Bologna FC
La stagione del Bologna nel pagellone finale – 30 mag
E’ finita anche questa stagione. Forse finalmente si è conclusa l’annata 2016/2017 in cui si è visto un Bologna opaco, sbiadito, che solo in pochissime occasioni ha regalato il sorriso agli splendidi tifosi che urlavano al Dall’Ara e gremivano il settore ospiti negli altri stadi.
E’ finita con una sconfitta, contro la nemica Juventus, in un modo che lascia l’amaro in bocca, perchè per la 18esima volta abbiamo subito gol negli ultimi minuti di gioco.
Per fare un bilancio, concentrandomi sui protagonisti di questa stagione, cioè i giocatori e l’allenatore, andrò a stilare le pagelle, cioè la cosa più complicata da fare, ma sicuramente la più sintetica per esprimere un giudizio sui ragazzi di Donadoni.
ANTONIO MIRANTE: Una stagione iniziata con un problema al cuore che aveva messo paura al gigante di Castellammare di Stabia. Quando è tornato però ha ricominciato da dove aveva lasciato: cioè parando, e tanto. Solo qualche indecisione nel corso della stagione, ma del resto ha salvato il risultato più e più volte. Si merita un 6,5
ANGELO DA COSTA: Quando è stato chiamato in causa, l’angelo della porta rossoblu si è fatto sempre trovare pronto. Oltre a guidare bene la difesa, tra i pali è una sicurezza, e averlo come secondo portiere è un vanto assoluto. Affidabile. 6,5
EMIL KRAFTH: Lo svedese è quello che ha patito di più il salto in Serie A, che è sicuramente un campionato in cui è difficile adattarsi velocemente, ma Emil sta faticando ancora molto. Krafth si è reso protagonista solo di alcune partite di buon livello, in cui ha mostrato le sue qualità offensive, da rivedere invece quando c’è da difendere. Rimandato. 5,5
FILIP HELANDER: Un altro svedese. Lui può avere un buon futuro, sempre che il fisico lo aiuti, e non lo fermi così tante volte come in questa stagione. A dar noia a Filip c’è stato un problema alla schiena che l’ha tenuto fuori dai campi per diversi mesi, anche se quando è stato chiamato in causa si è dimostrato affidabile e attento. Roccioso. 6
DANIELE GASTALDELLO: Da un capitano ci si aspetta un comportamento che guidi gli altri, e lui non è stato affatto da esempio, almeno in alcune occasioni nel corso della stagione. E’ sicuramente un ottimo professionista, ma gli scivoloni sul campo in questa stagione sono costati caro ai rossoblu. Nel finale di stagione un po’ si riprende, ma non basta per la sufficienza. 5
ADAM MASINA: Il cinno fa un netto passo indietro rispetto alla stagione scorsa, in cui qualcosa di buono l’aveva fatto vedere. In fase difensiva è un vero disastro purtroppo, e l’ennesima dimostrazione della scarsa attenzione che ha quando si tratta di difendere, l’abbiamo avuta contro la Juventus. Il popolo rossoblu è diviso tra ridargli fiducia o lasciarlo andare, la cosa migliore sarebbe recuperare un giovane cresciuto nel nostro settore giovanile. 5
VASILIS TOROSIDIS: Il greco fatica fin dall’inizio ad inserirsi al meglio nell’ambiente rossoblu. Donadoni lo utilizza molto per la sua esperienza e duttilità, visto che può ricoprire tutti i ruoli della difesa, ma troppe volte stecca. Le cose migliori forse le ha fatte vedere da centrale difensivo, soprattutto quando abbiamo giocato a 3. Chissà se rimarrà anche un altro anno, vedremo. Traballante. 5+
MARIOS OIKONOMOU: Fa fatica, davvero molta fatica. Inizia male, va per la cessione, poi resta, e fa peggio. Donadoni nell’ultima parte di stagione preferisce giocare anche con un terzino centrale piuttosto che metterlo in campo; è molto probabile una sua cessione. Deludente. 4
IBRAHIMA MBAYE: Ad inizio stagione forse era il giocatore più “odiato” sotto le Due Torri, e nel mercato invernale mancava davvero poco alla cessione all’Udinese. Ibrahima però non si scoraggia per le tante panchina e lavora tanto a Casteldebole, e quando Donadoni gli dà l’opportunità, lui non la spreca e fa ricredere tutti. Il finale di stagione è da applausi per voglia e impegno. 6,5
DOMENICO MAIETTA: E’ il vero leader di questo Bologna. Di errori ne ha fatti, e alcuni gol vengono anche da sue sbavature, ma il carattere che mette in campo non è pari a nessuno. E’ sempre l’ultimo a mollare e trascina i compagni nei momenti di difficoltà. Un leone. 7,5
-Il voto complessivo alla difesa è 5. Gli errori sono tanti e ripetuti nella stessa maniera. Le diagonali difensive saranno l’argomento principale nel ritiro estivo, sperando che qualche rinforzo possa alzare il voto di un retroguardia ballerina.
