Bologna FC
Il Corriere di Bologna – L’ex rossoblù Sidio Corradi: “Rossoblù partiti malino, lotteranno per salvarsi. Grazie al Bologna sono diventato un calciatore”
Il rossoblù come costante della propria carriera: Sidio Corradi, ex dell’occasione, è il più giovane ad aver conquistato uno scudetto con la maglia del Bologna, salvo poi accasarsi al Genoa, che diventerà la sua squadra “del cuore”.
Ma alla vigilia di questo importante match non è solo la partita ad essere importante, ma anche in fatti accaduti a Genova durante il crollo del ponte Morandi: “Da quando vivo qua, un’alluvione dopo l’altra. Ora l’ennesima bastonata. Non ci capacitiamo del crollo, la città è spezzata in due”. Capoluogo ligure spezzato da questa tragedia, diviso come la Lega e le squadre di Serie A nella decisione di fermare il campionato subito dopo questa tragedia: “La Figc non ha voluto fermarsi, una vergogna. Ho saputo degli striscioni del Dall’Ara, molto graditi. Siamo stati tutti toccati dalla tragedia. Il preparatore dei portieri della nostra scuola calcio, Davide Capello, è precipitato di sotto: auto sopra i detriti, lui salvo, un miracolo. Andrea, invece, tifoso rossoblù del LittleClub stava andando a lavorare ed è morto. Ma Genova si risolleverà come sempre”. Poi il discorso si sposta sul mondo del pallone, con il punto sulle due squadre rossoblù: “Lotteranno per salvarsi. Il Bologna è partito malino e non mi pare si sia rinforzato, il Genoa ha trovato Piatek. Non hanno i campioni del passato”. La squadra ligure è stata il suo futuro, ma è sotto le due Torri che Corradi ha fatto il suo esordio, giungendo nel capoluogo emiliano a soli 16 anni. Dopo aver effettuato un provino con la Fiorentina andando a segno in due occasioni, il presidente della squadra gigliata lo spedisce al Bologna per un milione. All’inizio senza stipendio, si faceva arrivare da casa 500 lire ogni due mesi, prima del trasferimento al Cesena del ’66, dove venne messo sotto contratto e corrisposto di una somma pari a 122.500 lire, cifra non male per l’epoca. Ma è a Bologna che iniziò tutto, precisamente contro la Fiorentina: “Mancava Pascutti, nella De Martino a destra c’ero io, a sinistra Brunino Pace, sarebbe toccato a lui. Piacevo molto a Bernardini. Un giorno, mano sulla spalla come sempre, mi disse “domenica te vojo fa’ giocà perché tu sei bravo”. E così esordii. Nel sottopassaggio, emozionato ero in fondo alla fila, Bulgarelli mi disse, “entra in campo dietro al capitano”: una bella iniezione di fiducia. La sera prima in albergo a tavola Pavinato si alzò in piedi e disse “da adesso in poi Sidio darà del tu a tutti”: a quei campioni avevo sempre dato del lei”.
Ricordi lieti, parzialmente rovinati dall’esito della gara: un dito rotto per Corradi e un goal annullato per un fuorigioco di Nielsen. Ma giocare con campioni così era facile: “Haller?. Un fenomeno, era il mio compagno di camera. Birra e donne: quante volte ho dormito col materasso nella vasca da bagno… Però la domenica ci faceva vincere, non ho mai visto uno come lui”. In rossoblù Sidio disputò altre due gare l’anno successivo, andata e ritorno contro la Sampdoria. “Non era facile giocare, davanti avevo Perani e Pascutti. E poi non c’erano cambi: o negli undici o in tribuna. Sono molto legato a Bologna: lì da voi sono diventato un calciatore, anche se poi sono decollato a Cesena”.
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