Calcio
I racconti del Goal – Javier Pastore e Fabrizio Miccoli – 17 nov
Javier Pastore e Fabrizio Miccoli
Per una volta, lasciate che mi svesta dei panni del narratore oggettivo che parla, blatera di calcio, raccontando di quelle coppie che hanno lasciato il segno nel mondo del pallone ad esagoni, per un motivo o per l’altro. Oggi, parlo col cuore.
Per una volta, lasciate che non vi parli seguendo quelle regole consuetudinarie del giornalismo che imporrebbero la negazione della forma colloquiale, favorendo, al contrario, un approccio discorsivo e indiretto. Oggi, è un racconto più sentimentale che dogmatico.
Per una volta, lasciate che mi presenti col mio vero nome, Claudio Leone, e non con l’appellativo Football Pills, nome del sito che gestisco da qualche mese e che, da qualche settimana, collabora con 1000 cuori rossoblu per “I racconti del gol”. Oggi, scrivo a nome personale, lasciando da parte i pur ottimi collaboratori che mi danno una mano in questo progetto.
Perché questa necessaria prefazione?
La rubrica citata sopra nasce da un’idea condivisa da me e Andrea Neri, uno dei fondatori del sito da cui state leggendo quest’articolo, al fine di raccontare, alla luce odierna, quei fenomeni di coppia del passato che hanno caratterizzato, nel loro piccolo, la fenomenologia calcistica, dai più celebri a quelli praticamente sconosciuti.
Proprio Andrea, in vista del prossimo impegno casalingo del Bologna, mi ha fatto una proposta che non potevo rifiutare. Uno stereotipo troppo spesso abusato per la mia terra, la Sicilia, e per la mia città natìa, Palermo, quello che trasuda da questa frase, ma che ha rispecchiato il mio stato d’animo quando mi è stato chiesto se avessi voluto parlare di una coppia di giocatori rosanero che, nel tempo, è stata in grado di entusiasmarmi.
E lo fa tutt’ora, in un epoca grama dal punto di vista dei risultati sul campo per i colori della mia squadra del cuore, ormai confinata a pieno titolo nella lotta per la salvezza fino alle ultime giornate.
Nell’amarezza del nero dei giorni attuali, però, fortunatamente, c’è spazio per un vivido rosa risalente all’epoca d’oro dell’Unione Sportiva Città Di Palermo, quella che va dal 2004, anno della storica promozione in A, al 29 Maggio 2011, giorno della terza ed ultima finale di Coppa Italia disputata, e persa, dalla squadra panormitana.
Sono molteplici le coppie di cui potrei parlare, relativamente alle stagioni intercorse nel suddetto arco di tempo. Nessuna, però, dal punto di vista personale, mi ha lasciato ricordi positivi, per quanto concerne il campo, più di Javier Pastore e Fabrizio Miccoli, essenzialmente per la loro capacità di inventare calcio, spesso e volentieri dal nulla più assoluto.
Reduce dal quinto posto in classifica del 2005/06, un campionato che, tra le altre cose, aveva visto i siciliani nelle primissime posizioni nelle battute iniziali, la società guidata dal presidente Zamparini decise di puntare, per l’annata successiva, contrassegnata dal ritorno in A di squadre storiche come Juve, Napoli e Genoa, su un cavallo di ritorno per la Serie A, quel Fabrizio Miccoli nel frattempo emigrato in Portogallo, per far coppia con Amauri, rientrante da un infortunio. Nonostante l’approdo del Romario del Salento, nelle due stagioni successive i rosanero non raggiungeranno le posizioni che danno diritto alle competizioni europee, già disputate nel biennio immediatamente antecedente.
La tutt’altro che esplosiva campagna di mercato, sia in entrata che in uscita, in vista della stagione 2009/10, merce rara in quel di Palermo, portò a Palermo una coppia di argentini giunti in città quasi in simultanea: uno, Nicolas Bertolo, più che per le prestazioni al Barbera sarà ricordato per le scorribande notturne, l’altro, Javier Pastore, le serate palermitane le illuminerà di incenso vivo.
Le dichiarazioni prestagionali del tecnico Zenga, che dichiarò di avere per le mani un roster da scudetto, lasceranno spazio ad un esonero prematuro e all’arrivo di Delio Rossi, con il quale la squadra diede vita ad una clamorosa rimonta, guidata dai gol di Miccoli e dalle giocate de El Flaco Pastore, ma non solo: le corse continue dei terzini Cassani e Balzaretti, la solidità difensiva data dall’emergente Sirigu tra i pali e dai centrali Kjaer e Bovo, le geometrie di Liverani, gli inserimenti di Nocerino, le tremende testate di Migliaccio e i sacrifici di un Cavani non ancora trasformato in prima punta, ma dedito ad un massacrante lavoro che lo porterà ad una freddezza sotto porta tutt’altro che disarmante. E, ciò nonostante, il tabellino stagionale, alla voce gol, segnerà il numero 13.
Il sogno della Champions svanirà in un caldo pomeriggio di Maggio, con il pari interno contro la diretta concorrente Sampdoria alla penultima giornata, così come si sbriciolerà il ginocchio, e con esso i sogni mondiali, di Miccoli. Sarà comunque una stagione da record: eguagliato il quinto posto, posizione più alta mai raggiunta in oltre 100 anni di storia, e raggiunto il record assoluto di punti in Serie A, 65.
Pastore e Miccoli resteranno in rosa anche nella stagione seguente, contrassegnata da un cammino altalenante in campionato e trionfale in Coppa Italia, con le straordinarie memorie di un Olimpico colorato di rosanero in occasione della finale con l’Inter. Da antologia le giocate dei due, specie nel derby vinto contro il Catania: il trequartista argentino segna tre reti, Miccoli dispensa giocate in abbondanza.
Al termine della stagione, l’assegno di 43 milioni di euro sganciato dal Paris Saint Germain per il cartellino di Pastore sarà ben difficile da rifiutare per le casse societarie, dando fine alla sua avventura palermitana. Miccoli lascerà nel 2013, con la pesante ombra di alcune amicizie createsi con esponenti della malavita cittadina che ne macchieranno irrimediabilmente l’immagine.
E per una volta, lasciatemi ricordare i tempi che furono. Oggi, alla vigilia del derby personale della famiglia Saputo, originaria di Montelepre, paesino ad una trentina di chilometri dal capoluogo siciliano, a noi tifosi palermitani non resta che sperare che dei giorni così possano ritornare presto.
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