Bologna FC
Meteore Rossoblù – La più luminosa (Prima parte; Dagli esordi al mondiale americano) – 11 Gen
Iniziamo oggi un cammino in tre puntate attraverso la carriera della meteora più luminosa passata sotto le due torri…
Cos’è una meteora? È un frammento di cometa, di un asteroide o di un qualsiasi altro corpo celeste che, entrando all’interno dell’atmosfera terrestre, si incendia a causa dell’attrito ed è chiamata comunemente stella cadente. In poche parole fà un passaggio veloce, illumina la scena e se ne và, a volte lasciando le cose come prime, a volte cambiandole per sempre, ma lasciando sempre un ricordo, dolce o amaro che sia. Una meteora molto brillante viene chiamata Bolide e lui, a Bologna è stato un Bolide, o meglio “LA METEORA”.
Lui è stato il miglior calciatore italiano di tutti i tempi, uno dei sette ad esser entrato nel ristrettissimo gruppo dei calciatori capaci di segnare oltre 200 gol in serie A (dietro a Pioli, Totti, Nordahl, Meazza, Altafini e Di Natale), l’unico italiano ad aver segnato in tre mondiali (Italia 90, USA 94 e Francia 98) e miglior cannoniere Italiano nella competizione internazionale (al pari di Vieri e Rossi) con 9 gol, lui ha fatto sognare molte delle città da dove è passato, Vicenza, Firenze, Torino, Brescia e sopratutto Bologna ma, nonostante tutto non riesco a non odiarlo!!!
Ero innamorato di lui, da bambino non conoscevo e non seguivo il calcio ma sapevo chi fosse, guardavo le partite del Mondiale americano senza capirci niente ma urlavo il suo nome, esultavo ai suoi gol, ho pianto al suo rigore sbagliato, per me non esisteva il calcio all’epoca, lui era il calcio.
Poi il suo arrivo a Bologna, le sue promesse di fedeltà, le promesse di eterno amore, il mio cuore e i miei occhi che diventano suoi e quel tradimento a fine stagione, quel tradimento che non gli perdonerò mai!!! Ho provato a perdonarlo, ho provato a capirlo almeno, del tempo da quell’estate del 1998 ne è passato, quasi 20 anni, ma quella ferita aperta ancora brucia troppo, quel tradimento dopo aver giurato amore eterno m’ha fatto troppo male e, nonostante rimanga il calciatore “più bello” che abbia mai visto, nonostante ripenso a quei tempi con un filo di malinconia e che non riesco a pensare a lui come uno dei tanti, non riesco più a non odiarlo fino addirittura a non chiamarlo neanche più per nome, ma solo con i suoi soprannomi o semplicemente come Lui… ma d’altronde non penso serva il suo nome per capire di chi stiamo parlando oggi…
Soprannominato Divin Codino è da molti considerato come uno dei migliori calciatori della storia e miglior calciatore italiano, sesto tra gli otto figli di Matilde Rizzotto e suo marito Fiorindo, nato a Caldogno il 18 febbraio 1967 a 13 anni si trasferisce dalla squadra del suo paese natale al Lanerossi Vicenza in Serie C1 per 500000 Lire.
Si mette subito in luce nelle formazioni giovanili segnando 110 gol in 120 partite e, a causa di alcune defezioni, si ritrova in prima squadra debuttandoci a 16 anni, il 5 giugno 1983 contro il Piacenza. Un anno più tardi, il 3 giugno 1984, contro il Brescia, segna su rigore il suo primo gol da professionista. Durante l’estate, a poco meno di due mesi dalla fine degli studi decide di andare in ritiro con il Vicenza, salta gli esami di maturità e non riesce a conseguire il diploma da ragioniere.
La stagione successiva diventa quella della sua consacrazione, inserito in prima squadra dall’allenatore Bruno Giorgi, gioca 29 partite e segna 12 gol, guidando la squadra verso la promozione in serie B ma, il 5 maggio 1985 nella sfida contro il Rimini, si infortuna gravemente al ginocchio destro (il primo di una lunga serie di infortuni che caratterizzerà la sua carriera) due giorni dopo aver firmato con la Fiorentina per 2,7 miliardi di Lire. La squadra viola potrebbe recedere dal contratto ma il presidente del club decide di non esercitare questa opzione e lo manda a Sain-Étienne ad operarsi dal professor Bousquet che gli mette 220 punti di sutura per sistemare la gamba. La riabilitazione viene affidata a Carlo Vittori ed Elio Locatelli (due dottori specializzati nel potenziamento muscolare in atletica leggera) e, durante questo periodo lontano dai campi da gioco perde 12 kg arrivando a pesarne 56, vive una profonda crisi spirituale che lo converte al Buddismo e vive così isolato dal resto della squadra che si dimentica di richiedere lo stipendio per 5 mesi.
Nella stagione 1985/86 scende in campo solamente in cinque occasioni in Coppa Italia e, con la squadra primavera, disputa il Torneo di Viareggio.
Esordisce finalmente in Serie A con la maglia viola il 21 settembre 1986 a Firenze contro la Sampdoria ma, una settimana dopo, si rompe il menisco del ginocchio destro, e deve operarsi di nuovo. Vola nuovamente a Saint-Etienne e, Con un recupero che all’epoca ha del miracoloso, torna in campo a fine stagione, quasi due anni dopo il primo intervento. Il 10 maggio 1987, contro il Napoli, segna su punizione il suo primo gol in Serie A che regalerà anche la matematica salvezza alla sua squadra.
La stagione successiva scende in campo 27 volte segnando 6 gol, tra cui uno la seconda giornata a San Siro nella vittoriosa partita contro il Milan.
