Basket
18 ottobre: il punto su Basket City
La vittoria così netta ottenuta martedì sera scorso contro Ostenda è certamente servita allo spogliatoio della Virtus Segafredo per rafforzare un’autostima che va costruendosi giorno per giorno e che la sconfitta subita contro l’Olimpia Milano non crediamo possa aver scalfito più di tanto. Non è dato sapere quale sia la reale tabella di marcia che Pino Sacripanti ha imposto alla propria squadra, ma fin qui la Virtus ha compiuto in pieno il proprio dovere: vittoria, seppure al cardiopalma, nell’insidiosa trasferta di Trieste; ostacolo superato all’esordio in Champions League contro i lituani del Neptunas (peraltro freschi vincitori contro i favoriti del torneo, i turchi del Besiktas) con una rimonta che sembrava impossibile ancora a fine terzo quarto; sconfitta onorevole, seppure in casa, con Milano, per ora obiettivamente corazzata di altra categoria, anche se tutti i bolognesi hanno sognato per una trentina di minuti di riuscire a fare il colpaccio; infine avversario pressoché annullato al secondo appuntamento in coppa, grazie ad una intensità di gioco che potrebbe rivelarsi la vera arma vincente per i bianconeri, assieme ad un sempre più evidente piacere di giocare assieme: con Ostenda nessun ventello individuale, nonostante gli 89 punti, con tutti i giocatori a referto, compreso il giovane Berti. La squadra, di per sé, non è certo priva di talento; per ora gioca abbastanza bene, probabilmente deve ancora porre in evidenza diverse delle proprie potenzialità (una settimana fa c’era chi intonava lamenti sull’inadeguatezza di Brian Qvale, oggi invece aggiunto agli idoli della tifoseria dopo due ottime prestazioni), ma il suo organico non è ancora tale da permettere chissà quali voli pindarici e un atteggiamento volitivo pare indispensabile per superare certi gap con avversarie per ora più strutturate. Lo si potrà scoprire già domenica prossima, con la trasferta ad Avellino, e mercoledì, con un’altra trasferta potenzialmente terribile, a Lubiana. La Sidigas presenta un quintetto presumibilmente superiore per pedigree (basti pensare all’ex NBA Norris Cole, al fresco campione in D-League Matt Costello, all’ex campione di Eurolega Demetris Nichols, all’autorevolezza di un Ariel Filloy o un Caleb Green) ma forse la panchina non è altrettanto omogenea, benché crescano parecchio le quotazioni pure di Kiefer Sykes, per cui l’arma tattica con cui attaccare gli irpini potrebbe proprio rivelarsi quella dell’intensità concessa dai minori cali di tensione che dovrebbe garantire il roster bianconero col subentro dei cambi. A prima vista parrebbe una “mission impossibile”, anche perché Avellino, seppure abbia maramaldeggiato in coppa a Ludwigsburg, deve smaltire la sbornia della sconfitta di Cremona, dove ha ceduto di schianto negli ultimi cinque minuti: avanti di 9 al trentacinquesimo, ha subito un parziale di 20 a 5 dagli uomini di Sacchetti palesando un problema di tenuta forse anche mentale. Per la Virtus, insomma, il test è di quelli che possono dire molto sia in positivo che in negativo, nel segno di una ricerca di continuità in trasferta che non è nel dna della società da parecchio tempo a questa parte, fra l’altro subito prima di un viaggio in Slovenia alla scoperta della vera consistenza di un’altra OIimpija, quella guidata da Scottie Reynolds.
Vento in poppa invece per la Fortitudo Lavoropiù, prima uscita indenne da Verona e poi agile vincitrice del derby con Imola, nonostante le assenze di Hasbrouck e Mancinelli. Ora l’attende la trasferta per eccellenza, al PalaVerde contro l’ipotetica maggiore antagonista per la salita diretta in serie A. Per la verità Treviso non è data propriamente al meglio, ancorché a punteggio pieno come i bolognesi, i quali, domenica, ritrovano di sicuro la propria guardia americana, tenuta precauzionalmente a riposo contro Imola. La partita, come ha detto Antimo Martino, è tuttavia importante per l’umore attuale delle squadre ma non dovrebbe essere così fondamentale, essendo solo alla terza giornata. La A2 ha abituato a ribaltamenti in corsa legati a tanti fattori, come ad esempio gli infortuni che possono rivelarsi decisivi con le panchine di rado veramente lunghe. Non è da escludere che proprio la profondità del roster si riveli così l’arma in più dei biancoblu felsinei, il cui solo vero limite, sul lungo periodo, potrebbe essere quello anagrafico, la cui gestione sarà un banco di prova ulteriore per un allenatore in decisa fase ascendente nel panorama italiano.
Nel frattempo, l’Assessore, fra le altre cose, allo Sport del Comune di Bologna Matteo Lepore ha pubblicato sul suo profilo Instagram la foto dei nuovi canestri montati al PalaDozza
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