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Bologna FC

Tifo Disorganizzato – #BFCSamp – 29 nov

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Con stasera parte la nuova rubrica di Dario Darioz Clementi. Crediamo che solo pochissimi a Bologna non conoscano la sua intelligente ironia, capace di raccontare e far sorridere, allo stesso tempo, situazioni e temi complessi con una naturalezza disarmante. Con immenso nostro piacere ha accettato di aiutarci nel nostro progetto e,  ogni mercoledì sera, il prime time serale di 1000cuori sarà suo. Buon divertimento a Tutti e un grazie sentito a Dario. 

 

Dal posto che occupo in curva, la partita si vede benissimo.

Anche se il portiere è a centosettanta metri, si vede benissimo.

Anche se è il portiere più vicino quello a essere a centosettanta metri e quell’altro è a duecentottanta, si vede benissimo. 

È da decenni che vedo la partita da lì e l’ho sempre vista benissimo.
Un giorno ho preso gli occhiali al mio amico Manuel per sfotterlo perché non ci vede una cippa e ci ho visto benissimo. Quel giorno mi sono chiesto che cosa cavolo avessi visto fino a quel momento. Ma quello che non avevo visto lo avevo visto benissimo.
Adesso ho gli occhiali di Manuel. Manuel non mi saluta più. Forse è incazzato o forse non capisce chi sono perché i suoi occhiali li ho io. Così lui non mi vede e io lo vedo benissimo.
Vedo benissimo anche il Bologna in campo che, dopo due minuti, gonfia la rete a centosettanta metri da me. 
La tizia che mi siede dietro finalmente si zittisce. O meglio, il suo monologo che proseguiva ininterrotto da un’ora viene coperto dal boato del Dall’Ara.
Lei parla, parla in continuazione. Parla di tutto. E purtroppo si posiziona sempre dietro di me. Cambiare posto non serve a nulla, mi segue. Perciò la sento. La sento benissimo. 
Parla, novella Federica Buffa, indifferentemente di pulci da allevamento e di pale eoliche, di coltivazione delle carrube e di ingegneria aerospaziale, di sociologia felina e di coltivazione di fave. Purtroppo parla anche di calcio. Ed è inutile dire che non ci capisce una fava. Si vede benissimo.
Passa un quarto d’ora buono a parlare male di Masina e della sua posizione in campo. Quel quarto d’ora è il tempo necessario al suo compagno per sfruttare la prima interruzione per prendere fiato e inserirsi per comunicarle che Masina non gioca. 
Si, ha un compagno, credo che non le abbia ancora detto che lui vuole lasciare lei perché lei non ha mai lasciato a lui abbastanza tempo per parlare.
Il Bologna è in grande serata, si vede benissimo. 
Giocano bene tutti, ma il più acclamato è M’Baye. Quando svetta su corner e insacca il due a zero, il popolo acclama il suo nome: “Ibra, Ibra”.
Federica Buffa comincia a raccontarne la storia, ricordando le sue gesta con la Svezia e il gol di tacco che trafisse l’Italia.
La sua fortuna è che il Bologna gioca troppo bene per staccare gli occhi dal campo e girarsi a guardarla. Purtroppo non posso staccare le orecchie da lei. Le vorrei staccare però a Maresca. Come da tradizione, fischia un fallo che è talmente inesistente che non sarebbe credibile nemmeno in un film porno. È vero che anche nei porno simulano come Zapata, ma la cosa più pornografica di tutte è l’espulsione di Torosidis. Non ha nemmeno toccato l’accasciante “Zapata sacco di patata”. È a duecentosettanta metri da me. Si vede benissimo. Ma lui no. 
Tutto il popolo rossoblù urla ad alta voce pittoresche descrizioni della faccia di Maresca con le quali concordo. Basta guardarlo. Si vede benissimo.
La signora si accoda alle grida. Si scaglia contro Maresca, ricordandolo quando, centrocampista e non ancora arbitro, rubò un rigore a Signori e lo sbagliò. Lei non saprà mai che sono due persone diverse. Noi sappiamo che lei invece è sempre la solita.
Tocca poi a Torosidis, che viene accusato di essere Toro e per questo gli mostrano il rosso. E di essere anche Sidis. Dopo mezz’ora di pubblicità della Despar, è ovvio che ti caccino fuori se sei della concorrenza.
Purtroppo è l’intervallo e all’intervallo la gente tace.
Lei no, mai, e per fortuna che ripetono quella sobria pubblicità in mezzo al campo che, almeno, ha il merito di coprire la sua voce con un rullo di tamburi, evitando a me di rullare altro per sfuggire a questa disastrosa tortura.
Il Bologna non soffre l’uomo in meno. Io soffro da morire la donna in più. 
Contropiede di Donsah che attraversa l’Italia per il lungo e appoggia a Okwonkwo che abbatte un Palacio e fa il terzo gol. Terzo del Bologna e terzo suo. 
Il Dall’Ara è in delirio, la signora sfoggia ora la sua superiorità, devo rendergliene merito. Lei è in delirio da prima, da molto prima. E non ha certo bisogno di tre gol per delirare. Si vede benissimo.

 

 

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