Bologna FC
L’analisi di Bologna-Napoli 1-7 – 6 feb
1-7. Disfatta totale dei ragazzi di Donadoni tra le mura amiche contro un Napoli in formato Champions League. I rossoblu escono demoliti dal Dall’Ara, a causa di un atteggiamento generale non perdonabile su cui lo stesso mister si dovrà porre tante domande.
Donadoni si presenta con un 4-3-3 che, per quanto riguarda gli interpreti, desta molte sorprese. La prima è Rizzo, come esterno d’attacco a destra; la seconda, è Nagy come centrale di centrocampo e Pulgar come mezz’ala destra. La motivazione è chiara: bloccare la catena di sinistra del Napoli formata da Ghoulam, Hamsik e Insigne. Andando ad analizzare la fase difensiva del Bologna si nota che: Torosidis usciva ogni qual volta il pallone finiva tra i piedi di Insigne; Rizzo quando accadeva tale situazione aveva l’obbligo di scalare sulla linea dei difensori per bloccare eventuali sovrapposizioni; e Pulgar aveva il compito di coprire la zona di Hamsik in fase di costruzione della manovra partenopea. I problemi però nascevano quando si doveva costruire la manovra. Nagy non riusciva a dare i tempi giusti nella costruzione e soprattutto Pulgar veniva snaturato, facendolo giocare in una posizione non sua.
Sarri invece ha proposto il medesimo modulo con Diawara in cabina di regia e Zielinski interno a destra. Il polacco è stato magnifico in entrambe le fasi, anche se è stato oscurato al termine della gara dalle due triplette di Hamsik e Mertens, nuovo capocannoniere del campionato.
La situazione descritta prima, con Torosidis che segue il movimento di Insigne e Rizzo a scalare si manifesta al 4° minuto, in cui il Napoli passa in vantaggio:
L’azione, come spesso capita, si sviluppa da una parte e trova la sua conclusione dall’altra. Callejon dalla destra lascia partire un cross che trova fortemente impreparata la retroguardia di casa. Torosidis esce verso l’accoppiata Ghoulam e Insigne, molto accentrati; Rizzo quindi aveva l’obbligo di scalare per chiudere l’avanzata di Hamsik, ma non lo fa. L’esterno col numero 22 non guarda il fenomeno slovacco che parte con i tempi giusti.
Il cross sul secondo palo è perfetto, e il capitano del Napoli compie una vera e propria magia calcolando al meglio il rimbalzo del pallone, spedendolo nell’angolino alla sinistra di Mirante preso in controtempo. Come si nota Rizzo è in colpevole ritardo nella circostanza su un uomo che era di sua competenza.
2 minuti più tardi e il Napoli timbra il raddoppio con Lorenzo Insigne.
Il Bologna si lascia clamorosamente infilare in contropiede concedendo una prateria ai partenopei. La situazione che si è venuta a creare è praticamente una fotocopia della rete che il Napoli ha segnato contro il Milan in quel di San Siro. L’eventualità è stata sicuramente studiata da Donadoni in settimana, anche se i suoi ragazzi non hanno adottato alcuna marcatura preventiva per non incappare nel contropiede azzurro. La palla in profondità di Zielinski per Insigne è qualcosa di eccezionale, per tempi e precisione, ma la difesa è inaccettabilmente troppo scoperta dopo un corner. Insigne si invola quindi indisturbato verso Mirante, e lo freddo con un destro secco e deciso.
Il Bologna adotta una timida reazione con un tiro di Krejci e di Masina. Ma al 24° ha la grande occasione di riaprirla, con il rigore concesso per un fallo di mano in area.
Sul rigore c’è ben poco da dire, visto che Callejon para nel vero senso della parola il pallone. Il problema è che lo spagnolo andava sicuramente espulso per chiara occasione da gol; solo giallo per lui. Dagli 11 metri Destro è troppo molle e appoggia tra le braccia di Reina.
Due minuti più tardi l’esterno offensivo del Napoli che ha causato il penalty, mette tutti d’accordo facendosi espellere per un calcione da terra a Nagy. 5 minuti dopo però anche Masina raggiunge la doccia anticipatamente.
Il fallo del terzino è nettissimo su Mertens che non può fare altro che cadere in terra. La situazione rappresentata però non è da giudicare chiara occasione da gol perchè Maietta, che era al suo fianco, poteva ancora intervenire sul giocatore belga del Napoli, impedendogli l’avanzata verso Mirante. Rosso ingiusto e Bologna in 10.
