Seguici su

Altri Sport

FONSO CALZOLARI STORY – 2 puntata – 25 mag

Pubblicato

il


FONSO CALZOLARI STORY

Il 26 maggio seconda tappa, da Cuneo a Lucca (340 km.), con soli 37 corridori rimasti in gara. Si  parte alle 4,04 del mattino, davanti a poche decine di spettatori, a causa dell’ennesimo diluvio che flagella la comitiva.

Dopo otto ore di lotta con tempo orribile e strade impossibili i corridori giungono ai piedi del Bracco. Calzolari si volta un istante per valutare le forze dei compagni poi si alza sui pedali e scatta di slancio, come fosse in pianura, prendendo subito un centinaio di metri di vantaggio.

In pochi minuti il divario a lui favorevole raddoppia poi triplica e solo Azzini decide di rispondere agli attacchi della “rivelazione”.

La pedalata del piccolo bolognese è possente, lo stile è magnifico pari a quello di un corridore di alto livello tecnico. Fonso raggiunge la vetta del Bracco con ben sei minuti di vantaggio su Azzini, poi si lancia all’impazzata in discesa. A Spezia, il vantaggio di Calzolari è di diciannove minuti su Azzini che si conferma secondo. Gremo, vincitore della prima tappa, è addirittura a 35 minuti e, appena gli viene comunicato il sostanzioso distacco, si siede piangendo su una sedia e comunica il suo ritiro. I suoi compagni di squadra, Corlaita e Ganna, lo seguono nella resa.

Il passo del Bracco dista da Lucca circa 130 chilometri ma le posizioni non mutano più. A Lucca, sotto un tempo pessimo, alle 18 e 41, davanti ad una folla che lo applaude, giunge per primo Fonso Calzolari da Bologna. Il suo vantaggio sul secondo è enorme, 24 minuti su Azzini e ben 34 minuti su Girardengo. Con questo exploit il ciclista vergatese si porta in testa alla classifica.

Il 28 maggio, la terza tappa da Lucca a Roma (430 km.) vede ancora Giove pluvio nella parte del  dominatore. Nella frazione più lunga del Giro, se si esclude una lunga fuga di Bordin che riesce a raggranellare fino a ventitre minuti di vantaggio per poi crollare nella parte finale della gara, i primi in classifica si limitano a controllarsi l’uno con l’altro. All’arrivo si assiste così ad una volata affollata vinta da Costante Girardengo; il primo posto in classifica generale rimane quindi in mano a Calzolari, settimo all’arrivo.

Il 30 maggio, quarta tappa, da Roma ad Avellino (365 km.). Alla momento della partenza i superstiti vengono informati dalla giuria che la strada che dovranno affrontare è in pessimo stato e si consiglia a tutti di “andare cauti”. Il via è dato alle 2,24. Nelle prime otto ore di corsa la sfortuna si diverte a prendere di mira Calzolari. Per ben tre volte si deve fermare per una foratura e solo grazie all’aiuto del compagno di squadra Canepari, che abbandona il gruppo per assisterlo ed aiutarlo, riesce a limitare il distacco a pochi minuti. In occasione dell’ultima foratura “Fonso” ha addirittura la certezza che sia Girardengo che Durando non sono in grado di impensierirlo a seguito della stanchezza che li attanaglia. Nella giornata in cui la sfortuna perseguita il nostro campione, la defaillance per fortuna blocca gli avversari. Di tutto questo caos approfitta Giuseppe Azzini che, avvertendo in maniera inferiore rispetto agli avversari il freddo e la stanchezza, inizia a pedale alla incredibile media di oltre 30 chilometri orari, riuscendo ad infliggere alla concorrenza quasi trenta minuti di distacco.

Nella seconda parte della tappa si assiste alle cadute di Girardengo e Canepari e, mentre quest’ultimo riparte velocemente, il “Gira” riprende con molta a calma e molti ematomi ed escoriazioni. Seguono senza soste altre cadute, altre forature e finalmente, alle 15’45” appare Avellino, traguardo sospiratissimo, dove il vincitore di tappa Giuseppe Azzini si gusta il meritato trionfo. Il lombardo precede di ben 36 minuti Albini, di 42 minuti Pavesi, e buon quarto è Calzolari che limita il suo distacco a “soli” 45 minuti. Con la vittoria e la grande prestazione Azzini risale dal sesto al secondo posto in classifica generale diventando il pericolo numero uno per Calzolari, l’avversario che lo minaccia più seriamente.

Dopo quattro tappe, a metà esatta del Giro d’Italia 1914, si può stilare un primo bilancio che regala una certezza assoluta,  Calzolari è la vera rivelazione del Giro.

Nessuno nelle quattro tappe ha corso più brillantemente e regolarmente di lui. E’ transitato tra i primi sul Sestriere, è stato il dominatore sul Bracco staccando Azzini ed Albini, è giunto solo a Lucca con un margine strabiliante ed è stato anche il  primo a raggiungere Bordin nella Lucca-Roma. Nella tappa di Avellino, in una giornata a dir poco sfortunata per le continue forature, ha saputo rimontare tutti i concorrenti tranne Azzini, Albini e Pavesi. Non ha mostrato un attimo di incertezza e debolezza ed ha confermato di essere spinto da un cuore eccezionale. Tutti i tecnici sono concordi sul fatto che potrà fare addirittura miracoli se adotterà un regime alimentare più controllato. La stampa sportiva in più aveva già iniziato a fare pressioni per vederlo al più presto tra i protagonisti del Tour de France.

