Seguici su

Calcio

Monday Night – We are QPR! – 21 Nov

Pubblicato

il

 

 

Londra ovest. “Central line”, linea rossa. La fermata di riferimento è White City in piena zona due. In una ventosa mattinata di fine ottobre, mi sto dirigendo a fare un giro fra i negozi di Westfield e gli stravaganti banchetti di Shepherd’s Bush. Striscio la Oyster, giro i tornelli e … tacc. Lo rivedo. Il cartello segnaletico che indica “Queens Park Rangers Stadium” con la freccia rivolta alla destra dell’uscita.

Mi fermo. Flashback. Riavvolgo il nastro.

Domenica 16 Febbraio 2014.                

Sono sulla “Circle line” in direzione Hammersmith. Seduti davanti a me, una bizzarra coppia da telefilm americano anni ‘80. Una sorta di “sbirro buono”(orientale, cravatta e ciuffo brizzolato) e l’altro, quello “cattivo”(occhiali a specchio, capello lungo e camicia sbottonata).

Scendiamo tutti alla stazione di Wood Lane. La maestosa fortezza che ospita gli studios della BBC – appena fuori dalla fermata della metro – non mi è del tutto nuova. Qualche tempo fa, tra una scadenza d’affitto e l’altra, ho abitato da quelle parti per circa una settimana.

L’orario è giusto, la temperatura gradevole.

Mi accodo silenziosamente su “South Africa Road”, dove un gregge di maglie a righe bianco blu ha tracciato un solco in direzione Loftus Road. Ad attenderci, alla fine della via, l’inconfondibile odore di fritto e la polizia a cavallo intenta a controllare i movimenti attorno al “The Tavern”, lo storico pub di riferimento della tifoseria locale. (Oggi ribattezzato ”The Queens Tavern”).

Investo 3 sterline per accaparrarmi il tradizionale “matchday programme” (un rito sacro per gli appassionati di calcio in Inghilterra), prima di cominciare a circumnavigare quello che da fuori sembra il palazzo del catasto. Mentre cammino tra i singolari vialetti che attorniano lo stadio, un cinnazzo dai capelli rossi spernacchia due anziani tifosi del Reading. Tutto nella norma. Supero il vigilato settore ospiti e raggiungo la mia entrata.

Block X. Ellerslie Road Stand.

I controlli sono velocissimi. Via il tappo dalla bottiglietta d’acqua, e dopo un dinamico passaggio sotto al tornello eccomi a pochi gradini dal Gate W. L’orologio segna le 3 meno 10 e devo scolarmi velocemente una pinta di Carlsberg (4,5 sterline!) poiché oltre il primo step è vietato consumare alcolici.

Il “kick-off” incombe, salgo una decina di scalini e raggiungo il mio posto.

Otto, forse nove file di seggiolini mi dividono dal tappeto verde. Quello che di primo acchito assomigliava ad un miscuglio di uffici, è in realtà un brillante intreccio di passione, storia e fish&chips. La struttura è ideale per il gioco del calcio. La visuale quasi perfetta. Alla mia sinistra, un migliaio di sostenitori provenienti dalla vicina Reading canta già a squarciagola.

La prima cosa che noto è la spensieratezza durante la fase di riscaldamento. Ci sono trecento palloni in campo. Molti vengono calciati in porta senza nemmeno dare il tempo al portiere di rimettersi in piedi. Più che la preparazione ad una sfida decisiva per la promozione, sembra l’ora di educazione fisica negli ultimi giorni di scuola.

La seconda. A centrocampo bruca indisturbato un bufalo cafro, dal peso di oltre centoventi chili. Si tratta di Nico Kranjcar, ex Tottenham, in sovrappeso di una quindicina di quintali. Assieme a quel folle di Joey Barton compone la mediana del QPR.

Ora, chi ha masticato un po’ di Premier League, conoscerà senz’altro alcuni dei protagonisti impegnati sul rettangolo di gioco. Oltre ai due sopracitati, tra i padroni di casa ci sono infatti il portiere Green (undici partite con la nazionale inglese condite da una marea di  errori), l’esterno Assou Ekotto, l’ala Shaun Wright-Philips, la punta della nazionale irlandese Kevin Doyle e addirittura il talentuoso ex Liverpool Yossi Benayoun. Tanta roba per il campionato di Championship, ma dopo appena sette minuti comincio a sospettare che siano soltanto una sottospecie britannica dei vari Pazienza e Mutarelli. Gente con un buon pedigree, il conto in banca pieno e pochissima voglia di sbattersi per la causa.

