Bologna FC
Bologna vs Lazio 0 a 2: la cronaca del match – 6 mar
Bologna-Lazio è la partita dei tre punti. I rossoblù cercano disperatamente la vittoria per agguantare Cagliari e Sassuolo, abbandonare la zona melmosa della salvezza e soprattutto ritrovare un successo che manca da ben cinque turni. I biancocelesti invece arrivano dal vittorioso derby in Tim Cup contro la Roma. Il morale è alto, ma serve ottenere i tre punti per superare Milan, Inter e Atalanta e portarsi al quarto posto, alle spalle del Napoli.
Simone Inzaghi non stravolge la propria rosa e mantiene il solido 4-3-3, con il ritorno importante di Senad Lulic. Roberto Donadoni invece sorprende tutti con un cambio di modulo inaspettato. Il Bologna scende in campo con un 3-5-1-1 che però in realtà ricorda più un 5-3-1-1. I terzini Masina e Krafth infatti, seppur dotati di grande spinta offensiva, non sono propriamente degli esterni di centrocampo. In attacco invece Verdi agisce alle spalle di Bruno Petkovic, mentre Mattia Destro è tenuto precauzionalmente in panchina.
Il primo tempo inizia con due squadre dunque motivate, eppure il motivetto dei primi minuti vede una Lazio arrembante. Gli uomini di Inzaghi schiacciano in difesa la squadra di Donadoni, che appare molto apatica nell’atteggiamento. Il primo pericolo però viene creato all’ottavo minuto proprio dai rossoblù, con un contropiede fulmineo che sfuma per pochi centimetri. Tempo sessanta secondi e la Lazio riporta sulla Terra i padroni di casa. Lulic si invola sulla sinistra, si sposta la palla sul destro e crossa al centro per Immobile. Il bomber laziale viene dimenticato da Maietta e senza alcuno sforzo incorna l’1 a 0. Tutte le idee di rivincita dei petroniani si sciolgono come un gelato al sole. Il carattere della squadra di Donadoni è talmente debole che il primo tempo si trasforma in un monologo totale degli ospiti. Persino battere una rimessa laterale diventa una impresa ardua… Tornando al match all’11’ Immobile sfiora clamorosamente il 2 a 0. Come al solito il Bologna alza troppo il baricentro e si espone alle ripartenze avversarie. Fortunatamente l’attaccante napoletano spara alto di poco sopra la traversa la palla del raddoppio. I rossoblù provano a creare chance, ma le uniche arrivano attraverso tiri dalla distanza. Gli ospiti invece fanno malissimo con i cambi di gioco e le verticalizzazioni, ma non bisogna pensare ad una Lazio col catenaccio. Al contrario gli aquilotti dominano in tutto e per tutto, giocando pure un discreto calcio. Davvero avvolgente l’azione corale al 26′ dei laziali, che manda Milinkovic-Savic a tu per tu con Mirante. Il centrocampista incrocia la conclusione e così il portiere felsineo si salva con i piedi. Dopo un inizio decisamente a tinte biancocelesti, la partita vede ritmi più bassi e un illusorio equilibrio in campo. I felsinei si appoggiano per lo più alle sgroppate palla al piede dei singoli, dalle quali però non ottengono nient’altro che punizioni. Sfortunatamente Viviani non è quello di Genova. Meglio ovviamente la Lazio nella costruzione della manovra, ma la squadra di Inzaghi è pigra nel trovare il raddoppio. Questo atteggiamento un po’ arrogante degli ospiti rischia di diventare un pericoloso boomerang. Al 39′ infatti, una superficialità di Strakosha e Biglia manda in porta Petkovic. L’ex Trapani ha davanti a sè solamente l’estremo difensore avversario e tutta la calma del mondo. Eppure la sua conclusione non inquadra nemmeno lo specchio della porta. Il boomerang fa cilecca, e i laziali drizzano le antenne. Gli ultimi minuti del primo tempo regalano solo un tiro di Basta neutralizzato da Mirante. Si va al riposo sul risultato di 0 a 1.
