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STADIO: Il futuro tra mercato e progetto – 05 apr

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Si parla di futuro, nell’edizione oggi in edicola de “Il Corriere dello Sport – STADIO”: il futuro del Bologna, quello a breve, che riguarda il calciomercato prossimo, e quello a medio-lungo respiro, e cioè la continuazione di un progetto di crescita che sarà dichiaratamente graduale ma che rischia di vedersi allungare i tempi ulteriormente.

Casting rossoblu

Furio Zara apre con un articolo che riguarda l’attuale rosa a disposizione di mister Donadoni, e spiega che i ventidue giocatori di proprietà del Bologna sosterranno da qui a fine campionato una sorta di “casting”: l’estate non porterà una rivoluzione come quella avvenuta nell’ultimo campionato, quando tra l’estate e gennaio sono arrivati ben undici giocatori, ma alcuni dubbi importanti andranno comunque sciolti. Purtroppo Blerim Dzemaili non è tra questi: è un “prestito familiare”, andrà al Montreal, in Canada, e non c’è niente da fare. Il dubbio più grande riguarda Mattia Destro: è stato pagato 10 milioni, il Bologna spera che ricominci a segnare, che ritrovi (e dia) fiducia nelle proprie qualità, perché questo Destro, quello attuale, non solo non basta, ma sarebbe anche difficile da vendere. A chi? Per quale cifra? Eccoci poi a Donsah, che non ha mai giocato due gare di seguito a causa di infortuni o scarsa fiducia di Donadoni: il salto di qualità non è arrivato, vale la pena insisterci? Lo stesso ragionamento intorno a Luca Rizzo, jolly che non si è mai specializzato in un ruolo vero: per lui solo quattro gare da titolare, infortuni continui, un potenziale che non sboccia. Dubbi anche sulla permanenza di Federico Viviani, che è in prestito e la cui conferma costerebbe circa 5 milioni (trattabili) e che ha buone qualità tecniche ma poca personalità. Infine partirà sicuramente un terzino destro, forse due: Emil Krafth può ancora giocarsi la permanenza in Serie A e al Bologna, dato che pur non convincendo a pieno ha fatto vedere qualcosa di buono, mentre Ibra Mbaye pare proprio giunto al capolinea, non avendo mai convinto mister Donadoni.

Salto di qualità? C’è da aspettare

Ancora Zara analizza quella che è stata finora la stagione del Bologna e lo fa affidandosi ai numeri, scoprendo così che il salto di qualità auspicato quest’anno non c’è stato: 18 sconfitte la scorsa stagione, 14 in questa (ma in 30 partite) il Bologna ha dimostrato di non reggere il confronto con le squadre medio-grandi, ottenendo punti solo con i pari contro Inter e Lazio. Rispetto alla scorsa stagione sono, a questo punto del campionato, 30 i punti di distacco dalla Juve (l’anno scorso erano 34) e 24 i punti che separano i rossoblu dall’Europa rispetto ai 21 del 2015/2016. Tradotto: il Bologna sta facendo come la scorsa stagione, forse un po’ peggio, senz’altro sta dimostrando in un campionato “classista” di appartenere alla fascia media che da tempo non lotta per niente, e del resto contro la più debole delle squadre in fascia “alta”, la Fiorentina, i rossoblu sono caduti due volte su due. E se è vero che quest’anno il Bologna non è mai stato coinvolto nella lotta per non retrocedere, se è vero che vanta un +17 dalla terz’ultima – e l’anno scorso era appena un +6 – è altrettanto vero che questo è stato un campionato anomalo che ha confermato una tendenza, in Italia: le forti sono sempre più forti delle deboli, che sono sempre più deboli. Nel mezzo c’è il Bologna, che però rischia così facendo di vivacchiare ancora per parecchi anni, allungando il famoso “progetto” a tempi non sostenibili. Qualcosa, Saputo e gli altri, dovranno inventarsi.

 

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