dalla solita Inter tricolore. Era l’anno in cui fu ucciso Malcolm X, fu spedito in orbita il primo satellite per telecomunicazioni, fu officiata la prima messa in italiano. Era il 1965 e io avevo i calzoni corti. Un anno dopo vidi per la prima volta il Bologna dal vivo. Accadde una fredda domenica d’inverno. Una cara amica di mia zia Giovanna, Paola, si sposò. E dopo il ricevimento lei, il marito, gli invitati – tutti sfegatati fan rossoblù – si trasferirono allo stadio con tanto di vestiti nuziali. Non si poteva rinunciare. In curva, ovviamente. La mia prima impressione, avevo sette anni, fu l’incomprensibile abitudine di restare in piedi per così tanto tempo. Ma come? Nessuno seguiva la partita seduto? La seconda fu Haller. Il Bologna giocava in casa contro il Brescia. Alla fine, un’amica di zia si piegò su di me e mi fece la domanda canonica. “Chi ti ha colpito di più?”. Non ebbi esitazioni. Risposi: “Geotti” suscitando stupore. Chi era mai questo Geotti? Era il portiere del Brescia. Non avevo mai visto un uomo volare… e lui lo aveva fatto così tante volte da lasciarmi stupefatto più dei tentativi di Perani, di Bulgarelli, di Haller e degli altri. 
Il 1965 fu il mio primo anno a Bologna, dove ero nato, prima di trasferirmi al sud. Giocavo in un campetto di periferia con gli amichetti e ricordo bene quando la nonna mi chiese: dimmi cosa desideri più di qualsiasi altra cosa. E io gli risposi la maglia del Bologna. Non era come quella dei giocatori, la si comperava da Schiavio, era simile, di cotone, non aveva però le strisce verticali così larghe: e poi era difficile trovare i numeri da farsi cucire, perchè tutti volevano gli stessi: l’1 e lo 0 oppure l’8. Ma io avevo comunque la nonna che sapeva come ovviare alle mancanze. A casa le bastò prendere del pannolenci bianco per ritagliarmi l’8 di Giacomino Bulgarelli. Ne uscì un ottovolante perfetto, forse un po’ più piccolo, ma cosa importa? Avevo sulla schiena quello che volevo, vestivo i colori del cuore, il resto lo faceva la fantasia. La sera in tv trasmettevano un tempo di una partita di calcio di serie A e si trascorreva il lasso di tempo tra la fine delle partite (16,15) e la differita Rai (ore 19) sperando ardentemente che quel tempo ci mostrasse il Bologna… Il resto era Tutto il calcio minuto per minuto, con la voce di Piero Pasini, “Domenica sport” per sentire le voci dei nostri eroi; e a fine serata – se mamma dava il permesso – “La Domenica sportiva” per vedere i riflessi filmati, non più di cinque minuti, relativi al match. Altro che Sky… Magici anni ’60… 
Del ’65 conservo uno scatto che mi regalò il compianto Luca Villani. Lo aveva scattato il papà di Luca: immortala i primi giorni di ritiro dei rossoblù in quel di Sasso Marconi. Belle le tute di una volta: le bluse blu con la scritta gigante sul petto “Bologna”; e i pantaloni con gli elastici alle caviglie. A guidare il gruppo il vice di Janich, il romagnolo Manlio Muccini, destinato (come poi Battisodo, e Perego, e altri) a non reggere il confronto con l’insuperabile Francone. 
Al suo fianco Dondolo Nielsen, dietro un giovanissimo Roversi e Mario Fara, poi tutti gli altri. Non fu un Bologna da ricordare, quello del ’65. Ma per l’emozione di un bimbo di sette anni, sì.

Diego Costa

Con questo splendido “cappello” di Diego Costa, vi presentiamo in Esclusiva per 1000 Cuori Rossoblu, una serie di foto inedite del ritiro all’Abetone del Bologna del 1965.

Speriamo così di ricordare quei grandi campioni e grandi uomini che hanno emozionato  allora come oggi, chiunque tifi Bologna, anche se non li hanno mai visti giocare dal vivo.

Per chi fosse interessato, vi rimandiamo anche alla lettura (ed alla visione) dell’articolo sullo spareggio del Campionato del 1964: “Sussulti dagli Spalti d’annata

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