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VIRTUS – Una Virtus mai doma sfiora il colpaccio a Venezia: 71 a 70 – 4 mar

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Umana Reyer Venezia – Segafredo Virtus Bologna (18-20; 36-31; 52-50)

Umana Reyer Venezia: Bramos 8, Tonut 11, De Nicolao 2, Daye 20, Watt 10, Biligha 6, Ress n.e., Bolpin n.e., Haynes 3, Jenkins 3, Peric 8, Cerella n.e. (all. De Raffaele)

Segafredo Virtus Bologna: Aradori 19, Slaughter 8, Lafayette 8, Lawson 1, Umeh 24, Baldi Rossi 1, S. Gentile, Pajola 7, Ndoja 2, Berti n.e., Jurkatamm n.e. (all. Ramagli)

Tiri liberi: VE: 11/18; BO: 3/10

Rimbalzi: VE: 39; BO: 34

Falli: VE: 18; BO: 18

Poteva essere una débacle, per i virtussini, visto il periodo abbastanza nero che stanno attraversando soprattutto sul piano della sfortuna, ma anche per la necessità della Reyer di riscattare la brutta figura della  Coppa Italia. Al contrario, ne è uscita una partita combattuta letteralmente fino alla sirena conclusiva.

Parte forte la Virtus, Venezia sembra un po’ molle e così i bolognesi prendono in mano il gioco, ma non con la dovuta decisione: sono sempre 3 o 4 i punti di vantaggio, con la Reyer che si salva soprattutto col talento ben distribuito fra un po’ tutti i suoi giocatori. La Virtus alterna attimi di bel gioco ad assoli un po’ pretenziosi: in evidenza positiva soprattutto Umeh, presto in doppia cifra (11 p. nel primo quarto). Unico vero neo, peraltro, è che Stefano Gentile proprio sulla sirena si gira la caviglia ricadendo sul classico tiro da metà campo. Dal canto suo, una Reyer distratta, come spesso accade da un po’ di tempo in qua, fatica ad entrare in partita e sembra accontentarsi di qualche numero di classe alternato ad errori quasi grotteschi. 

Il secondo quarto registra un sensibile calo delle medie di tiro, e tra un errore e l’altro la Reyer trova il primo temporaneo vantaggio con Biligha in terzo tempo dopo 4 minuti (23-22), con Pajola che ha segnato finora il solo canestro su azione per i bianconeri. Un fallo discutibile (il suo secondo) fischiato a Slaughter, che torna in panchina, rilancia tuttavia i veneziani: le triple di Bramos e Daye li portano sul 36-29 a un minuto dalla fine, rintuzzate da un canestro di Lafayette. A questo punto la partita dà l’idea di aver preso già una piega: la Reyer giochicchia, se si eccettuano alcune fiammate, ma quanto basta per avere ragione di una Virtus che palesa stanchezza e forse sta smettendo di crederci, come arrendendosi ad una sfortuna che la perseguita ormai da molte settimane.

Invece in avvio di ripresa è la Virtus ad essere più viva: Aradori e Umeh riportano la partita in parità sul 37-37 in due minuti. È solo un attimo: la gara può tornare in salita per i bianconeri col terzo fallo di Slaughter e un tecnico a Lafayette, ma ancora una volta la Reyer non sembra volerne approfittare: il vantaggio resta risicato perché la Virtus fa girare bene la palla e costruisce buone azioni, con un Pajola in grande evidenza che sfrutta al meglio lo spazio procuratogli dall’infortunio a Gentile. Lo scarto all’interruzione è di soli due punti (52-50). Non si capisce se siano migliori le difese o peggiori gli attacchi, ma per l’intensità che si vede a tratti la partita sembra quasi un’amichevole, forse perché entrambe le squadre hanno una discreta paura di perdere. 

 

L’ultimo quarto si accende un briciolo di più e vede Pajola protagonista di una tripla di tabella che porta la Virtus al pareggio, prima del soprasso con la tripla di Umeh: 56-59 al quarto munito. Un piccolo break porta la Virtus sul +8, 56-64, ma un antisportivo abbastanza incomprensibile fischiato a Slaughter pilota la Reyer verso il pareggio, mentre adesso è Daye a ergersi sugli scudi, con Haynes che finalmente azzecca la tripla. Ancora Lafayette e Aradori portano sul +4 la Virtus. Bravissimo Watt da sotto, mentre si perde sul fondo un passaggio di Slaughter ad Aradori, almeno secondo gli arbitri, con un replay che mette in serio dubbio la loro decisione. Watt non sfrutta i liberi del pareggio, ma la Virtus getta di nuovo la palla con un alley-oop fallito. Pareggio sui liberi di Tonut, tripla fallita da Lafayette e incredibile palla persa dei veneziani, intercettata da Slaughter. Aradori penetra nel burro e porta la partita sul 68-70. Mancano 6 secondi, De Raffaele chiama time out: i suoi escono con una rimessa in attacco un po’ difettosa, ma la palla finisce ad Austin Daye che, sebbene marcato, sgancia una tripla di classe assoluta da otto metri: 71-70. Il tempo di una rimessa in attacco per la Virtus con 36 centesimi a disposizione viene infine sprecato con un passaggio velleitario di Ndoja per Slaughter. Venezia vince di un punto, ribadendo, in pratica, il risultato dell’andata. La differenza tra le due formazioni più risicata di così non potrebbe essere, Bologna può recriminare ancora per le assenze, con la famiglia Gentile  che forse dovrebbe andare a Lourdes, e per alcuni fischi chirurgici che potrebbero aver agevolato gli avversari. Venezia ha finalmente trovato il vero Daye, Bologna ancora una volta piange per i soli 3 liberi segnati sui 10 tentati, media pesante quando si perde di una sola lunghezza. Ottimo Umeh, decisamente concreti Aradori e Slaughter, deludenti invece Ndoja, Lawson e Baldi Rossi, gli ultimi due mai in partita, e probabilmente il giocatore che manca maggiormente a questa squadra è proprio un quattro di alto livello. Tra i veneziani alti e bassi un po’ per tutti, coi soli Watt e Biligha, e in parte Tonut, ad aver coadiuvato veramente con Daye, autore della sua migliore partita da quando è in laguna, ma probabilmente si trattava solo di avere pazienza.

 

(Photo d’archivio Valentino Orsini)

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