La ripresa del gioco non vede stravolgimenti nelle due fazioni. Inzaghi invita i suoi ad avere pazienza, senza eccedere però in inutili sicurezze. Donadoni invece vuole un Bologna più pimpante e aggressivo. Le indicazioni del tecnico bolognese sembrano fruttare e si verifica un aumento del ritmo di gioco dei rossoblù. I felsinei conquistano una buona punizione al 52′ (mal sfruttata da Viviani). Poco tempo dopo si fa male Biglia, il custode del gioco laziale. Tutto ciò dà coraggio e forza al Bologna, che si rende sempre più pericoloso. In particolare Simone Verdi si fa apprezzare per diversi spunti: ha una voglia matta di insaccare il pallone in rete. E al 56′ arriva addirittura una bellissima combinazione tra Dzemaili e Verdi, con l’ultimo che viene anticipato solo da una strepitosa uscita di Strakosha. La Lazio torna a farsi sentire solo al 62′, ma l’attacco di Immobile non è così graffiante. Manca solo un episodio favorevole al Bologna. E invece Donadoni butta tutto all’aria. Al 64′ inserisce Destro al posto dell’ottimo Verdi, il quale va su tutte le furie, così come il pubblico felsineo. Il Bologna infatti guadagna in peso offensivo, ma perde l’unico uomo davvero in grado di fare la differenza saltando l’uomo. A questo punto la partita si congela e la Lazio può controllare agevolmente il vantaggio. L’unico a ribellarsi è il solito Dzemaili, il quale si propone sempre al tiro è detta il passaggio filtrante con movimenti senza palla da manuale del calcio. Tuttavia il problema è che i petroniani attaccano con pochissimi uomini, il che consente alla Lazio di soffrire pochissimo le offensive avversarie e controllare il match. E così, al minuto 64, dopo circa mezz’ora di inutili e innocui attacchi bolognesi, arriva il raddoppio laziale, firmato ancora Immobile. Helander sale a tamponare Milinkovic-Savic, ma manca il raddoppio. Così il trequartista può servire un ottimo pallone in profondità tra Oikonomou e Maietta, i quali chiamano stupidamente un fuorigioco che non c’è. Sulla sfera si avventa Immobile e la velocità del centravanti è nettamente superiore a quella dei due centrali difensivi. L’attaccante, a tu per tu con Mirante, non sbaglia e sigla la propria doppietta. Ad un quarto d’ora dalla fine Donadoni prova a stravolgere un po’ tutta la rosa, ma non ottiene i risultati sperati. I suoi ragazzi perdono anche l’ultima traccia di grinta e si abbandonano inermi all’esito dell’incontro. Dzemaili è l’ultimo ad arrendersi, ma i suoi sforzi non bastano a sollevare un Bologna pesante sulle gambe. Così l’unico evento degno di nota è il mancato tris di Parolo al 95′, dopo una bella incursione di Keita Balde, subentrato una decina di minuti prima a Felipe Anderson. La partita termina qui. Lazio batte Bologna per due reti a zero.
L’immagine più appropriata dell’incontro è sicuramente il pubblico del Dall’Ara che fischia i propri beniamini, urlando ripetutamente di tirare fuori gli attributi. Qua però si tratta ben più di una semplice mancanza di stimoli da parte della squadra. Un punto in sei partite indica che la formazione di Donadoni è in piena crisi di risultati. Inoltre a questa squadra manca tutto, a partire dal carattere, senza dimenticare il gioco. La qualità della rosa non è eccelsa ma la squadra bolognese vale ben di più di un quintultimo posto. L’allenatore emiliano è ovviamente responsabile di questa situazione, ma appare più una crisi corale che di singoli. L’obiettivo stagionale della salvezza non appare a rischio, visti i 13 punti di margine sulla terzultima. Tuttavia c’è l’onore e la fiducia del pubblico da conquistare, e forse vale anche di più della salvezza stessa. Così non va, e qualcosa andrà fatto. Almeno prima che intervenga Saputo…
Fonte immagine di copertina: Corrieredellosport.it
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