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VIRTUS – Obiettivo lavoro sprecona, vince Torino: 75 a 70 – 28 dic

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Pazza Virtus. Il rocambolesco finale premia la Manital che si impone per 75-70

(parziali: 12-26; 32-35; 48-54).

 

MANITAL TO: Dyson 16, White 18, Giachetti 4, Mancinelli 8, Rosselli 2, Fantoni n.e., Mascolo n.e., Dawkins 4, Miller 17, Ebi 6.  All. Vitucci.

 

OBIETTIVO LAVORO BO: Pittman 15, Fabiani n.e., Vitali 12, Vercellino n.e, Cuccarolo, Gaddy 4, Fontecchio 18, Mazzola 5, Oxilia 1, Fells 8, Odom 7. All. Valli

 

Trasferta insidiosa per la Obiettivo Lavoro, impegnata sul campo della Manital Torino, ultima forza in campionato ma compagine assai ostica da affrontare. Gli innesti di Dyson e White innalzano notevolmente il tasso tecnico dei piemontesi, già in grado di sconfiggere i campioni d’Italia di Sassari solo due turni fa. Anche la Virtus è riuscita in tale impresa, per questo e non solo il match si preannuncia equilibrato ed avvincente. Tale idea viene però cancellata dopo i primi 10’ di gioco. Bologna conduce per 12-26, dopo un quarto sostanzialmente perfetto. Fontecchio è il migliore dei suoi, andando già in doppia cifra a referto. La difesa in pressione a tutto campo riesce nell’impresa di isolare gli esterni torinesi, in particolar modo il l’osservato speciale Jerome Dyson, eroe della finale scudetto nella scorsa stagione. Il muro bianconero inizia lentamente a sgretolarsi sotto i colpi del tandem Miller-White, che firmano un 7-0 di parziale all’inizio del secondo periodo. L’highlander Giachetti innervosisce notevolmente l’ingenuo Gaddy, difendendo ai limiti del fallo (incredibile che non sia mai stato punito dalla terna!) sul play bianconero. L’attacco si affida con costante testardaggine solo al tiro dalla lunga distanza, senza mai trovare il bersaglio grosso. Pittman rimane inspiegabilmente a guardare in panchina la rimonta degli uomini di coach Vitucci, che vanno all’intervallo sotto sole di 3 lunghezze (32-35). Al rientro in campo è ancora Miller a suonare la carica per i suoi, portando i padroni di casa sul -1 (36-37). Sulla sponda opposta si sveglia finalmente Odom che, gravato di 3 falli, trova le energie giuste per segnare i punti che fanno respirare le V nere e respingere le offensive avversarie. Mancinelli, in odore di derby visti i suoi trascorsi in maglia Fortitudo, si scatena segnando ben otto punti in fila, ma prima Pittman e poi Fontecchio rispondono presente lasciando sostanzialmente invariato il vantaggio della Virtus al minuto 30 (48-54). L’ultima frazione non è per i deboli di cuore. Ancora Miller esplode l’ennesima bomba della sua partita, mandando il pubblico in visibilio. Le due perse in fila dei bianconeri (giallo per un canestro ingiustamente annullato a Gaddy) aprono il contropiede dei padroni di casa che trovano il primo vantaggio nella contesa con la bimane dell’ex di turno Ebi. Dyson si ricorda di essere un vero talento e straccia la retina da distanza siderale, subito annullata da Fells che lo ripaga con la stessa moneta. Ancora Ebi, dopo un errore di fantozziana memoria, porta i suoi in vantaggio, ma Fontecchio segna la tripla del controsorpasso e del suo massimo in carriera in serie A. Nuovamente Fells schiaccia il -1 a poco meno di 1’ dalla fine e dopo l’errore da oltre l’arco di Torino, corre in contropiede. La scelta che ne consegue, ovvero un layup nel traffico della difesa di casa, è più che scellerata avendo ancora a disposizione 18”, utili per costruire un buon tiro, probabilmente quello di una vittoria che non arriverà mai. Dyson, infatti, rimane glaciale e perfetto dalla linea della carità segnando i liberi del definitivo 75-70.

La Virtus getta alle ortiche un successo che, dopo un primo quarto sostanzialmente impeccabile, appariva già scritto anche nelle valutazioni statistiche (37 a 2 in favore dei bianconeri). La casella delle vittorie in trasferta rimane inesorabilmente ancora vuota e inizia pesantemente ad incidere sull’andamento di una stagione assai difficile. Le ottime prove di Fontecchio, Vitali e Pittman, unici uomini in doppia cifra, sono state vanificate da scelte improponibili degli compagni che hanno calcato il campo con loro. Squadra che, oggi, non è stata capace di gestire i ritmi a causa della mancanza di un vero playmaker che non può essere questo Gaddy. Le colpe non possono ricadere tutte su Fells, che però ha il grande demerito, data la sua esperienza, di non aver saputo gestire la palla più importante del match, dopo averlo fatto con acume tattico nelle ultime due precedenti uscite. Le troppe palle perse nell’arco dei 40’ sono risultate ancora una volta determinanti per l’esito finale, che condanna un collettivo apparso decisamente in ripresa sino a metà dell’incontro odierno. Anche la gestione delle rotazioni è apparsa a tratti incomprensibile, con il gigante bianconero a guardare per 8’ nel secondo quarto, così come le energie di Vitali e Odom lasciate raffreddare nei minuti finali. Menzione d’onore e di incoraggiamento per Oxilia, autore di minuti importanti che gli hanno permesso di trovare anche il primo punto stagionale a cronometro fermo.

Urge una ripresa immediata per evitare di cadere in un baratro psicofisico che porterebbe ad una lenta e sofferta sconfitta di gruppo. Nonostante le risorse siano carenti, vista la panchina corta, serve fare di necessità virtù, poiché le qualità individuali e collettive ci sono. Ma devono essere sempre messe al servizio del collettivo, solo così si potrà rialzare la testa.

Prossimo appuntamento a inizio anno nuovo: il 3/01 lunch match con la capolista ad ex aequo Reggio Emilia. 

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