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La Fortitudo chiude la serie 3-0. Espulso Pozzecco per doppio tecnico – 5 Mag

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LA PARTITA. L’approccio della Fortitudo alla gara – del tutto diverso rispetto a quello di gara 2 – fa la differenza già nei primi minuti. Dopo 7’44’, coach Ciani è già costretto a chiamare timeout. Il minuto, però, non spezza l’inerzia. Tutta a favore della Effe. Agrigento trova un solo canestro dal campo nei primi cinque minuti. La squadra di Pozzecco scappa via sul 5-16. Per vedere la reazione dei padroni di casa bisogna attendere gli ultimi tre minuti del primo quarto (12-18). Il parziale nasce anche grazie alla zona, che in gara 2 aveva messo in seria difficoltà la Fortitudo. A togliere le castagne dal fuoco ci pensa Okereafor, con la seconda tripla della sua gara. Il buon momento di Agrigento continua anche nel secondo quarto. La squadra di Ciani trova il primo vantaggio (22-21). Pozzecco non può far altro che chiamare timeout. Ma il vantaggio dei padroni di casa tocca anche il più sei. La Fortitudo è costretta ad inseguire. Lo fa, affidandosi alle giocate di capitan Mancinelli. A 4′ dall’intervallo, Pozzecco si prende un tecnico. I padroni di casa scappano fino al meno otto dell’intervallo lungo. Al rientro dagli spogliatoi, il duo Rosselli guida la rimonta. È lui a firmare il canestro della parità (45-45). Ma nel terzo quarto, Pozzecco si becca il secondo tecnico e viene espulso. Sarà Comuzzo a guidare la squadra fino in fondo. Agrigento costruisce un 13-0 di parziale. Ad interrompere il parziale ci pensa Amici. Cinque punti del numero diciannove mandano le squadre a giocare l’ultimo quarto sul 58-52. Sono quelle le giocate che cambiano l’inerzia della gara. Parziale Agrigento e contro parziale Fortitudo. Uno 0-12 che vale il meno uno. Il sorpasso della Effe lo firma il solito Rosselli (60-62). Tripla pesante, esattamente come quella di Mancinelli che vale il più cinque. Agrigento si affida alle giocate di Ambrosin e Pepe. È una sua tripla a riaprire la gara a meno di un minuto dal termine. Sul 69-71, Mancinelli va in lunetta con due liberi. Il capitano fa uno su due. A 4” dalla fine, Amici commette un fallo molto ingenuo su un tiro dall’arco di Pepe. Il giocatore di Agrigento fa due su tre. Dall’altra, Pini fa uno su due. La squadra di Ciani non riesce a tirare, quando mancano ancora 3” da giocare. Vince la Effe, che chiude la serie 3-0.

 

 

TABELLINI (16-21; 41-33; 58-52; 71-74). Moncada Agrigento: Savoca ne, Cannon 14, Zugno 6, Evangelisti 5, Cuffaro ne, Magro ne, Williams 17, Zilli 1, Ambrosin 8, Guariglia 6, Pepe 12, Lovisotto 2. All. Ciani

 

Consultinvest Fortitudo: Cinciarini 10, Mancinelli 20, Okereafor 13, Fultz, Murabito ne, Montanari ne, Gandini 4, Amici 9, Rosselli 12, Pini 5, Italiano 1, Mccamey. All. Pozzecco. 

IL POSTPARTITA. Volevo ringraziare i presenti al Palazzetto – dice Pozzecco – Sono stati molto carini con noi. Ma non mi stupisco. Ho vissuto in Sicilia e conosco bene le qualità umane di questa gente. Devo fare i complimenti a Ciani. Gli ho chiesto di poter entrare nello spogliatoio di Agrigento per complimentarmi con loro. Abbiamo vinto 3-0. Ma è un risultato bugiardo. Sia in gara 2 che oggi, Agrigento ha fatto ottime gare. Per quanto riguarda noi, sono contento. Non era facile giocare tre gare così ravvicinate ed avere una capacità di concentrazone costante. Ma sono incazzato. Se giochiamo come i primi minuti siamo una squadra, quando perdiamo concentrazione giochiamo peggio. Noi allenatori commettiamo spesso l’errore di non tener presente che ci sono anche gli avversari. In gara 3 c’è stato un calo, ma Agrigento è una squadra che non molla mai. Devo fare i complimenti al mio staff. Soprattutto a Comuzzo, che mi ha sostituito egregiamente. Quando parti 16-3, e giocando in quel modo, nella tua testa pensi che sia tutto facile. Ma quando prendi un vantaggio all’inizio non è mai definitivo. Il margine non era così ampio. Ma sembrava che non fosse iniziata per loro. Ho sempre un pensiero per Matteo Boniciolli. Sono sicuro che mi avrà mandato un messaggio. Questa è anche una sua vittoria. Giocare gara 4 mi avrebbe spaventato. Mancinelli non invecchia mai. Ho giocato con lui quando aveva vent’anni. E l’ho ritrovato come allora”.

 

 

 

 

 

 

 

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