FEDERICO VIVIANI: Bigon l’ha portato con se da Verona, e Donadoni di spazio gliel’ha concesso per mettersi in mostra. I piedi sono buoni, questo è indiscutibile, ma la lentezza di gambe e di pensiero forse non sono sufficienti per la conferma. 5+
ERICK PULGAR: Il cileno penso debba e possa crescere ancora molto. Le qualità di base secondo me ci sono tutte, e in quel ruolo, se migliorasse dal punto di vista mentale (troppe volte si spegne la luce) potrebbe diventare un ottimo giocatore. In mezzo al campo è capace di aggredire gli avversari e di chiudere le linee di passaggio, mentre in fase di costruzione i tempi ce li ha. Ripeto, per prendersi il posto fisso in mezzo al campo deve migliorare ancora molto, ma le basi ci sono. 6
SAPHIR TAIDER: Merita un qualcosa in più della sufficienza non per il gol capolavoro contro la Juve, ma per un inizio di stagione ottimo, e per la solita predisposizione al sacrificio. Tecnicamente non è granchè, ma il cuore ce lo mette spesso. 6+
LUCA RIZZO: Fisico troppo debole, niente di più. Personalmente lo vorrei rivedere in campo, magari come mezz’ala, come giocava ai tempi della Sampdoria, in cui fece molto bene, ma bisogna che risolva i continui guai fisici che lo attanagliano da sempre. In estate è complicata anche una sua cessione, visto che Corvino lo ha portato qui per 5 milioni, e ora come ora ci sarebbe una minusvalenza troppo elevata. Non pervenuto. S.V.
GODFRED DONSAH: E’ il fratello scarso di quello dell’anno scorso. Anche lui ha dovuto convivere con tantissimi stop a causa di guai fisici, ma quando è stato chiamato in causa, salvo pochissime partite (Inter e Udinese), non ha risposto come voleva il mister. Forse non scorre neanche buon sangue tra lui e Donadoni, ma ora Godfred rischia seriamente il posto, e in estate potrebbe anche partire. Involuto. 5
ADAM NAGY: Per ora non ha dimostrato qualità incredibili, ma resta uno dei giocatori che preferisco nella rosa attuale. Dinamico, sempre in movimento con o senza palla e attento in fase difensiva nonostante la scarsa fisicità. Il vero punto debole è la scarsa predisposizione nell’attaccare la porta. Se vuol continuare a giocare come mezz’ala servono più inserimenti e più conclusioni, ma sono molto fiducioso. Promettente. 6,5
BLERIM DZEMAILI: Bologna lo ha accolto come solo lei sa fare e Blerim ha ripagato la fiducia. Lo svizzero è stato il migliore in questa stagione: sia per il suo apporto in campo, che per l’aiuto che ha dato ai giovani, mettendo a disposizione la sua esperienza per dare degli stimoli ai cinni in rossoblu. Come prevedibile a salvezza matematicamente conquistata è partito in direzione Montreal. Noi ti facciamo un grande in bocca al lupo e ti ringraziamo. Il migliore. 8
-Il centrocampo raggiunge la sufficienza a fatica, ma la raggiunge. Per lunghi tratti della stagione è stato il reparto migliore della rosa, anche se i tanti gol presi e i pochi gol fatti vengono anche da lacune dei centrocampisti. Le basi per il futuro comunque ci sono, ma anche qui sono obbligatori dei rinforzi.
