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Bologna FC

L’Uomo della Domenica: Domenico Maietta – 23 dic

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Tutto molto bello.

Tutto molto italiano, come direbbe Stanis La Rochelle. (Italiano come il non aver incluso il protagonista di questa puntata nella foto d’apertura, ma se cercate bene forse lo trovate).

Tutto molto poco da Chievo Verona – Bologna, questo è sicuro, nel senso che non ci avevate abituato a cose del genere.

Clivensi contro felsinei: partita che da sempre ha annoiato, che da sempre ha propiziato lunghi e inesorabili pisolini post pranzo, che da sempre non ha regalato nient’altro che X, a reti bianche per lo più. Ebbene, invertiamo il trend, il pranzo si è concluso da ore e non è più tempo di dormire. Ottima risposta, bella riflessione, così si fa.

Chievo Verona – Bologna non è stata una partita come tutte le altre: ha visto un agonismo senza pari – alle volte fin troppo esagerato – ha visto il riscatto di un portiere criticato troppe volte ingiustamente, ha visto un attaccante sorridente affossare i gialloblu, per ben due volte. L’ultima allo scadere. Il pandoro andrà di traverso, ne siamo sicuri.

Una partita strana, tantissimi errori ma anche tantissime giocate di alta classe: Mattia Destro ha messo in mostra una classe davvero invidiabile, ha fatto a sportellate con tutti gli avversari che gli capitavano intorno, ha rincorso e ringhiato su ogni pallone, servendo passaggi davvero interessanti. E poi, la ciliegina: ha approfittato dell’errore di Fabrizio Cacciatore per battere ancora una volta Sorrentino. Già, Sorrentino. Sì, ma quale? Perché il giocatore visto oggi in campo assomigliava di più al regista de “La Grande Bellezza” (Paolo Sorrentino) che al portiere ammirato contro la Roma. Ma tant’è, 3 punti a Bologna e quasi tutti contenti.

Fabrizio Cacciatore. Terzino destro del Chievo Verona. Un’esultanza senza freni solamente cinque minuti prima: esultanza senza senso, rocambolesca, forse esagerata (ma anche no, davvero bello il gol segnato dal numero 29 gialloblu). E poi, giù. Per terra. Controllo d’esterno. Giù, per terra. Non penso fosse l’ultimo passo del balletto, mi auguro di no. In caso contrario, chiamate un coreografo: qualcosa non va. Piccola postilla: l’unica esultanza senza senso è e rimarrà sempre questa, con buona pace del caro Fabrizio.

 

 

E poi, Andrea Poli: nervoso, irruento, forse anche ingenuo. Troppo, per un giocatore della sua esperienza. Ma il Bologna quest’anno sembra riuscire a trovare parecchia forza dai momenti di difficoltà: rossoblù in 10, e nonostante tutto la vittoria arriva comunque.

Ma L’Uomo della Domenica, quest’oggi, riesce ad essere espresso, incarnato, inchiostrato da un Giocatore che più di tutti, per un secondo solo, ha deciso il match. Più di una giocata, più di un gol, più di un rigore parato. L’ingresso in campo di Domenico Maietta è stato decisivo. Per i compagni, per la tranquillità che Donadoni sapeva che il difensore calabrese avrebbe infuso in tutta la squadra, per sé stesso. Mimmo Maietta: professione salva partite. Questo è stato oggi il numero 20 rossoblù: l’aver salvato il pallone sul tiro di Sergio Pellissier (infinito) vale tantissimo. Talmente tanto che è impossibile qualificarlo.

È stata una partita pazza. Troppo. Non eravamo abituati, proprio no.

Tutto molto bello, anche i 24 punti che ci portiamo sotto l’albero di Natale. Soprattutto quelli.

Lontano i malumori, i musi lunghi e le serpi col sorriso: a Natale voglio vedere e sentire soltanto complimenti per un gruppo di ragazzi, prima che una squadra, allenati da un allenatore, capaci di vincere una partita pazzesca. E il sorriso di Pulgar, in primo piano nella foto di copertina, lascia poco margine di manovra ad ulteriori interpretazioni.

Bravi tutti. Un po’ meno Cacciatore. E buon pandoro.

 

 

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