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Calcio

Auditel: la trasmissione più vista degli ultimi 30 anni è una partita della Nazionale – 16 dic

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La Redazione di 1000 Cuori Rossoblu è lieta di presentare l‘articolo che da il via all’avventura su www.1000cuorirossoblu.it di Daniele Polidoro. Daniele è Laureato in Mediazione Linguistica e Comunicazione Interculturale presso l’Università degli Studi ‘Gabriele D’Annunzio’ , sta seguendo il Master alla Scuola di Giornalismo ‘Walter Tobagi’ ed ha un blog su cui parla di calcio e moda, due mondi che per alcuni sono distanti ma che secondo lui sono in realtà molto vicini, in quanto sono una forma di business a livello internazionale ed il motto del blog potrebbe essere quello di “tessere articoli di calcio in modo glamour” . Ha scritto anche per Calciomercato.com ed altre testate giornalistiche, e potrete scoprire seguendolo quale sarà il suo contributo qui su 1000 Cuori Rossoblu.

 

 

Il programma più visto degli ultimi 30 anni? Una partita della Nazionale. Il dato Auditel  deve far riflettere su quanto sia forte l’influenza del calcio sulla nostra popolazione. L’esordio della società che  misura i dati di ascolto della tv italiana risale al 1986, anno in cui Maradona guidò la sua Argentina alla vittoria dei mondiali e la Juventus, in Italia, aveva conquistato il suo 22esimo scudetto. Da allora le partite di calcio hanno avuto un ruolo sempre più importante per la televisione italiana tramutandosi in un business da milioni di euro, tant’è che ultimamente non si fa altro che parlare della questione legata ai diritti TV. 

Ovviamente, la trasmissione più vista negli ultimi trent’anni di televisione non poteva che essere una partita della nazionale di calcio. Una delle tanto sfide con la Germania? Una delle finali giocate contro la Francia? No, la partita con lo share più alto di sempre è stata la sconfitta dell’Italia nella semifinale contro l’Argentina a Italia ’90. Era il 3 luglio 1990 e una media di 27,5 milioni di italiani seguì l’evento (la partita giocata a Napoli arrivò fino ai rigori) per uno share dell’87,5%.

Una sfida storica. Mai come allora l’Italia era divisa in due. Si giocava al San Paolo di Napoli, casa di Diego Armando Maradona. Ecco perché molti dei presenti allo stadio preferirono tifare per il Pibe e non per Totò Schillaci.

Sempre sul sito dell’Auditel si possono trovare altre chicche interessanti legate al mondo del pallone. Si parla di dati mal interpretati che, all’epoca, crearono dei veri e propri casi.

Il primo riguarda i numeri registrati da una puntata di “Quelli che il calcio” del 29 gennaio 1995 in versione “deserta” per protesta contro l’uccisione di un tifoso genoano. Secondo alcuni avrebbe ottenuto più ascolto delle altre puntate. Tuttavia, l’Auditel ha smentito questa notizia. La puntata del 29 gennaio ha ottenuto un ascolto medio di 4.185.000.

Tra le puntate precedenti vi sono stati ascolti superiori (4.692.000, 5.053.000 ecc.) Va però osservato che la trasmissione avrebbe potuto far registrare realmente un ascolto più elevato, per effetto del clima di suspense creato dalla scelta dei conduttori.

La puntata infatti era stata sospesa, in segno di lutto, per l’uccisione del giovane tifoso. Le telecamere inquadravano lo stadio di Genova ove si temevano altri drammatici scontri. La radio aveva annunciato un “secondo morto”. E, prevedibilmente, i telespettatori erano rimasti in attesa di aggiornamenti o TG Flash dedicati alla situazione.

L’altro episodio è più recente e ha di nuovo a che fare con la Nazionale. Infatti la partita Italia-Ecuador, esordio degli azzurri al Mondiale nippo-coreano, del 3 giugno 2002, avrebbe avuto 19 milioni di spettatori pari all’81 per cento del totale. Fatti tutti i conti ne risulterebbe che gli italiani sarebbero una settantina di milioni, circa tredici in più rispetto alle stime che tutti conosciamo.

Auditel spiega che anche questa è una bufala in quanto lo share d’ascolto di un programma viene calcolato rapportando il numero di ascoltatori di quel programma al numero di persone che stanno vedendo la televisione: 19 milioni di ascolto medio e uno share dell’81%, stanno a significare che le persone davanti al televisore erano circa 23 milioni e 500 mila (cioè il 42% della popolazione italiana).

Nelle prime 47 posizioni della classifica dei programmi più visti di sempre figurano esclusivamente partite di calcio di cui 44 della nazionale. In particolare 32 sono relative alle qualificazioni o alle fasi finali di campionati del mondo (7 incontri di Italia ’90, 8 di Usa ’94, di cui uno di play-off, 4 di Francia ’98, di cui uno spareggio, 4 di Corea-Giappone 2002, 6 di Germania 2006, 1 di Sudafrica 2010 e 2 di Brasile 2014), 12 sono relative alle fasi finali di campionati europei (1 incontro di Germania Ovest 1988 e di Inghilterra 1996, 2 incontri a testa per Belgio-Paesi Bassi 2000, Portogallo 2004 e Austria-Svizzera 2008 e ben 4 partite di Polonia-Ucraina 2012).

Nella stessa classifica troviamo anche 3 incontri tra squadre di club in Coppa dei Campioni/UEFA Champions League: Juventus-Milan, finale dell’edizione 2002-2003, che il 28 maggio 2003 fece registrare su Canale 5 20 milioni 193 mila telespettatori e il 67,27% di share, il più alto ascolto delle reti Mediaset; Milan-Steaua Bucarest, finale dell’edizione 1988-1989, con 19 milioni 673 mila telespettatori e il 70,97% su Rai 1; Ajax-Juventus, finale dell’edizione 1995-96, con 19 milioni 42 mila telespettatori e il 65,89% su Canale 5.

Auditel è gestita da Agb (gruppo Nielsen dal 2005). Il primo campione del test fu di 600 famiglie. A fine 1988 saranno 2.420. Tra ottobre 2015 e giugno 2016 la completa sostituzione, dopo l’erronea diffusione dell’elenco delle famiglie monitorate. Oggi sono 5.700 famiglie a partecipare alla rilevazione.

Sono 186 i canali con audience minuto per minuto diffusa al mercato, oltre a 180 emittenti locali. A vigilare sulle ricerchè è l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).

Dal prossimo anno entrerà in funzione il campione di 10 mila famiglie da affiancare al panel del People Meter. Nel 2018 Auditel prevede di fornire al mercato i dati sul consumo di tv attraverso Pc, smartphone e tablet per realizzare una  nuova indagine di base in grado di fondere i dati televisivi con quelli delle navigazioni Internet monitorate da Audiweb.

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