LADISLAV KREJCI: Generosissimo, veloce, assistman, instancabile e altruista, forse troppo, anzi, sicuramente troppo. Krejci anche quando ha avuto la porta spalancata davanti a lui preferiva passarla, molte volte sbagliando scelta. L’unica rete in questo campionato è su rigore, e non può di certo bastare per un giocatore che come ruolo ha quello di esterno in un attacco a 3. Non lo vedremo mai andare ad esultare sotto i tifosi rossoblu per una decina di volte in una stagione, ma delle reti in più servono, e lui lo sa. Si merita comunque un 6+
UMAR SADIQ: Tornerà a Roma, e menomale. Il nigeriano ha giocato pochissimo, anche lui a causa di qualche problema fisico durante l’annata, ma se Donadoni una volta che lo aveva a disposizione preferiva altri un motivo ci sarà. Nullo. 2
BRUNO PETKOVIC: Arrivato in inverno per cercare di dare respiro a Destro, non è riuscito a conquistare i tifosi con le sue giocate. A volte si specchia troppo in campo, perdendo di vista l’aspetto fondamentale: cioè l’essere concreti. Inconcludente (per ora). 5,5
FEDERICO DI FRANCESCO: Ha qualità, corsa, determinazione ed è giovane. Ha tutto per diventare un ottimo giocatore, e seppur alla prima stagione in A, ha fatto vedere già ottime cose. Anche lui deve migliorare tanto, ma se questo è solo l’inizio, chissà come sarà il proseguo. E’ il futuro. 7
ORJI OKWONKWO: E’ un pilastro della primavera di Paolo Magnani, e quando viene chiamato in prima squadra dà sempre il suo contributo. Nelle gambe, come dice lo stesso Donadoni, ha un motorino che gli dà un’accelerazione incredibile. Dal punto di vista tattico e tecnico c’è da lavorare, com’è giusto che sia, ma Orji è un prospetto su cui puntare. In primavera si merita un 8, in prima squadra un 6,5 (cosi non si monta la testa).
SIMONE VERDI: E’ senza dubbi la vera sorpresa di questa stagione. Veniva da due annate anonime con Empoli e Carpi, e il suo acquisto in estate aveva fatto storcere il naso a molti. Fin dalla prima partita però si è capito che poteva dare quel qualcosa in più a questa squadra, e le sue giocate hanno fatto divertire e hanno portato anche diversi punti. Sfortunato l’infortunio contro la Fiorentina nel momento in cui stava decollando, e la forma non è riuscito a riprenderla in fretta. Il prossimo anno potremmo ancora godere del suo estro, si spera senza intoppi. Sorprendente. 7,5
MATTIA DESTRO: Ha segnato 11 gol, raggiungendo una doppia cifra che a due mesi dalla fine del campionato era pura utopia. Il campionato di Mattia però non può considerarsi positivo: i soliti difetti si sono visti anche in questa stagione e in fase realizzativa è stato spesso poco preciso. L’attenuante è che molte volte non è stato servito e assistito nel migliore dei modi, ma le colpe sono anche sue. Il prossimo anno avrà un’altra possibilità, ci si aspetta un cambio di marcia. 6 –
-L’attacco arriva alla sufficienza perchè si sono visti giocatori che potrebbero diventare molto importanti per questa squadra. Il salto di qualità forse è mancato perché si sono troppo spesso accesi ad intermittenza, prima uno e poi l’altro, senza mai essere al top insieme.
ROBERTO DONADONI: Il suo è un 6 –, dovuto a una gestione sempre lucida, ma a volte dava l’impressione che le redini della squadra non le avesse ben salde nelle sue mani. I cali di concentrazione e la mancanza di uno stampo di gioco vero sono difetti che devono far riflettere il mister. Nonostante questo rimane un ottimo allenatore, che quasi sicuramente siederà sulla panchina rossoblu anche il prossimo anno, aspettando il salto di qualità…
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