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Virtus: non basta il supplementare. Casale pareggia i conti portando la serie sull’1-1 – 2 Mag

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 Casale espugna il Paladozza dopo un supplementare. Il finale è 73-78. (parziali: 21-11; 35-26; 49-46; 59-59)

 

SEGAFREDO BO: Spissu 13, Umeh 14, Spizzichini 4, Petrovic n.e., Ndoja 11, Rosselli 5, Michelori, Oxilia n.e, Gentile, Penna, Lawson 26, Bruttini. All. Ramagli.  

NOVIPIU’ CM: Tolbert 8, Nikolic, Denegri, Tomassini 12, Natali 3, Blizzard 21, Di Bella 14, Martinoni 4, Severini 15, Valentini n.e., Bellan 1, Ielmini n.e. All. Ramondino.

 

Le Vu nere scendono nuovamente sul parquet del Paladozza alla ricerca della vittoria che potrebbe valere il 2-0 nella serie. L’approccio sembra quello giusto, come mostrato solo 48 ore fa. Padroni di casa che tentano la fuga immediata grazie al parziale di 12-0 firmato dal solito asse Umeh-Lawson. Il lungo californiano è il motore principale della macchina bianconera che sfrutta a pieno il suo potenziale. A questo si aggiungono le buone difese della Ramagli band che concede poco o nulla a Casale, incapace di superare il muro bianconero. Coach Ramondino è costretto già ora a giocare la carta della zone-press e della 2-3 statica, spezzando il ritmo della Segafredo. Le sbavature di un irriconoscibile Gentile costringono il coach livornese a richiamarlo in panchina, lasciando spazio all’esordio del beniamino Penna in questi playoff. Al 10’ Virtus avanti sul 21-11. La continua pressione ospite blocca le offensive dei padroni di casa che non trovano la chiave giusta per scardinare le barricate piemontesi. Il digiuno delle Vu nere viene interrotto dalla poderosa affondata di Lawson, immediatamente ribattuta dalla bimane di Tolbert. La Segafredo serra i ranghi della propria retroguardia, ponendo fine alle troppe scorribande di Casale. Di Spissu le due bombe in fila che completano l’opera, fruttando un parziale di 6-0 con cui i padroni di casa tentano l’allungo. Alla pausa lunga bianconeri a +9 sul 35-26.

Al rientro in campo Umeh realizza subito un jumper dalla media che porta nuovamente i suoi sulla doppia cifra di vantaggio. Immediata la risposta ospite con l’ex Blizzard, quest’oggi in modalità “revenge”. Con pazienza la Virtus costruisce buone azioni corali, il cui terminale è sempre lo stesso: Lawson. Ma è ancora la difesa di Casale ad essere protagonista. Passata ora a uomo, la pressione della retroguardia piemontese impedisce, spesso oltre il limite della regolarità, facili conclusioni alle Vu nere, che perdono così la propria fluidità di manovra. Avversari che approfittano del momento negativo della Ramagli band, banchettando a rimbalzo offensivo e trovando anche la misura da oltre l’arco. 5-0 il break firmato dall’ex Di Bella che, al ’30, riporta i suoi ad un solo possesso di svantaggio (49-46). Bologna continua a faticare nel trovare la via del canestro, complici rivedibili scelte offensive e costanti difese granitiche piemontesi. Gli stessi che invece sfruttano bene la circolazione di palla e, sull’asse Di Bella-Severini, prima pareggiano poi sorpassano sul 50-52. La Segafredo continua nel proprio momento negativo, segnando col contagocce ma rimanendo comunque in scia agli avversari. Casale perde quasi in un colpo solo l’intero pacchetto dei propri lunghi, tutti out per falli. La Virtus ne potrebbe approfittare, ma lo fa solo parzialmente. Perso Rosselli, quinto fallo anche per lui, ai bianconeri manca quella regia aggiuntiva che tanto bene ha fatto in gara 1 nel momento in cui le cose si erano complicate. La palla circola lentamente e il gioco interno, sempre con l’obiettivo di servire il buon Lawson, diventa ripetitivo e prevedibile. Fortunatamente il centro in maglia n°25 trova un tap-in volante nel traffico della difesa avversaria, punendo con la nuova parità a quota 59 l’errore a cronometro fermo nell’azione precedente dell’ex Blizzard. Sul ribaltamento di fronte seguente, Tomassini si complica la vita con un 1vs1 prolungato che, fortunatamente, si conclude con un nulla di fatto. Overtime.

Umeh rompe l’equilibrio esplodendo una bomba di importanza capitale, imitato poco dopo da Spissu. Sul fronte opposto sono gli ex a condannare la Virtus, che proprio non riesce a fuggire via. Di Blizzard la tripla che mette un pieno possesso di distanza tra le due compagini, prima del fallo subito da Lawson. L’americano segna il primo e sbaglia appositamente il secondo per concedere la possibilità di rimbalzo offensivo ai suoi. Ci sarebbe stata tutta per Ndoja al quale, però, non viene fischiato un altro fallo dopo una più che evidente trattenuta (con maglia allungata all’inverosimile) ai suoi danni. Tomassini non sbaglia, invece, dalla linea della carità, regalando ben quattro lunghezze di margine ai suoi. Gli ultimi istanti sono validi solo per le statistiche a cronometro fermo, che lasciano il gap sostanzialmente invariato. Alla Virtus manca il guizzo felino per tentare la disperata impresa, ed è così costretta ad arrendersi al 45’ sul punteggio di 73-78.

Occasione persa per i bianconeri che, come in gara 1, avevano inizialmente dato l’impressione di poter controllare il match, salvo poi complicarsi nuovamente la vita da soli. Quasi istantanea la metamorfosi della formazione griffata Segafredo nel momento in cui Casale ha alzato la propria pressione difensiva, riversando in campo tutte le proprie armi. Troppi, anche stasera, gli errori che hanno condizionato le giocate offensive delle Vu nere, in particolare quando anche la sorte sembrava voler supportare la Ramagli band. Rimane l’interrogativo sulla scelta di perseverare nel gioco interno nel momento in cui tutti i lunghi di Casale ero out per falli. Lawson veniva costantemente raddoppiato dalle veloci mani degli esterni piemontesi, senza possibilità di giocare facilmente la palla che, di conseguenza, si muoveva lentamente facilitando il compito alla retroguardia ospite. Probabilmente qualche minuto in più a capitan Michelori e Bruttini avrebbe fatto comodo, ma con i se e con i ma si va poco lontano. Alla Virtus sono mancati uomini chiave come Rosselli, pesantemente condizionato dalla situazione falli, e Gentile, questa sera assolutamente impalpabile. Urgono correzioni e alla svelta. Non sarà semplice tentare l’impresa cercando il bottino pieno in trasferta, ma questa squadra, visti i mezzi di cui dispone, ha l’obbligo di provarci. Ai posteri l’ardua sentenza.

 

(foto: ilrestodelcarlino.it)

 

 

 

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