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Progettualità, equilibrio e concretezza: ecco il Saputo pensiero – 22 dic

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PROGETTUALITA’, EQUILIBRIO E CONCRETEZZA: ECCO IL SAPUTO PENSIERO
 
18 ottobre 2014, stadio Renato Dall’Ara, Bologna-Varese termina 3 a 0 per i rossoblu con le reti di Abero, Acquafresca e Cacia. Migliaia di tifosi sugli spalti, cielo sereno e in tribuna Joe Tacopina con al fianco, non fisicamente quel giorno, il chairman canadese. Parte qui la svolta societaria del Bologna, e comincia qui anche l’amore tra Joey Saputo e i colori rossoblu. Su come sia andata a finire tra Joe (senza la y) e Joey tutti più o meno lo sappiamo, le divergenze erano troppe e le dimissioni dell’avvocato newyorkese furono per certi versi inevitabili. Ma il punto qui è un altro, in questo contesto si loda un uomo tutto d’un pezzo, concreto, abile, maniacale e soprattutto equilibrato. 
 
Facciamo un salto in avanti: torniamo ai giorni nostri. 
 
19 dicembre 2016, sempre stadio Renato Dall’Ara, in questo caso non va in scena nessuna partita, ma è l’occasione di unirsi tutti insieme nella consueta cena di Natale. I visi distesi dei giocatori e dei membri dello staff non sono di circostanza, si respira un’aria sempre più pulita sotto le due torri, si respira l’aria della tranquillità. Certo la vittoria contro il Pescara ha reso i sorrisi molto più larghi, ma anche dopo una sconfitta come quella capitata ad Udine c’era lo stesso quella sensazione di calma, come se la situazione fosse sempre sotto controllo. Una sensazione che è molto vicina alla realtà, il Bologna è protetto da spalle molto larghe e da fondamenta solidissime. Queste fortunatamente non sono solo le parole di un innamorato della maglia a righe rossoblu, sono la descrizione di una situazione che da due anni va nettamente migliorandosi, di mese in mese. Joey da quando è presidente ha investito la bellezza di più di 100 milioni di euro fruttando un aumento di capitale considerevole. Con una cifra pari a 4 milioni ha già provveduto ad abbellire lo stadio, con l’intento, sempre concreto, ribadiamolo, di cambiarlo ancora. Ai microfoni di Sky, alla cena di Natale, il chairman ha espresso proprio questo concetto: “Il nostro progetto è far vivere alla gente l’impianto, come succede negli Stati Uniti e in Canada, in modo che la gente abbia piacere di andare allo stadio”. C’è da starne sicuri visto che per i suoi Montreal, di cui è proprietario dal 1993, ha addirittura costruito uno stadio tutto loro: lo Stade Saputo appunto. 
Sotto i portici oltre al progetto stadio, Joey ha messo a segno da pochi giorni anche un altro colpo: l’acquisto del centro tecnico Niccolò Galli, che è divenuto totalmente di proprietà del Bologna F.C. con la prospettiva di investire altri 7 milioni per migliorarlo ulteriormente. Coi centri tecnici non si vincono i campionati, questo è vero, ma se oggi il Bologna ha questa rispettabilità e questo enorme potenziale, sappiamo tutti di chi sia il merito. Questo concetto, purtroppo, in molti non vogliono o non riescono a capirlo, arrampicandosi continuamente in idee complottiste contro un Saputo che, dicono loro, si è stancato, con un amministratore delegato incapace, un club manager poco esperto ecc. ecc. Questi “tifosi” forse questa tranquillità non se la meritano neanche, non si meritano un ambiente professionale e serio; ma forse non lo vogliono neanche, se no si perde il gusto dell’insulto, del dubbio, della critica per partito preso. Per carità le critiche, soprattutto quando si parla di campo, vanno fatte, eccome, ma sempre in maniera costruttiva.  Non per forza dopo una debacle si deve smontare tutto e dopo una vittoria convincente si debba puntare all’Europa, ma equilibrio, ricollegandosi al Saputo pensiero. Un’altra considerazione importante da fare è che il tifoso non si può basare sulla consistenza economica di Saputo e pensarla traslata negli investimenti sul Bologna.  Gli investimenti non possono effettuarsi di pancia, solo perchè il pubblico rumoreggia. Se si vuole fare le cose con programmazione, occorre avere pazienza e guardare invece dalla loro consistenza economica, quello che sono riusciti a fare con le loro aziende anche in termini di tempi. Questo ultimo concetto penso sia il punto chiave per comprendere il vero progetto a lungo termine, che sottolinea la competenza, e ci mancherebbe, della famiglia Saputo in ambito di investimenti. Un dato che certifica la solidità e il successo della famiglia è la crescita esponenziale del patrimonio che dal 2011 ad oggi è cresciuto di quasi 1 miliardo e mezzo.
Parlando di obiettivi, il Bologna punta in grande, non vuole rendersi protagonista soltanto un anno per poi cadere nuovamente nel dimenticatoio della mediocrità. I rossoblu vogliono arrivare a giocarsi le proprie carte in una competizione europea con metodo, calma e soprattutto progettualità. Saputo lo dice da tempo, non ci sono tempistiche precise, gli aspetti sono tanti e variabili, possono essere 3 anni, come 5; ma con Guaraldi questi progetti, non chiamiamoli sogni, si facevano?.
 
Ora di certo non bisogna piazzare sopra la testa del nostro chairman una bella aureola splendente, ma almeno un po’ di riconoscenza di chi è innamorato della tua stessa maglia e che oltre a metterci l’anima, si mette anche le mani nel portafoglio molto spesso, non per sperperare, insisto, ma per costruire.

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