Alle 4 del mattino del 1° giugno parte la quinta tappa, da Avellino a Bari per un totale di 328 chilometri. Fin dai primi chilometri il tracciato è ricavato su strade pessime, tutte ammalorate da cunette gonfie di acqua, con grossa ghiaia, simili al fondo di un torrente. Inoltre il tempo è coperto con grigie nubi e pioggia incombente. In questo drammatico scenario, a San Severino, si verifica la  caduta del Campione d’Italia Girardengo che con un pianto misto a dolore e disperazione è costretto a ritirarsi dalla gara.

All’altezza di Salerno la strada diventa ancora peggiore; Il fondo è coperto di sabbia ed inzuppato di acqua. Nonostante queste proibitive condizioni un sestetto di “pazzi” tenta la fuga. I sei temerari sono: Calzolari, Azzini, Albini, Bordin, Durando e Robotti. Sui primi strappi dello Scoglio Bordin non regge il passo dei compagni e viene staccato dai compagni. Calzolari sembra in difficoltà non è disinvolto in bici come al solito e sotto la maschera di fango che gli ricopre il volto sono inequivocabili segni di stanchezza, però stoicamente resiste. Cede invece Robotti. Al bivio per Potenza clamoroso allungo di Azzini che, in pochi chilometri, mette quasi due minuti tra sé e i tre compagni di fuga. A Vietri il suo vantaggio è già di otto minuti; si punta intanto su Potenza percorrendo una strada di montagna, vecchia ed abbandonata, in pessimo stato, tutta coperta di sterpaglie e con sassi taglienti. In questo scenario infernale Azzini aumenta addirittura il vantaggio su Calzolari, Durando ed Albini toccando addirittura i 35 minuti. Inizia una serie interminabile di contrattempi per Durando che è frenato da una lunga serie di forature. Ad inseguire  il leader della tappa rimangono solo  rimangono solo Calzolari e Albini.

A Tricarico anche Albini è frenato da una foratura e così Calzolari rimane solo alle spalle di Azzini

che sembra avere le ali ai piedi tanto che il suo vantaggio, chilometro dopo chilometro, si fa sempre più ampio. Il fuggiasco riesce ad affrontare le salite con un agilità sorprendente mentre le discese le copre a velocità folle. Al bivio di Matera, sede di controllo orario, il vantaggio su Calzolari tocca i 45 minuti. A questo punto si scatena una pioggia ancor più furiosa di quella che aveva colpito i corridori nei primi chilometri. Un torrente di acqua si abbatte sulla strada rendendo sempre più difficile la corsa dei nostri “eroi”. Ma lo scatenato Azzini non sembra avvertire le terribili condizioni climatiche e impiega solo 2 ore e 12 minuti per  percorrere il tratto Matera-Bari staccando ancor di più Calzolari.

A Bari Azzini riesce, con un vantaggio risicato di pochi minuti, a sostituire in testa alla classifica generale Fonso Calzolari che arriva a fine tappa con un distacco di 1 ora, 3 minuti e 22 secondi.

Alla drammatica cronaca sportiva è doveroso affiancare la “leggenda popolare”.

Si narra infatti che nella notte del 1° giugno, a Bari, un sinistro individuo dal volto mascherato abbia fatto visita in albergo a Alfonso Calzolari, offrendogli quindicimila lire per arrivare”solo” secondo a fine Giro; proposta subito sdegnosamente rifiutata dallo sbalordito Alfonso.  Va ricordato che al vincitore assoluto spettava la considerevole somma di trentamila lire.

Il 3 giugno riprende la gara vera e propria con la sesta tappa, da Bari a l’Aquila, per un totale di 428 chilometri.

La frazione inizia incredibilmente sotto un cielo turchino privo di nubi e, dopo 360 chilometri, a San Paolo Matese i migliori sono ancora tutti in gruppo. A questo punto iniziano le ostilità. Lucotti esce dal gruppo e in pochi chilometri di fuga, a Rionero, vanta già un vantaggio di otto minuti su una coppia di inseguitori composta da Durando e Calzolari. Al passaggio in cima alla tremenda salita del Macerone Lucotti vanta un vantaggio sul primo degli inseguitori, Durando, di 14 minuti.

Un freddo vento impetuoso taglia la faccia dei corridori che una selezione impietosa distacca di molti minuti tra loro. Ognuno può contare solo sulle proprie forze per vincere le forze della natura ostile, superare le avversità di una strada impossibile e limitare il distacco dagli avversari.

La terribile prova si conclude alle ore 19, 38 e una folle enorme saluta il vincitore Luigi Lucotti. Secondo si piazza Durando staccato di 1 ora e 19 minuti; terza piazza per Calzolari a 1 ora e 35 minuti.

In classifica generale Alfonso Calzolari riconquista il primo posto, grazie anche alla spettacolare uscita di scena del suo avversario più pericoloso, nonché leader della gara, il milanese Giuseppe Azzini. L’ex leader, dichiarato ufficialmente disperso al termine della tappa, verrà ritrovato solo il giorno successivo in un casolare di campagna nei pressi di Popoli, a venti chilometri dal traguardo, quasi fuori di senno, con la febbre alta. Al suo inspiegabile crollo fisico si cerca di dare spiegazione legandolo all’uso di qualche “bomba” dagli effetti controproducenti e devastanti. Al termine della tappa inoltre giunge alla giuria un reclamo contro Calzolari e Canepari, rei di essersi fatti tirare, per un breve tratto, dopo Roccaraso, da una automobile.

Lamberto Bertozzi

(2- Continua – la terza ed ultima puntata uscirà il 27 maggio)

 

 

Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *