Bologna FC
Torben’s Rule – Tutti a Pinzolo
Dal Nostro Inviato a Pinzolo
Nella “Hall of Fame” dei ritiri rossoblù, dopo Sestola, Andalo e Castelrotto, da quest’anno entra di diritto Pinzolo, ridente (insomma!!, ndr) località sciistica del Trentino Alto Adige, sulle “ginocchia” della ben nota Madonna di Campiglio. Pinzolo, nel recente passato, ha ospitato squadre blasonate come Juventus, Inter e Roma e l’aspettativa per quanto riguarda la struttura che accoglierà i nostri ragazzi è altissima, come è altissima la nostra aspettativa per la costruenda squadra di Super Pippo. Il primo allenamento, a cui abbiamo assistito, sul prato verde dello stadio Pineta ci ha confermato subito una netta sensazione che avevamo fin dalla sua presentazione: nel bene o nel male, Inzaghi reputa Bologna come una sua grande opportunità, come può essere la Serie A per un allenatore che ancora non ha veramente assaggiato la Premier League italiana. L’esperienza al Milan in serie A (stagione 2014/15, con decimo posto finale) è stata si un sogno, ma troppo breve per tradurlo in una significativa esperienza. Per questo Bologna è una ripartenza, dopo gli anni in laguna col Venezia, con un campionato vinto (Lega Pro) e i play off della serie cadetta come bagaglio di conoscenza e crescita. E avere un tecnico motivato che vuole dimostrare che la Serie maggiore è il suo habitat naturale, è il miglior viatico per un buon campionato e catena di trasmissione per i suoi giocatori in punto motivazione e “fame di successi”.
Tornando al campo e alla mera cronaca, ciò che ci ha colpito è stata la velocità di esecuzione (ad un tocco) degli esercizi tecnico tattici con cui si districavano i giocatori, e al team (l’organico era diviso in tre sottosquadre) che perdeva veniva comminate 10 flessioni da effettuare seduta stante. E durante tutta la mezz’ora di esercitazione, Pippo non ha mai smesso di fare due cose: camminare e muoversi in lungo e in largo sul campo e parlare, urlare, incitare i suoi giocatori, affinché migliorassero ad ogni esercizio, in termini di impegno, concentrazione e velocità di esecuzione. Un martello con sembianze umane che non ha mai smesso di battere, spiegando e motivando i suoi calciatori, tutti intorno a lui, tranne i portieri che si allenavano a parte con Luca Bucci. In realtà non erano proprio tutti sul campo: mancavano Santander (che si allenava a parte), Pulgar (anche lui momento di stop per piccola contrattura), Okwonkwo e Valencia, ancora a Casteldebole, per recuperare la forma migliore e salire in quota non appena possibile. Ovviamente vanno citate fra le assenze anche i “mondiali” Dzemaili, Helander, Krafth e Gonzalez che si aggregheranno al gruppo a fine ritiro o qualche giorno più in là. E solo in quel momento il nostro Mister avrà le idee più chiare per completare lo sfoltimento della rosa oceanica, che in questo momento sta guidando.
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