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STADIO: Il Bologna “si scansa”, passa l’Atalanta – 28 nov
“Ieri si è scansato il Bologna”. Titola così pagina 8 di “STADIO” in edicola oggi, introducendo l’articolo a firma di Alberto Polverosi che inaugura la sezione del giornale dedicata ai colori rossoblu e, come ogni giorno post-match, alla sfida che ha visto protagonista la squadra di Donadoni. Al Dall’Ara è arrivata la sconfitta, contro un’ottima Atalanta, ma a giudicare dal titolo ci si aspettava qualcosa di più da Destro e compagni.
La gara
Che fosse partita difficile lo immaginavano un po’ tutti i presenti allo stadio. Troppa la differenza di forma – e probabilmente di valori – per immaginare una sfida in discesa, alla portata. L’Atalanta veniva da una striscia di 8 vittorie e un pareggio nelle ultime 9 gare, risultati che l’hanno proiettata in alto come mai prima in classifica e che le permetteranno al prossimo turno di sfidare la capolista Juventus allo Stadium con fiducia nei propri mezzi e concrete possibilità di strappare un risultato utile, visto anche l’improvviso tonfo dei bianconeri contro il Genoa; il Bologna di contro è ancora in cerca di identità, di continuità, e può essere contento solo del ritorno del portiere Mirante dopo 90 minuti, quelli di ieri, in cui in pratica si è consegnato alla squadra più in forma del campionato. Polverosi indica nello “scontro diretto” tra Papu Gomez e Torosidis la chiave della gara: troppo più agile e scattante l’indiavolato argentino dei bergamaschi rispetto al macchinoso terzino greco. Ma sarebbe sbagliato cercare un colpevole: la squadra di Donadoni sembra aspettare la sconfitta, è incapace di reagire, affonda su due reti conseguenze di due calci d’angolo, specialità della banda di Gasperini. La prima porta la firma di Masiello, perso da Dzemaili, la seconda è uno stacco di Kurtic, imperioso su Maietta. I padroni di casa prendono una traversa con Viviani ma non danno mai l’impressione di poter rientrare in partita, anzi, forse non ci sono neanche mai entrati. Per dirla con Polverosi “impalpabili, inconsistenti, senza grinta o rabbia”. Per una salvezza tranquilla basterà, ma per sognare exploit in classifica tipo quello dei bergamaschi la strada è ancora lunga.
Le pagelle di “STADIO”
Al netto della forza e della forma di un’Atalanta che è senza dubbio la nota lieta del campionato, il Bologna non ha messo in campo niente: né grinta, né voglia, né fiducia. Logico dunque che i voti del giornale rispecchino la delusione vissuta dai presenti al Dall’Ara. I migliori rossoblu prendono 5,5 e sono Mirante (macchia sul secondo gol), Viviani (autore della traversa), Taider (che corre ma a vuoto), Masina e Rizzo. Peggio la coppia di centrali Maietta-Gastaldello, Torosidis, un Krejci che corre a vuoto e uno Dzemaili che “non cortruisce alcunché”, a cui l’inviato assegna 5 esattamente come al tecnico Donadoni, incapace di trasmettere carattere a una squadra che non gioca. I peggiori sono Destro e Floccari, le punte: 4,5 per loro, assolutamente impalpabili per tutto il tempo in cui sono rimasti in campo. Nell’Atalanta, al contrario spiccano in molti, il migliore dei quali è Gomez, “imprendibile“, che merita 7,5 pur non segnando.
Le parole del post-gara
Giorgio Burreddu riporta le parole dei protagonisti rossoblu nel dopo partita. Floccari ammette la sconfitta senza se e senza ma: “L’Atalanta è la squadra più in forma del campionato, non abbiamo avuto occasioni”. Meglio loro, dunque, anche se la punta ammette che è mancata la prestazione più di un risultato che era obbiettivamente difficile. Si ripartirà dal Verona, in Coppa Italia, “una gara da non prendere sottogamba”. Può sorridere soltanto Mirante, al rientro in una gara ufficiale dopo tre mesi: Furio Zara ne racconta parole ed emozioni, ma il portiere rossoblu è ovviamente contento a metà. “Peccato per la sconfitta – dice il numero uno – che non ci voleva, ma l’Atalanta è squadra che gioca bene e che merita la posizione che occupa”. Roberto Donadoni infine ammette che la prestazione è mancata, così come la reazione, soprattutto in un secondo tempo che è stato quasi un’agonia: “Lì davanti bisogna incidere di più, loro arrivavano sempre prima di noi sul pallone”. Meglio guardare avanti.
foto: repubblica.it
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