Bologna FC
Sandy Flash Back – Il salto dello squalo- 29 set
Los Angeles, California.
Arthur Fonzarelli, detto Fonzie, per dimostrare il suo coraggio, scommette di riuscir a saltare uno squalo bianco facendo sci nautico. Il suo fedele amico Richie Cunningham alla guida del motoscafo, e lui, indossando un costumino azzurro e il suo classico giubbotto di pelle nero, si appresta al salto… Il motoscafo accelera, il momento é sempre più vicino, ecco la rampa… Il nostro Arthur non ci ripensa un attimo, la prende alla perfezione e salta, evitando lo squalo, vincendo la scommessa e dimostrando il suo coraggio!!! Purtroppo ancora non sa che questa scommessa gli si rivolterá contro nel modo peggiore possibile.
Era la prima puntata della quinta stagione di “Happy Days” e, da questa puntata, nacque la definizione “Salto dello squalo”, per definire il momento in cui una serie televisiva, dopo aver raggiunto il suo picco, inizia il suo inesorabile declino, a causa della mancanza di idee e di sbagliate svolte narrative. Il mondo delle serie ne é pieno di esempi, “Twin Peaks”, e la scelta di far scoprire l’assassino di Laura Palmer a tredici puntate dalla fine, il momento in cui il Dottore House fa balconing, “Dawson’s Creek” e il passaggio dal liceo all’università, la sostituzione di Mulder con Dogget in “X-Files”, l’amore tra Rudy e Alice ne “I Cesaroni” e, anche se non mi trova per nulla d’accordo amando io questa serie dalla prima all’ultima puntata, il matrimonio tra Monica e Chandler in “Friends”.
Ma il termine “Salto dello squalo”, seppur nato grazie alle serie televisive, si può esportare anche in altri campi, nel calcio ad esempio, e la storia degli ultimi anni del Bologna ne è piena di questi episodi.
La stagione 2010/11 iniziò con un presidente dal sorriso bianchissimo come il suo conto in banca più o meno, proseguì con l’esonero di Colomba a poche ore dall’inizio del campionato e con l’ingaggio di Malesani, fino ad arrivare al quasi fallimento, ai tre punti di penalizzazione e alla cordata di imprenditori bolognesi che salvò la squadra rossoblù, non perdendo occasione di ricordarlo negli anni a venire “Noi siamo quelli che abbiamo salvato il Bologna dal fallimento”, vi dice qualcosa questa frase?!
Nonostante i tanti guai societari, quella squadra non mollò mai niente, e alla trentesima giornata, nonostante il meno tre, aveva giá trentanove punti in classifica, che avrebbero potuto far sperare anche ad altro che a una salvezza all’ultimo respiro, se non fosse stato per il maledetto salto…
Il 20 marzo 2011 Bologna e Genoa si affrontavano al Dall’Ara separati da un solo punto in classifica. La squadra ospite partì subito forte andando vicino al gol in più occasioni, con Floro Flores e con Mesto, ma fu il Bologna a passare in vantaggio al ventottesimo del primo tempo, grazie al gol del solito Marco Di Vaio che raccolse un lancio lungo di Della Rocca, lo controllò (di mano?) e trafisse Eduardo. Ma, dopo un’occasione di Della Rocca su punizione, i grifoni pareggiarono al quarantatreesimo grazie a Dainelli, che calciò in porta una respinta corta di Viviano ad un suo colpo di testa. Nel secondo tempo il Bologna si buttò in avanti, andando vicino al vantaggio prima con un tiro di Casarini dalla distanza, poi con Paponi, ma proprio all’ultimo respiro, di nuovo Dainelli, di testa, andò molto vicino a regalare i tre punti ai genoani. Un pareggio, 1a1, che non cambiava niente a nessuna delle due squadre, già relativamente tranquille in classifica, ma che portò i felsinei ai fatidici quaranta punti, e che forse fece staccare troppo presto la spina alla squadra dopo una stagione difficile, facendole fare il famigerato “Salto dello squalo”!!!!
Da qui in poi, infatti, i felsinei raccolsero cinque sconfitte consecutive, contro Brescia, Napoli, Chievo, Cesena e Milan, che fecero tremare tutti i tifosi rossoblù. Il fondo della classifica infatti si stava riavvicinando, e solo dopo un pareggio in casa per zero a zero contro il Parma, alla penultima partita, una salvezza che doveva essere tranquilla diventò matematica, grazie al pareggio a Firenze per uno a uno e alla sconfitta della Sampdoria, in casa, contro il Palermo. La Ciliegina sulla torta di quella stagione però, fu l’ultima di campionato, giocata in casa contro il giá retrocesso e ultimo in classifica Bari, e persa per quattro a zero, con tripletta del futuro desaparecido Grandolfo.
Chissá se Fonzi, girando quella scena, avrebbe mai immaginato, dopo esser stato il simbolo delle serie televisive degli anni 70, di diventare anche il simbolo della grande paura di tutte le serie televisive future, purtroppo il salto dello squalo quasi sempre arriva, l’importante è riuscire a limitare i danni, a volte ci si riesce, ma purtroppo, a volte, ti capita la stagione come nel 2004/05…
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