In ogni caso, c’è comunque da sottolineare l’ingenuità della difesa rossoblu, che si è fatta infilare in contropiede nonostante la superiorità numerica.
Sul calcio di punizione successivo va lo stesso Mertens, che coglie impreparato Mirante sul suo palo. Il portiere fa un passetto verso destra che lo mette totalmente fuori causa sulla conclusione della punta napoletana.
E’ 3 a 0. Il Bologna non ci sta e con un sussulto d’orgoglio accorcia momentaneamente le distanze segnando con Torosidis.
Sul cross di Pulgar dalla destra, si notano in area ben 4 uomini (Rizzo, Torosidis, Destro e Krejci). La difesa partenopea in questo caso era messa abbastanza bene con Albiol a coprire il primo palo, e i compagni di difesa a compiere le dovute marcature in area. Nel fermo immagine si vede come Zielinski sembra controllare l’avanzata di Krejci.
Il problema per il Napoli è che poi il polacco molli clamorosamente il suo diretto avversario, concedendogli un tiro ravvicinato respinto solo da uno strepitoso Reina. La parata dell’estremo difensore spagnolo però finisce sulla testa di Torosidis che non deve fare altro che appoggiare la sfera in fondo al sacco.
Zielinski 7 minuti più tardi, si trasforma da protagonista in negativo, a uomo decisivo per mandare in porta un compagno.
L’avanzata del centrocampista non viene disturbata in alcun modo dai mediani del Bologna. In questo modo Zielinski ha tutto il tempo di valutare il movimento del suo centravanti, guardando che non finisca in fuorigioco. L’errore della difesa in questa circostanza ha il nome di Marios Oikonomou. Il greco si lascia colpevolmente attrarre dal pallone, non guardando mai l’uomo alle proprie spalle. Errore scolastico del centrale, che propizia un 1 contro 1 del belga con Mirante. Quest’ultimo viene saltato molto facilmente dall’avversario, e l’1 a 4 è servito.
Termina così una prima frazione in cui è successo di tutto. Dopo la pausa il Bologna rientra in campo con la novità Verdi, al posto di Rizzo con l’intento di attaccare maggiormente l’area avversaria. Il copione però non cambia, e dopo una clamorosa occasione sprecata da Hamsik a tu per tu con Mirante, lo stesso slovacco timbra il quinto gol, grazie a un assist di Mertens, favorito da un errore in disimpegno di Oikonomou molto superficiale.
4 minuti più tardi e il centrocampista azzurro segna la sua personale tripletta con una splendida conclusione da fuori area.
Dopo la rete presa poco prima per troppa superficialità, la retroguardia rossoblu si lascia sorprendere da una conclusione da fuori. E’ inaccettabile che Hamsik venga lasciato libero di prendere la mira al limite dell’area, zona di campo in cui, il capitano partenopeo è pericolosissimo. Difatti la conclusione dello slovacco termina la propria corsa sotto l’incrocio dei pali, perforando questa volta un incolpevole Mirante. Nell’immagine si nota come sia Nagy che Maietta non vadano ad aggredire l’avversario, concedendogli molto spazio per il tiro.
Il settimo gol del Napoli è ancora a firma Mertens, e lo segna al 45°.
Mertens nella circostanza sembra un coltello e la difesa di casa un pezzo di burro. Il piccolo belga si insinua tra 3 uomini come se fossero birilli statici, circostanza inaccettabile e che denota una mancanza di orgoglio e rispetto verso chi ama i colori rossoblu. La punta poi segnerà il settimo gol mettendo il pallone alle spalle di Da Costa, entrato 10 minuti prima per un problema muscolare a Mirante.
Sconfitta larghissima, ma soprattutto ampiamente meritata. Se i due gol ad inizio partita potevano tagliare le gambe a chiunque, la non reazione in tutto il secondo tempo è non comprensibile e racconta di una mancanza di cattiveria e grinta. Non si chiedeva ai ragazzi di Donadoni di andare a recuperare un 1-4, però prenderne altri 3, e in quel modo, è sembrato quantomai imbarazzante.
Detto questo il Bologna non è di certo quello visto sabato sera, ma questa caratteristica di difficoltà a rialzarsi dopo una aver subito un colpo, è da tutta la stagione che si manifesta, e non è di certo questione di arbitri. Su questo e su molti altri punti dovrà lavorare Donadoni, per migliorare una squadra migliorabile. Le qualità e le basi ci sono, la tifoseria pure.
Si riparte da mercoledì contro il Milan; imperativo rialzare subito la testa.
(immagini di Sky)
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