Al decimo infatti, i rossi del Berkshire son già in vantaggio grazie all’arrogante incornata di tale Williams. L’acustica di uno stadio così ben progettato, rende l’esultanza dei sostenitori avversari un qualcosa di simile al ruggito di un T-Rex che non s’accoppiava da millenni.

I tifosi dei “Royals” cominciano a sbadilarci addosso caterve d’insulti, mentre il resto dell’impianto intona rabbioso il coro “We aree QPRR! We areee QPRR!” 

Qualcuno sotto di me non la prende benissimo e c’è bisogno dell’intervento di un paio di stewart.

I londinesi rispondono d’orgoglio. Mischione furente dentro l’area del Reading. Dopo una cinquantina di rimbalzi, dal sottobosco di gambe sbuca il piedone di Doyle che la spinge nel sacco.

Pareggio!

Loftus Road è in delirio. E adesso siamo “noi”, ad urlare a quelli del Berkshire che non sono i benvenuti in città.

Sulle ali dell’entusiasmo gli “Hoops” sfiorano addirittura il vantaggio. Zuccata del solito Doyle che scheggia la traversa. Successivamente, uno straccio lemme di Barton affoga sull’esterno della rete dando solo l’illusione del goal. Il pubblico ormai è in tilt e comincia ad incitare la squadra ad ogni contrasto, peccato che la clessidra del primo tempo sia ormai scaduta.

Fine dei primi quarantacinque minuti.

Le gradinate si svuotano, ed il pubblico si trasferisce nella zona in cui sono consentite sia le birre che le sigarette. Ne approfitto per andare in bagno e vengo attratto da un patacchino di protesta contro il calcio moderno, qualcosa di molto simile a quelli che si vedono dalle nostre parti.

Vaschetta di patatine con mostarda e sono pronto per la ripresa.

Il secondo tempo ricomincia con un dubbio calcio d’angolo assegnato proprio a tre metri dal mio posto. La parabola è arcuata ma fiacca. Green, che pare abbia frequentato il corso serale di uscite in compagnia di Agliardi, decide di fare due passi e per poi ibernarsi al centro dell’area. La palla lo supera, qualcuno sul secondo palo la spinge dentro.

Il settore del Reading adesso è un formicaio senza controllo. Il clima si surriscalda. Nico Kranjcar dopo aver mangiato un raccattapalle crudo, s’inciampa da solo sul pallone. A qualcuno sotto di me saltano i nervi, e volano un paio di papagni tra tifosi. Una manciata di guerrieri spartani vestiti da stewart impiega circa dieci secondi per sedare gli animi. Proprio nel momento esatto in cui tale McCleary, infila un savoiardo bollente sotto l’incrocio da distanza chilometrica.

Per i “Royals” la festa è completa. Intorno a me si riaccende l’entusiasmo soltanto a causa dell’espulsione del  loro terzino Gorkss. A tre minuti dal fischio finale, l’idolo di casa Bobby Zamora fallisce un tap–in che probabilmente avrebbe insaccato anche Gascoigne dopo esser stato alla festa di compleanno di Lapo Elkan.

Triplice fischio.

Finisce cosi, con una silenziosa fila indiana di musi lunghi che scende svogliatamente i gradoni verso l’uscita. Una scena che purtroppo mi ha ricordato le mille delusioni passate fra gli obsoleti seggiolini del Dall’Ara.

Già,  ma erano altri tempi. La monarchia Guaraldiana stava per portarci in B e l’avvento del nostro salvatore canadese era ancora lontano.

Riapro gli occhi. Torno al presente e decido di passare a comprare qualcosa allo shop del QPR posticipando il giro fra negozi e bancarelle del mercato.

Ricordo tutto, come se fosse ieri. È stata la mia prima volta a Loftus Road ed inutile sottolineare come il sottoscritto sia legato a questo club.

Vi auguro la buona notte con due aneddoti sui miei cari Hoops.

Il primo. Tra i suoi sostenitori si annidano tantissimi volti noti del mondo musicale. Alan Wilder (Depeche Mode), Ian Gillan (Deep Purple), Mike Jones (Clash), Glen Matlock (Sex Pistols), Robert Smith (The Cure) e soprattutto Phil Collins. Si vocifera inoltre, che i bianco-blu fossero anche la squadra preferita da Sir  Winston Churchill.

Il secondo. I Rangers sono l’unica squadra ad aver vinto la coppa nazionale (1967), pur disputando in quel periodo il campionato di terza serie inglese.  Record tuttora imbattuto.

Che altro aggiungere?

Vi aspetto presto in Premier League ragazzi, in fondo… We Are QPR!

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *