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Il Derby che rivolevamo – 7 gen

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Fra i tifosi di ogni sport, e qui parliamo di basket e di derby, ci sono due schieramenti: quelli che lo vorrebbero vincere di 30 e anche più, e quelli che preferiscono il successo al fotofinish. E non è che i primi siano più ansiosi e i secondi adrenalinici, sono solo diverse filosofie di vita sugli spalti. A Bologna si ricordano scarti pesanti, ma in partite che contavano il giusto e che sono rimaste nella memoria soprattutto per la successiva ironia; forse perché è più facile scherzare sulle batoste inflitte. 
Sopra le parti, io scelgo le gare combattute e risolte al fotofinish, dunque il derby di ieri rientra nella categoria dei miei preferiti anche perché a memoria non ne ricordo di finiti ai supplementari e chiedo scusa se non vado a frugare nella storia, perché mi accontento e godo della cronaca. E’ stato il derby che rivolevamo, anzi che ricordavamo, nonostante gli attuali interpreti non siano certo quelli dei bei tempi che furono. Come se il tempo si fosse fermato, come se al contrario quasi otto anni dal derby numero 103 siano volati, ecco di nuovo in scena la magia di un evento unico nella pallacanestro italiana: 9000 persone, scenografia e coreografia da brividi nonostante e oltre il ruolo di nobili decadute di Virtus e Fortitudo. A2 già e chi se ne frega, il derby è derby dai Giardini Margherita agli anelli di Saturno e Basket City potrà anche essere retrocessa da capitale a capoluogo e quella gara ce l’abbiamo solo noi, siamo solo noi.

Un derby molto italiano, visto anche che tre stranieri su quattro hanno giochicchiato e anche male. Un derby brutto e sporco, ma almeno non cattivo. Moderno, di quella modernità negativa che spinge i giocatori ad abusare nel tiro da 3 e questo sia perché gli schemi spingono in quella direzione e perché il tiro da oltre l’arco è comodo per chi lo tenta: la pressione del difensore è minore rispetto ad un arresto e tiro dentro vicino e dentro l’area colorata o a una penetrazione ad attaccare il fallo. Poi, l’errore è visto con maggiore benevolenza dal pubblico ed allora fatene una questione tecnica, fisica o psicologica, ma in due ieri sera Segafredo e Kontatto hanno messo insieme un 24 su 62; c’è di peggio, si può fare di meglio. Con cifre rivedibili al tiro, perché non è che da 2 bianconeri e biancoblu siano andati a nozze, la differenza inizia a farla il numero dei rimbalzi. Che, lo ricordiamo, in attacco e in difesa sono generati da tentativi sbagliati. La Virtus ne ha presi dieci in più e l’ago della bilancia si è spostato a suo favore anche grazie all’intraprendenza  offensiva che l’ha mandata in lunetta 31 volte contro le 19 degli avversari. Poi il derby lo ha vinto anche difendendo meglio nel finale di una partita sempre in equilibrio, anche se quei sei punti di vantaggio Effe a due minuti dal 40’ sembravano lì per lì la chiave della cassaforte, prima dei tre canestri consecutivi delle Vu Nere e la successiva sequela di mostruosità che hanno caratterizzato il finale dei regolamentari come quello dell’overtime.

Una volta, da allenatore a Bologna, Ettore Messina osò parlare di “pareggio” per una partita finita di un punto come il derby numero 104 ed è un concetto che mi va di riproporre ancora, per testimoniare come le due forze in campo alle fine si siano equivalse rimandando lo spettacolo a tempi migliori e, si spera, nella categoria superiore. Perché è vero che il derby è uno spettacolo in sé e non è in partite di questo genere che ci si può aspettare alta spettacolarità, ma che – con tutto il rispetto – al piano di sopra giochino Trento e Brescia, Avellino e Cremona, ammettiamolo: ci fa venire il bruciore di stomaco, mentre l’unico fuoco che vorremmo provare è quello della passione. Quello che ha covato sotto le ceneri dal 2009 a ieri, quello che si è riacceso ieri quando tutta Italia si è ricordata che certe cose succedono solo a Bologna.

Fonte immagine: Roberto Serra


 

Franco Montorro si definisce “bolognese dal 1960”, anno di nascita, ed è giornalista professionista dal 1990. Per lunghi anni si è occupato di sport – prevalentemente basket – e oggi cura il sito www.bolognain.info

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