Bologna FC
Auguri Rossoblù: Alvise Zago – 20 ago
Eterne promesse: giocatori che, dotati di talento e di ottime abilità tecniche, non riescono, seppur i favori del pronostico siano dalla loro parte, a sfondare come dovrebbero. Alvise Zago, nato e cresciuto a Torino, uno dei ragazzi della Filadelfia dei quali la società granata era più orgogliosa, è stata una delle più grandi promesse che il Calcio italiano abbia mai potuto ammirare: classico Numero 10, esplose in primavera e il oro decise di affidarsi a lui nonostante la giovane età, promuovendolo titolare e affidandogli una maglia che trasuda storia e pesa assai. Il girone d’andata di Alvise procedeva alla grande fino a quando, tra un assist e un gol, una domenica pomeriggio, la sua squadra sfidava la Sampdoria; ecco, qui finì la carriera, e la vita calcistica di un certo livello di Zago; tutto si interruppe quando si misero di mezzo tra lui e una storia tutta da scrivere il Destino e un centrocampista spagnolo, tale Victor Munoz: scontro aereo e legamenti del ginocchio che fanno crac. Da lì in poi Alvise sprofonderà in un abisso nel quale annegava tra sogni, speranza, illusioni, delusioni, aspettative e un’incredibile voglia di rivalsa nei confronti del Caso che lo aveva messo in una situazione dalla quale non uscirà mai. Da qui Zago partì per un lungo girovagare che lo porterà tra le altre, anche a Bologna, in Serie C, dove comunque non mostrerà mai più nemmeno sprazzi di quel talento cristallino messo in mostra in Piemonte. Oggi Alvise, che ha saputo rimboccarsi le maniche e farsi una ragione di questa inattesa deviazione nella sua vita, compie 47 anni e, nonostante il Calcio gli abbia tolto tanto, è ancora dentro l’ambiente, a dimostrazione di quanto ancora ci tenga ad un mondo infame, capace di toglierti tutto in poco tempo.
Eterne promesse: giocatori che, dotati di talento e di ottime abilità tecniche, non riescono, seppur i favori del pronostico siano dalla loro parte, a sfondare come dovrebbero. Alvise Zago, nato e cresciuto a Torino, uno dei ragazzi della Filadelfia dei quali la società granata era più orgogliosa, è stata una delle più grandi promesse che il Calcio italiano abbia mai potuto ammirare: classico Numero 10, esplose in primavera e il oro decise di affidarsi a lui nonostante la giovane età, promuovendolo titolare e affidandogli una maglia che trasuda storia e pesa assai. Il girone d’andata di Alvise procedeva alla grande fino a quando, tra un assist e un gol, una domenica pomeriggio, la sua squadra sfidava la Sampdoria; ecco, qui finì la carriera, e la vita calcistica di un certo livello di Zago; tutto si interruppe quando si misero di mezzo tra lui e una storia tutta da scrivere il Destino e un centrocampista spagnolo, tale Victor Munoz: scontro aereo e legamenti del ginocchio che fanno crac. Da lì in poi Alvise sprofonderà in un abisso nel quale annegava tra sogni, speranza, illusioni, delusioni, aspettative e un’incredibile voglia di rivalsa nei confronti del Caso che lo aveva messo in una situazione dalla quale non uscirà mai. Da qui Zago partì per un lungo girovagare che lo porterà tra le altre, anche a Bologna, in Serie C, dove comunque non mostrerà mai più nemmeno sprazzi di quel talento cristallino messo in mostra in Piemonte. Oggi Alvise, che ha saputo rimboccarsi le maniche e farsi una ragione di questa inattesa deviazione nella sua vita, compie 47 anni e, nonostante il Calcio gli abbia tolto tanto, è ancora dentro l’ambiente, a dimostrazione di quanto ancora ci tenga ad un mondo infame, capace di toglierti tutto in poco tempo.
Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi
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