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Auguri Rossoblù: Michele Andreolo – 6 set

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«Era forte, deciso ed energico nel giuoco di testa e negli interventi difensivi in genere. E, senza avanzare gran che dalla posizione prudenziale che teneva, arrivava a servire le ali con traversoni bassi od a mezza altezza, di rara potenza: trenta, quaranta, cinquanta metri»

Firmato: Vittorio Pozzo, ai tempi allenatore della Nazionale Italiana. Il giocatore a cui si stava riferendo il Maestro Pozzo era un centromediano di origine uruguagia, naturalizzato italiano, che esplose definitivamente a Bologna, città che lo accolse dopo che il connazionale Francisco Occhiuzzi, tornato i  patria dopo il grave infortunio subito alla gamba, decise di fuggire dall’Italia. Arrivato dal Nacional di Montevideo su suggerimento dell’ex rossoblù Francisco Fedullo, assai aggiornato sui giovani talenti che l’Uruguay sfornava, si dimostrò da subito un centromediano forte di testa nonostante la piccola statura, capace di trascinare la squadra come se fosse un qualcosa di istintivo, di innato. Non felice in area di rigore, definita da lui “troppo piccola, difficile respirarci dentro, meglio il centrocampo: più ossigeno e più spazio”. Personaggio davvero particolare che, tra l’altro, partì dalla sua terra natia senza un contratto sicuro che il Bologna avrebbe scommesso su di lui. Facile giocare con lui alle spalle, sia perché era dotato di una visione fuori dall’ordinario, capace di lanciare con precisione gli esterni, sia perché era un ottimo intenditore, bravo difensivamente nell’uno contro uno e difficilmente superabile. Con il Bologna fu capace di vincere ben 3 scudetti, interrompendo di fatto il predominio della Juventus che durava ormai da diversi anni. Come tutti noi sappiamo, però, non esiste campione senza difetto: il più grande vizio di Michele erano le donne, con il Presidentissimo Dall’Ara spesso costretto ad assecondare le sue richieste; un altro grosso problema che il Buon Michele dovette affrontare durante la sua carriera, proseguita in Italia dopo la guerra con le maglie di Napoli, Catania e Forlì, erano i calci di rigore, veri e propri Talloni d’Achille del centromediano: «Quando mi trovo testa a testa col portiere mi cedono le gambe. Ho coraggio, ma al momento del tiro provo una sensazione di impotenza». Un giocatore incredibile, dotato di personalità straripante, capace di vincere a Bologna tre scudetti e di entrare nella storia del nostro amato club. Nato nel 1912 oggi celebriamo il compleanno di un vero e proprio fenomeno del centrocampo; auguri Grande Andreolo!

 

Consultazione Collezione Luca e Lamberto Bertozzi

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