Con l’arrivo in panchina di Sven Göran Eriksson, nella stagione 1988/89, dopo i primi mugugni perché il tecnico avrebbe voluto cederlo in prestito al Cesena per fargli far esperienza, guadagna il meritato posto da titolare e forma con Stefano Borgonovo un affiatato tandem d’attacco chiamato “B2”: assieme realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno dalla squadra in quella stagione (15 lui e 14 Borgonovo) e trascinano la squadra allo spareggio per un posto in Coppa UEFA contro la Roma vinto anche grazie all’assist vincente della nostra meteora per Pruzzo.
Il primo Luglio 1989 sposa Andreina Fabbi e, da questa unione, nasceranno in futuro 3 figli: Leonardo, Mattia e Valentina.
La stagione successiva, in 32 presenze, segna 17 gol, arrivando secondo in classifica cannonieri alle spalle di Van Basten (19 gol) ma davanti a Maradona (16 gol). Se in campionato la squadra non va oltre la metà classifica, in Coppa UEFA invece raggiunge la finale (poi persa) contro la Juventus e, il Divin Codino, vince il “Trofeo Bravo”, premio assegnato dal Guerin Sportivo al miglior Under 23 delle competizioni europee.
Ma, alle ore 13 e 48 del 18 maggio 1990 il grande timore dei tifosi fiorentini diventa realtà: la squadra viola annuncia ufficialmente di aver venduto, per 18 miliardi (cifra record a quei tempi) il loro miglior giocatore alla Juventus. Tra i tifosi cresce pazzesco il malumore che si tramuterà in rivolta, portandoli a scendere in piazza a protestare contro la dirigenza ed al presidente Pontello. D’altro canto, il giocatore, non ne vuole sapere di trasferirsi sotto la Mole e sciogliere il legame con la sua città adottiva Firenze, l’ha già mostrato parecchie volte nei mesi precedenti e, durante la conferenza stampa di presentazione getta via la sciarpa della Juventus che i tifosi gli mettono al collo. Il 7 aprile 1991, alla sua prima sfida alla sua ex squadra a Firenze, si rifiuta di tirare un rigore motivando il gesto con il fatto che, il portiere viola Gianmatteo Mareggini lo conosceva bene e, una volta sostituito, se me va a salutare i suoi ex tifosi raccogliendo una sciarpa viola che qualcuno gli ha lanciato dagli spalti.
Ma torniamo all’estate del 1990 ed agli scontri successivi alla sua cessione perché, oltre a causare parecchi feriti arrivano fino a Coverciano dove l’ormai ex fiorentino, sotto la guida del CT Azeglio Vicini si sta preparando per affrontare i Mondiali di Italia 90. Durante le Notti Magiche vive le prime tre partite dalla panchina ma, alla quarta partita, contro la Cecoslovacchia, gioca al posto di uno spento Vialli e segna il suo primo gol nella competizione. Non parte titolare in semifinale perché Vialli chiede a Vicini un’altra possibilità ma, sul risultato di 1 a 1 contro l’Argentina, l’allenatore al settantatreesimo minuto lo manda in campo… troppo tardi però, il risultato non cambia e, nonostante il suo rigore segnato, a causa degli errori di Donadoni e Serena, la nazionale viene sconfitta e si deve accontentare della finale per il terzo posto. Nella finalina contro l’Inghilterra gioca e l’Italia vince 2 a 1 con un suo gol e uno di Schillaci.
Il primo anno alla Juventus coincide col disastroso anno di Maifredi dove perde (nonostante il suo gol su punizione) la Supercoppa Italiana contro il Napoli 5 a 1, viene eliminata in semifinale dalla Coppa delle Coppe dal Barcellona (competizione dove segna 9 gol e diventa capocannoniere) e in campionato, nonostante i suoi 14 gol non si qualifica nemmeno per la Coppa UEFA.
La stagione successiva, con Trapattoni in panchina e senza coppe europee da giocare, la squadra si classifica seconda alle spalle del Milan e perde la finale di Coppa Italia contro il Parma.
Nel luglio del 1992 si taglia (per la prima volta) il codino e, a fine stagione colleziona 21 gol (tra cui un Poker all’Udinese l’otto novembre 1992) in campionato arrivando secondo in classifica marcatori alle spalle di Signori, 6 gol in Coppa UEFA e 2 in Coppa Italia nonostante uno stop forzato di più di un mese dopo essersi rotto la costola a novembre in nazionale contro la Scozia. Al suo rientro segna subito contro il Parma (3 gennaio 1993) poi trascina la sua squadra alla vittoria della Coppa UEFA segnando in semifinale contro il Paris Saint-Germain sia all’andata (doppietta) sia al ritorno e, in finale, una doppietta contro il Borussia Dortmund. A fine anno, sopratutto grazie al grande contributo nella Coppa continentale, vince il Pallone D’Oro (terzo italiano dopo Rivera e Paolo Rossi), il FIFA World Player e l’Onze D’Or.
Nel campionato 1993/94 gioca come mezza punta in coppia con Alessandro Del Piero alle spalle di Gianluca Vialli mettendo a segno 17 gol e guidando la sua squadra al secondo posto, sempre alle spalle del Milan. Nel marzo del 1994 viene operato al menisco ma, la lontananza forzata dai campi di gioco non può e non deve durare molto perché, quell’estate, lui deve essere la star dell’evento che si terrà dall’altra parte dell’oceano… i mondiali di USA 94.
Per oggi è tutto, tornate domani per la seconda parte del viaggio attraverso la carriera della meteora più luminosa passata sotto le due torri… Dal mondiale americano al Rossoblù…
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook