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Il Grillo Pensante – Dall’Ara casa nostra – 20 nov

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Ha spento recentemente 90 candeline il vecchio e inossidabile Littoriale, intitolato al più grande Presidente che la storia del Bologna abbia mai conosciuto, quel Renato Dall’Ara che se ne andò in modo drammatico sotto gli occhi di Angelo Moratti pochi giorni prima della finale Scudetto con l’Inter; la sua scomparsa così dolorosa contribuirà a marchiare a fuoco nella storia il trionfo felsineo del 7 Giugno 1964, l’apice dello squadrone che il mondo faceva tremare per davvero. Il capitano di quegli eroi era Giacomino Bulgarelli, che ci ha lasciato troppo presto impreziosendo col suo nome il cuore pulsante della tifoseria bolognese, quella curva Andrea Costa che riflette l’anima passionale e mai doma del campione assoluto di cui ora porta il nome.

Dai distinti svetta la Torre di Maratona, trasudante di storia da far venire i brividi, simbolo distintivo dell’impianto che con la sua Vittoria Alata rimembra trionfi ormai troppo lontani da dover essere rinfrescati.

La bellezza penetrante della nostra casa è in attesa di ammodernamento profondo, affinchè lo storico fascino possa intrecciarsi armoniosamente con la funzionalità moderna; il patron Saputo ha dichiarato di recente che la proposta societaria per la ristrutturazione è stata approvata per un 90% dagli organi competenti, e che anche accettare questo tipo di compromessi significa avere una storia. Chapeaut. L’assennato Joey ha colpito nel segno. Vero che la creazione di un nuovo impianto sarebbe stata preferibile per molteplici variabili (costi più contenuti, aree più idonee esterne all’area metropolitana, etc) ed altrettanto realistico che i tempi (assurdi) della burocrazia italiana logorerebbe anche i soggetti più pazienti, ma la maggior parte dei bolognesi gioiscono in cuor loro perché orgogliosi della propria storia…anche degli anni complicati, avari di soddisfazioni, dove più ci si affannava per risalire la china e più le delusioni si collezionavano, quando si condensava la crescente disillusione nella consapevolezza che solo chi ha attraversato periodi tormentati è in grado di assaporare l’essenza più profonda di future vittorie. Ed anche il Dall’Ara sperava silente.

Il processo di svecchiamento ha visto un primo step: una spruzzata di rossoblu sugli spalti, l’astuta copertura con erba sintetica della cicatrice ellitica della pista d’atletica, il riordinamento visivo del caos di cartelli pubblicitari e un lifting profondo di alcune aree comuni della tribuna e dei distinti. Una piacevole anteprima di un progetto ben più spettacolare, dove un nodo cruciale (che sui social è sfociato in interessanti confronti) si incarna nella capienza ideale per il nuovo Dall’Ara…quasi tutti convergono su una riduzione degli attuali 39.000 posti, in quanto l’affluenza negli stadi italiani è in lenta ma inesorabile flessione (in controtendenza con gli altri principali campionati europei), ma è l’ampiezza del taglio che porta alla discussione…meglio un impianto contenuto ma sempre pieno oppure un impianto più capiente ma col rischio di qualche vuoto?

Considerando la storia recente, dopo la presidenza Gazzoni il romanzo bolognese ha visto scrivere molteplici capitoli angoscianti, con ben pochi frangenti di respiro: tra l’opportunista Cazzola e lo sventurato Guaraldi i tifosi sono stati illusi con sterili speranze puntualmente frustrate (dai presidenti Menarini,  Porcedda e Zanetti, ma anche da facoltosi fantasmi rimasti nell’oscurità come Taci, Volpi e il primo Tacopina). Dopo questo lungo periodo nebuloso, la voglia morbosa di credere nel progetto Joe&Joey strideva con la disillusione che si era instillata profondamente negli animi rossoblu; oltre un anno è trascorso, quasi 100 milioni sono stati spesi, parecchi sono stati i passi mossi nella direzione giusta. E la fiducia cresce gradualmente, si è passati dai 12.700 abbonati del ritorno in serie A ai circa 13.500 di quest’anno, da una media spettatori di quasi 19.000 a quella attuale simile (ma senza aver ancora giocato contro una big tra le mura amiche, eccezion fatta per la sola Fiorentina dove si sono superate le 20.000 presenze). Tutto questo nel contesto di una squadra che non lotta nelle parti nobili della classifica, di prezzi non esattamente popolari e di un impianto che, nonostante l’amore incondizionato di cui gode, evidenzia problematiche palesi:  quasi totalmente scoperto, povero di servizi di intrattenimento, strutturalmente obsoleto, parcheggi logisticamente scomodi. Quindi, alla luce dei numeri attuali, sono convinto che il nuovo Dall’Ara non possa ospitare meno di 30.000 spettatori: perché con squadra più competitiva e stadio moderno ed efficiente potremo toccare i 20.000 abbonati ed oltre 25.000 presenze medie, perché non si deve limitare la partecipazione ai soli tifosi casalinghi ma anche agli ospiti (c’è chi vorrebbe eliminare il settore ospiti, come togliere il peperoncino dall’Arrabbiata), perché sarebbe scriteriato impedire alle nuove generazioni bolognesi di affezionarsi ai colori della propria città (ho visto la mia prima partita al Dall’Ara a 7 anni, e solo da allora è amore vero), perché vedere la partita in televisione è come guardare un tramonto in fotografia…le emozioni che trasmette il Dall’Ara traboccante non sono tramutabili in un immagine o in semplici parole. E quando sei sconfortato, o necessiti di un abbraccio in un momento di tensione, o soltanto per un infantile bisogno di un contatto visivo col tuo porto sicuro, è sufficiente volgere lo sguardo in alto, verso il Colle dell’Osservanza…e quando vedi San Luca, sempre dominante e benevolo sulle nostre teste, beh…il bolognese si sente a casa.

 

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